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Coronavirus Asia

Vaccino anti Covid-19, chi e come ha bloccato il blitz di Trump in Germania

Tutti gli aggiornamenti sul tentativo (fallito) di Trump accaparrarsi in esclusiva per gli Stati Uniti il vaccino contro il coronavirus su cui sta lavorando l'azienda tedesca CureVac

Donald Trump è finito in fuorigioco e il suo tentativo di acquisire l’azienda CureVac per accaparrarsi in esclusiva per gli Stati Uniti l’eventuale futuro vaccino contro il coronavirus è fallito. Stoppato dall’intervento del grande azionista di CureVac, il miliardario Dietmar Hopp, fondatore e proprietario del gruppo Sap, produttore globale di software, in particolare di gestione aziendale. Lo riporta la rivista di finanza del gruppo Spiegel, Manager Magazine. La vicenda l’abbiamo raccontata in questo articolo.

In breve, il presidente americano aveva offerto una cifra attorno al miliardo di dollari per acquistare e trasferire negli Usa l’intera struttura della CureVac, azienda con sede a Tubinga che con l’aiuto dei ricercatori dell’istituto Paul Ehrlich per i vaccini e medicinali biomedici sta lavorando allo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus. Condizione per l’acquisto: che venisse assicurato l’utilizzo esclusivo del futuro vaccino negli Usa.

La storia era stata svelata dalla Welt am Sonntag, l’edizione domenicale della Welt, che aveva anche riportato l’intervento del governo di Berlino per cercare di ostacolare il tentativo: stretti contatti con il vertice aziendale e ipotesi di finanziamenti pubblici per contrastare il miliardo di dollari trumpiano.

Ora la storia è chiusa, Hopp ha messo la parola fine. E in una dichiarazione rilasciata nella serata di domenica ha indirettamente criticato l’operato del presidente americano, di fatto confermando i contorni inquietanti della vicenda. “Se ci riuscirà in tempi brevi di sviluppare un vaccino efficace contro il coronavirus, dovrà raggiungere in maniera solidale le persone di tutto il mondo e non solo quelle di una regione”.

Attraverso la Dievini Hopp BioTech Holding, il proprietario di Sap detiene anche l’80 percento delle quote di CureVac. Ma l’azienda di Tubinga annovera un altro nome, ancora più illustre. Il secondo maggior azionista è infatti la Fondazione Bill e Melinda Gates, che insieme alla CureVac ricerca e sviluppa una serie di vaccini contro diverse malattie infettive. In questi giorni sui social media viene frequantemente riportato un intervento del fondatore di Microsoft sui pericoli cui il mondo sarebbe andato incontro in caso di una pandemia: un video che oggi appare tristemente profetico, ma nel quale Gates esprime posizioni lontane dall’idea che un vaccino possa essere riservato in esclusiva alla popolazione di una sola nazione.
Anche l’avvicendamento lo scorso mercoledì del Ceo della CureVac, Daniel Menichella, potrebbe rientrare nella partita a pocker che si è incrociata attorno alla ricerca sul vaccino anti-coronavirus. Menichella, americano, aveva partecipato alla riunione organizzata da Trump all’inizio di marzo per definire le strategie di contrasto alla pandemia che sta dilagando in tutto il mondo. Una foto, pubblicata oggi dai media tedeschi, lo ritrae seduto al tavolo dell’incontro, fra i leader americani e i rappresentanti di case farmaceutiche. Da qualche giorno al suo posto siede Ingmar Hoerr, fondatore della CureVac e fino a due anni fa egli stesso a capo dell’azienda. Su questo cambio repentino, ambienti dell’azienda di Tubingia fanno trapelare l’indiscrezione che il grande azionista (Hopp) avrebbe richiesto un maggiore impegno da parte del fondatore di CureVac. E la Süddeutsche Zeitung riporta un’ulteriore dichiarazione del presidente del consiglio di sorveglianza Jean Stéphenne, per il quale “Hoerr, in quanto scienziato, visionario e fondatore è l’uomo giusto per guidare l’azienda nel futuro”.

Dietmar Hopp assurge oggi a salvatore della ricerca tedesca ed europea sul vaccino e, in caso di successo, della sua somministrazione anche in Germania, in Europa e in tutto il mondo. Curiosamente è lo stesso Hopp che, come presidente della squadra di calcio dell’Hoppenheim, è stato insultato e sbertucciato dai tifosi delle altre squadre (Bayern Monaco in particolare) fino a che il coronavirus non ha bloccato il campionato tedesco per il fatto di stravolgere con i suoi miliardi le tradizioni del calcio tedesco.

Sul piano politico l’unica reazione governativa è giunta dal ministro dell’Economia Peter Altmaier: “È stata una grande decisione da parte della dirigenza dell’azienda, la Germania non è in vendita”. In un lungo commento della Welt, il giornale che ha svelato la vicenda, si nota che il tentativo di assicurare un vaccino in esclusiva a un solo paese non sarà facilmente dimenticato quando l’emergenza coronavirus sarà terminata. Una macchia nei già fragili rapporti fra Germania e Usa.

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