skip to Main Content

Smart City

Come e perché A2a punta sulle smart city

Energia, sostenibilità e non solo: per A2a la partita si gioca nelle singole città. Saranno le smart city a fare la differenza sul Pil del futuro Un titolo che ha raddoppiato il suo valore in borsa in 4 anni (da 84 centesimi del tre gennaio 2014 a 1,68 euro del quattro maggio scorso), sostenibilità e…

Un titolo che ha raddoppiato il suo valore in borsa in 4 anni (da 84 centesimi del tre gennaio 2014 a 1,68 euro del quattro maggio scorso), sostenibilità e redditività che crescono in modo parallelo. Fino a 2,3 miliardi di euro di investimenti per generazione elettrica, reti e clienti previsti nel prossimo quinquennio. Mezzo miliardo di euro saranno destinati all’innovazione tecnologica.

E’ questa, in breve, A2a, la utility che lavora a Milano e Brescia e che nelle scorse settimane ha presentato un bilancio integrato con indicatori in forte crescita, anche dal punto di vista della raccolta differenziata (che ha fatto un balzo in avanti di sette punti) e alla riduzione di missioni di Anidride carbonica (meno 2,5 milioni di tonnellate).

C’è da dire che il mix di fonti per la produzione di energia elettrica della utility, che ha come soci di maggioranza alla pari il Comune di Milano e Brescia, sta cambiando negli ultimi anni: scende il carbone (dal 16 al 13%) e sale il gas naturale.

E la sfida di A2a è solo all’inizio: la parola d’ordine è migliorarsi per rendere migliori le città in cui opera. La partita del futuro, come Valerio Camerano ha raccontato al Corriere della Sera, sarà a livello di centri urbani. Saranno le smart city a fare la differenza. Ma andiamo per gradi.

LE CITTA’ CONSUMANO IL 75% DELLE RISORSE NATURALI

“Dal 2015 la popolazione che vive nelle aree urbane ha superato il 50% e sarà prossima al 65% nel 2040. Le città non si sviluppano però a velocità simili. In Italia, Milano negli ultimi anni è cresciuta ad un tasso medio di 1,5% mentre il resto del Paese meno della metà. E’ l’innovazione a condizionarne l’evoluzione”, ha spiegato Camerano ad Economia, l’inserto del Corriere della Sera. “La competizione mondiale si giocherà tra le città piuttosto che tra gli Stati. E questo impone una riflessione. Secondo la World Bank le città generano più dell’80% del Pil globale. Ma, dati della Ellen MacArthur Fiundation, consumano il 75% delle risorse naturali, generano il 50% dei rifiuti e l’80% delle emissioni globali di Co2. Le città devono diventare smart, ovvero intelligenti, sostenibili”.

IL RUOLO CENTRALE DELLE UTILITY

E in questo processo, racconta sempre Camerano, le utility come A2a avranno un ruolo centrale. Toccherà a queste realtà contribuire a migliorare la vita dei cittadini attraverso soluzioni concrete. “Secondo uno studio di McKinsey si possono misurare gli impatti delle smart city: riduzione del 20/30% dell’utilizzo di acqua, risparmio del 15-20% del tempo di trasferimento casa-lavoro-casa; calo del numero di crimini del 30%. In questa trasformazione le utility hanno un ruolo centrale attraverso la digitalizzazione delle reti di cui già dispongono (e quindi hanno capacità di generare e gestire dati)”, ha affermato Camerano.

LA TRASFORMAZIONE DELLE INFRASTRUTTUTE

Tutto, ovviamente, passa attraverso le infrastrutture. “Le utility sono in grado di mettere a disposizione delle città reti a banda stretta e a banda larga per raccogliere dati attraverso i sensori. Questo è il primo livello, poi ce ne sono altri due: la piattaforma dove arrivano i dati e vengono elaborati, e le app che offrono strumenti utili al miglioramento della vita quotidiana. L’utility è in grado di mettere a disposizione un sistema low cost e low energy, un sistema aperto a beneficio di tutti”.

COME PROCEDE QUESTA TRASFORMAZIONE IN ITALIA

Milano è avanti, ma tante sono le città che devono accelerare. Il gap con l’Europa è davvero alto.

“Milano ha iniziato ad affrontare il tema del ciclo ambientale cento anni fa e con maggiore forza negli anni Novanta. Oggi le grandi città lombarde hanno un sistema di gestione ambientale in linea o migliore di quanto accade nei centri in Germania, Svizzera o Svezia, dove il 70% dei rifiuti viene riciclato e il 30% recuperato sotto forma di energia. Nelle realtà gestite da A2a meno dell’1% finisce in discarica, possiamo dire di essere realmente e pienamente un’economia circolare”.

Ma, come dicevamo, l’Italia non cresce e si sviluppa alla stessa maniera ovunque. “E’ vero che in ampie zone del nostro Paese c’è una grandissima distanza dal sistema europeo e un grande deficit infrastrutturale, ma mi auguro che ci sia lungimiranza e il coraggio di affrontarlo con concretezza e guardando al futuro”.

UN QUARTIERE COMPLETAMENTE SMART

“A Milano”, racconta ancora Camerano, “c’è un intero quartiere, quello di Porta Romana, che sarà smartizzato. Rientra in un progetto europeo di cui fanno parte anche Lisbona e Londra. Abbiamo vinto un bando europeo. Procederemo con un test attivando 30 postazioni di smart parking, una ventina di cestini intelligenti, e con il monitoraggio dell’inquinamento. Useremo poi droni per la sicurezza, sistemi di sorveglianza avanzata e un controllo intelligente del traffico”, ha affermato Valerio Camerano.

Back To Top