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Windtre Asset

Wind 3, ok il prezzo è giusto fra Veon e Hutchison?

Perché i russi di Veon hanno ceduto le quote detenute in Wind 3? Quali sono le reali strategie del gruppo russo nelle tlc e non solo? Qual è stato il prezzo dell’operazione? Quanto è stata valutata, dunque, Wind 3? Sono alcune delle domande che in queste ore si stanno ponendo addetti ai lavori, analisti e…

Perché i russi di Veon hanno ceduto le quote detenute in Wind 3? Quali sono le reali strategie del gruppo russo nelle tlc e non solo? Qual è stato il prezzo dell’operazione? Quanto è stata valutata, dunque, Wind 3?

Sono alcune delle domande che in queste ore si stanno ponendo addetti ai lavori, analisti e investitori. Ecco numeri, commenti e report di banche d’affari.

L’OPERAZIONE IN SINTESI

I russi di Veon hanno ceduto la quota del 50% in Wind Tre alla cinese Hutchison. Grazie all’operazione, che vale 2,45 miliardi di euro, la società russa è pronta ad incassare 1,1 miliardi di dollari, denaro che servirà all’espansione verso Oriente e per abbattere il debito.

I CONTI DI WIND 3

Wind 3 ha registrato, nel 2017, ricavi per 6,2 miliardi di euro, Ebitda per 1,95 miliardi, una perdita netta di 2,6 miliardi e un debito netto per 10,3 miliardi di euro.

I PERCHÉ DELL’OPERAZIONE

Perché i russi di Veon hanno venduto? Strategie di mercato: abbandonano l’Italia per puntare all’Oriente (mercato dal potenziale altissimo): i proventi, infatti, serviranno (in parte) per acquistare da Global Telecom Holding le attività in Pakistan e Bangladesh.

I NUMERI DELL’OPERAZIONE

In particolare, destinati all’operazione dovrebbero essere 400 milioni di dollari. E non solo: i russi, per concludere l’accordo con la compagnia Gth (sede al Cairo) sono pronti ad assumersi circa 1,6 miliardi di debito della compagnia egiziana. A questi andranno aggiunti 950 milioni di dollari che dovrebbero essere pagati in contanti e sottoposti a differimento. Veon, però, detiene il 57,7% di Gth, dunque deflusso di cassa netto totale sarà di circa 400 milioni. Anche questa operazione dovrà essere conclusa entro fine 2018.

LE STRATEGIE RUSSE SECONDO VEON

“Ci focalizziamo sui mercati emergenti, rafforziamo il bilancio del gruppo e supportiamo la politica attuale sui dividendi della società. Le operazioni di oggi sono passi importanti verso questo obiettivo” ha spiegato Ursula Burns, Executive Chairman di Veon.

IL DEBITO DA ABBATTERE

Veon, precedentemente nota come VimpelCom, annunciando l’accordo raggiunto con Hutchison e l’acquisto di asset da Gth, sottolinea la riduzione del debito attesa grazie alla transazione. Al termine delle due operazioni, la società si aspetta “un rapporto di indebitamento netto pro-forma di circa 1,8 volte, significativamente inferiore al nostro target ratio di 2,0”. Il gruppo ha compiuto “due step critici verso l’obiettivo di semplificare la struttura e incrementare il valore per gli azionisti”.

CHE COSA DICE BANCA IMI

Wind 3 è stata pagata a caro prezzo. Lo ha scritto ieri Banca Imi ricordando che il 50% di Wind Tre è passato al gruppo cinese CK Hutchison, che già deteneva il 50% delle quote, per 2,450 miliardi di euro. Gli analisti di Banca Imi ricordano nella nota di ieri che, in seguito alla fusione tra Wind e Tre, l’olandese Veon e il gruppo cinese CK Hutchison possedevano il 50% di Wind Tre ciascuno attraverso una Newco. Secondo le regole stabilite al momento della fusione, nel novembre del 2016, né Veon né Hutchison potevano ridurre la propria partecipazione al di sotto del 50% per un anno post-completamento della fusione dei due marchi, mentre in seguito ogni azionista poteva invocare un meccanismo di vendita in qualsiasi momento.

I CALCOLI CONTENUTI NEL REPORT

Banca Imi ha calcolato che la transazione implica una valorizzazione del 100% di Wind 3 di 4,9 miliardi di euro, che porta ad un corrispettivo totale di 14,6 miliardi di euro (esclusi i prestiti infragruppo) o 15,2 miliardi di euro (inclusi i prestiti intercompany), secondo i dati del 1 ° trimestre 2018. Sulla base della simulazione approssimativa dei risultati di Wind Tre per il periodo 2018-19 e ipotizzando un premio di controllo del 20%, la transazione implicherebbe un rapporto EV/EBITDA esclusi i prestiti intercompany e i costi di integrazione di 7 volte (in base ai conti attesi del 2018) e di 7,4 volte (per il 2019).

OK TELECOM-TIM

Questi multipli, aggiungono gli esperti, si confrontano con quelli molto più contenuti (4,7-4,5 volte) di Tim-Telecom Italia (in base alle stime di Banca Imi) e di 5,0-4,8 volte dei concorrenti del settore telecom europee, secondo Factset. Quindi, per quanto riguarda la valutazione, Banca Imi vede un’implicazione positiva per Tim. Però poi gli esperti si chiedono perché “CK Hutchison ha pagato un tale multiplo in una fase di performance operativa critica per Wind Tre e considerato che l’evoluzione del quadro competitivo è un grande punto di domanda”. Per i broker, “Wind Tre soffrirà sicuramente più dei concorrenti dell’ingresso di Iliad”.

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