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Golfo

I progetti energetici dell’Arabia Saudita sono sostenibili?

L’Arabia Saudita ha promesso la partecipazione in progetti che valgono 766 miliardi di dollari totali. Ma i soldi non ci sono, obiettano alcuni analisti. Sarà la quotazione di Aramco a salvare Riad? Articolo di Giusy Caretto  Una smart city di nome Neom da 500 miliardi di dollari. Un impianto fotovoltaico con Softbank da 200 miliardi…

Una smart city di nome Neom da 500 miliardi di dollari. Un impianto fotovoltaico con Softbank da 200 miliardi di dollari, un accordo con l’Egitto per una seconda smart city da 10 miliardi di dollari, una raffineria da realizzare con tre società inidiane che vale 44 miliardi di dollari, una raffineria in Malesia da 7 miliardi di dollari e 5 miliardi di dollari per un complesso in cui trattare i prodotti petrolchimici. I progetti avviati dall’Arabia Saudita sono tanti e ricchi. Ricchissimi: come scrive Oilprice.com, sembra che l’Arabia Saudita non guardi nemmeno a progetti che costano meno di un miliardo di dollari.

E allora tirare le conclusioni è abbastanza semplice: l’Arabia Saudita è ancora una nazione estremamente ricca che può permettersi tutti questi progetti, anche senza la quotazione del colosso petrolifero statale Aramco. Ma la verità, in realtà, può essere diversa. Ecco perché.

766 MILIARDI DI DOLLARI

Tutti i progetti sottoscritti da Riad (e sono solo una parte) valgono 766 miliardi di dollari. Certo il Regno non finanzierà tutti questi progetti da solo, ma dovrà finanziarne una parte, in alcuni casi anche la metà del totale.

Se Riad ha preso l’impegno di finanziare 383 miliardi di dollari, la metà del totale, allora potrà permetterselo, si chiede OilPrice. No, è la risposta.

SOLO 250 MILIARDI DI DOLLARI

Il fondo sovrano dell’Arabia Saudita, il veicolo di investimento del governo, ha un patrimonio gestito di 250 miliardi di dollari. Si parla di portare la cifra a 400 miliardi entro il 2020, ma al momento tutti questi soldi non si cono.

CI SARANNO TUTTI QUESTI SOLDI IN FUTURO?

Difficile prevedere il futuro: il petrolio, fortuna dell’economia dell’Arabia Saudita, è ancora al di sotto degli 80 dollari USA al barile e il bilancio saudita del 2018 presenta un deficit di 52 miliardi di dollari USA.

ARAMCO NON BASTA

Una delle carte da giocare per Riad è la quotazione di Aramco. Sarà l’Ipo più grande di sempre. La compagnia petrolifera nazionale dell’Arabia Saudita ha un valore di 2 trilioni di dollari, il doppio dell’attuale regina delle Borse, Apple, più del quintuplo del colosso Exxon-Mobil, trenta volte l’italiana Eni. Sarà messo sul mercato il 5% di Armaco.

Ma la quotazione di Aramco basterà a coprire tutte le spese relative ai megaprogetti? Alcuni esperti dubitano che la compagnia saudita valga 2 trilioni di dollari. Se i calcoli sauditi corrispondono a verità, però, con il 5% potrebbero entrare nelle casse di Riad 100 miliardi di dollar. Ma 100 miliardi più 250 miliardi presenti attualmente nel fondo si arriva a finire a 350 miliardi di dollari, 33 miliardi di dollari delle spese ipotizzate.

BARILI A 120 DOLLARI USA

Qualcosa però potrebbe migliorare la situazione. I risultati hanno rivelato che Aramco avrebbe bisogno che il petrolio venga scambiato a 120 dollari americani entro il 2023 per arrivare realmente al valore di 2 trilioni di dollari Usa. Con il petrolio a 64 dollari al barile, Aramco varrebbe solo 1,1 trilioni di dollari, in base ai calcoli effettuati dal Financial Times.

I PROGETTI DIVENTERANNO REALTA’?

Le difficoltà, soprattutto economiche, ci sono. Ma è vero anche che tante sono le variabili che si incrociano: è difficile che tutti questi progetti diventino realtà. Ci sono anche le tensioni geopolitiche in Siria ed in Yemen che non facilitano certo la situazione, ma Riad potrebbe comunque sorprendere tutti.

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