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Eolico

Energia: il futuro passa da tecnologia ed efficienza

Quello dell’ energia è uno dei settori che più cambierà nei prossimi anni. Tutti i paradigmi energetici stanno cambiando: dall’uso all’efficienza, dalla distribuzione ai modelli di mercato. Un cambiamento che parte, naturalmente, dalla produzione. Quello dell’ energia è uno dei settori che più cambierà nei prossimi anni, ed i motivi sono molteplici, a partire alla necessità di limitare le…

Quello dell’ energia è uno dei settori che più cambierà nei prossimi anni. Tutti i paradigmi energetici stanno cambiando: dall’uso all’efficienza, dalla distribuzione ai modelli di mercato. Un cambiamento che parte, naturalmente, dalla produzione.

Quello dell’ energia è uno dei settori che più cambierà nei prossimi anni, ed i motivi sono molteplici, a partire alla necessità di limitare le emissioni di gas serra in atmosfera (come ribadito dalla COP21 a Parigi a fine 2015) per contrastare il cambiamento climatico. L’Italia fa parte del gruppo di 16 Paesi industrializzati che, a vario titolo, contribuisce per il 70% all’emissione in atmosfera di gas responsabili dei cambiamenti climatici, per questo ha l’obbligo (e l’opportunità) di ridisegnare la propria economia in termini più sostenibili.

Secondo Gianni Silvestrini, presidente del Kyoto Club “Per non superare l’incremento della temperatura di 2 °C, il limite indicato dalla comunità scientifica per evitare conseguenze climatiche catastrofiche (ma lo stesso ragionamento varrebbe anche accettando un incremento di 3 °C che ormai sembra lo scenario più probabile), non dovremmo più continuare ad intaccare le riserve fossili del Pianeta”.

Come? Cambiando ancora più radicalmente il paradigma della produzione di energia, spingendo sulle energie rinnovabili e pulite, come l’eolico ed il fotovoltaico.

Malgrado la perdurante assenza di un Piano Energetico Nazionale, e la frammentarietà degli interventi normativi fin qui intervenuti, il nostro Paese ha prodotto nel 2015 15 TWh di energia rinnovabile, in grado di coprire i fabbisogni domestici di 15 milioni di persone. Certo i benefici ambientali sono stati importanti, ci siamo assicurati il risparmio di circa 19 milioni di barili di petrolio corrispondenti a circa 10 milioni di tonnellate di emissioni risparmiate di CO2.

Anche il mondo delle rinnovabili, come tanti altri settori energetici, ha conosciuto negli ultimi anni cambiamenti importanti. Per l’eolico in particolare la fine dell’era degli incentivi impone di rivedere e ridisegnare completamente un modello economico che fino ad ieri poteva contare su una fonte sicura di introiti (gli incentivi appunto) ed oggi deve invece confrontarsi con nuovi parametri di efficienza.

Il sistema di incentivazione basato sui Certificati Verdi è giunto a termine a fine 2012, a fronte di una sua trasformazione, dal 1 gennaio 2013, in un sistema di incentivo sempre comunque basato su un meccanismo di valorizzazione economica della produzione, ma molto meno remunerativo. I certificati verdi, introdotti in Italia dal Decreto Bersani nel 1999, avevano lo scopo di sviluppare la produzione di energia elettrica verde nei mercati interni. Il meccanismo soppiantava il vecchio sistema a tariffa (il contestato CIP6), e mirava a stimolare la produzione di energia da Fonti Rinnovabili dalle diverse tecnologie, con adeguati meccanismi di supporto.

Il nuovo sistema di incentivazione divide gli impianti per soglie di potenza. Quelli che rientrano entro la soglia dei 5MW accedono ad un sistema a tariffa, tramite iscrizione ad appositi registri, mentre quelli superiori a questa soglia partecipano a delle procedure competitive di aste al ribasso. Gli impianti eolici fino a 60 kW, invece, accedono direttamente ai meccanismi incentivanti.

Va segnalato un aspetto che sta purtroppo segnando il mercato delle rinnovabili: l’incertezza. Basti pensare che gli operatori sono ancora in attesa di conoscere procedure e regole delle aste e degli incentivi che dovranno regolare l’anno in corso, il 2016.

Le sfide tecnologiche, quelle ambientali e quelle economiche, che un settore strategico come la produzione di energia dal vento deve raccogliere, hanno un solo comune denominatore che gli può permettere di vincerle: l’innovazione.

Energia. Innovazione vuol dire efficienza

In Italia si stima che la produzione potenziale di energia eolica installabile entro il 2020 sia di poco superiore ai 16.000 MW, che si traducono in 27 TWh prodotti in un anno. Questo potenziale deve materializzarsi, non solo attraverso l’individuazione di nuove aree idonee per la realizzazione di nuovi impianti, ma anche attraverso l’aumento di efficienza dei parchi già esistenti.

Questa maggiore efficienza passa necessariamente per l‘innovazione tecnologica nella gestione e manutenzione degli impianti. Oggi la tecnologia mette a disposizione nuovi strumenti in grado di aumentare significativamente le prestazioni delle turbine, correggendo il posizionamento delle turbine e assicurandone sempre il corretto allineamento con la direzione del vento, contrastando l’erosione delle pale, prevedendo sempre più accuratamente i fenomeni atmosferici e schedulando gli interventi di manutenzione in modo sempre più efficiente.
E’ un fatto che nell’industria dell’ energia eolica l’innovazione tecnologica si sia finora focalizzata sullo sviluppo del prodotto (la turbina eolica) tralasciando invece le attività di manutenzione post installazione. Un’attenta gestione del parco dopo l’installazione, con una attenta manutenzione dei componenti e l’utilizzo di tecnologie innovative oggi disponibili, è in grado di apportare concreti benefici in termini di aumento di produzione, riduzione dei carichi di lavoro e quindi estensione della vita utile dei componenti, ed è quindi in grado di aumentare considerevolmente il ritorno dell’investimento.

A parziale conferma di ciò gli studi dell’Associazione Nazionale Energie dal Vento, che sottolineano come il raggiungimento di obiettivi sempre più sfidanti passi per il rinnovamento dei parchi eolici attualmente esistenti. Questo perchè gli impianti più moderni sono anche i più efficienti, e quindi sono in grado di assicurare una produzione maggiore di energia.

Gli effetti a cascata di un investimento in innovazione tecnologica sono facili da immaginare (ed altamente auspicabili): una maggiore efficienza dei campi eolici significa una maggiore produzione e disponibilità di energia. E naturalmente un mix energetico più “verde”.

Se nel 2008 solo il 16% dell’energia che consumavano proveniva da fonti rinnovabili (dati GSE) questa percentuale nel 2011 era già salita a circa il 24% (quasi un quarto). Questo salto di qualità è stato dovuto in massima parte al boom del fotovoltaico del 2011, che in buona parte dipendeva dal sistema di incentivazione.

Il prossimo “salto di qualità”, che deve portare il mix energetico ad una percentuale sempre maggiore di fonti pulite come l’eolico, non potrà contare su interventi economici pubblici, deve necessariamente puntare sull’efficienza.

Energia. Efficienza significa economia

Un campo eolico più efficiente non è solo un auspicio ambientalista. E’ un innovazione del modello economico che non può più contare sugli incentivi, che deve necessariamente reggersi sulle sue gambe.

Una turbina che genera più energia perché meglio orientata o più duratura è una turbina che produce energia “meno costosa”. Con l’aumento dell’efficienza degli impianti diminuisce il costo di produzione dell’energia: un semplice principio economico che si sostanzia in maggiori introiti per l’operatore.

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