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Unicredit-Mustier

Unicredit: numeri, obiettivi, dubbi e sportellate sul piano di Mustier

Che cosa prevede il nuovo piano industriale di Unicredit illustrato dal capo azienda Mustier e le prime reazioni di sindacati, esperti e analisti

CHE COSA HA DETTO MUSTIER SUL NUOVO PIANO UNICREDIT

L’ad Mustier, nel corso di una conference call, ha detto: “Lo ripeto: noi preferiamo il riacquisto di azioni, piuttosto che l’M&A. Al massimo, potremmo valutare qualche piccola acquisizione aggiuntiva. Ma in definitiva, non c’è alcuna operazione di M&A in programma”. Parola dell’amministratore delegato di Unicredit, Jean-Pierre Mustier, ieri presentando il nuovo piano industriale di Unicredit.

I SUBBUGLI SINDACALI IN UNICREDIT

Nel piano sono stimati risparmi per un miliardo da realizzare in Europa occidentale con 8mila tagli e la chiusura di 500 filiali. E a essere colpita in particolare sarà l’Italia, dove la banca ha intenzione di chiudere 450 agenzie e far uscire 5.500 persone, a cui si aggiungo altri 500 esuberi dal piano precedente. Totale: 6mila tagli. Sul tema «stiamo iniziando ora le trattative con i sindacati», ha detto Mustier. Che non ha dato dettagli su dove sono previste le uscite in Europa ma ha ricordato che «nel piano precedente abbiamo agito in modo socialmente responsabile e continueremo a farlo». La reazione dei sindacati non si è fatta attendere (qui il commento del leader della Fabi, Lando Maria Sileoni).

COME UNICREDIT STRIZZA L’OCCHIO AL MERCATO

UniCredit strizza l’occhio al mercato e mette sul tavolo 16 miliardi di creazione di valore dal 2020 al 2023, ha sintetizzato oggi il Sole 24 Ore: “Ma per riuscire a raggiungere questo risultato – non banale, visto un contesto di tassi negativi che mettono a dura prova la redditività -, la banca interviene con decisione sull’occupazione e annuncia 8mila tagli, tutti in Europa occidentale, di cui circa 6mila solo in Italia. È un piano strategico «pragmatico», come lo definisce la banca, quello presentato ieri a Londra dal ceo Jean Pierre Mustier. Il nuovo piano quadriennale “Team23” punta a centrare i target anche con ipotesi di mercato ultra-conservative, ovvero un Euribor a 3 mesi di -0,5% da qua fino al 2022 con un “rialzo” al -0,4% nel 2023”.

GLI OBIETTIVI DI MUSTIER PER UNICREDIT

Fra gli obiettivi principali, la distribuzione nell’arco di quattro anni di 8 miliardi di euro, alzando il payout al 40% già quest’anno grazie al 30% di dividendi pagati in contanti e al 10% di buyback. La distribuzione di capitale prevista sarà pari al 40% dell’utile netto dal 30% di oggi nel periodo 2020-2022, che salirà al 50% nel 2023, sempre con un mix tra dividendi cash e riacquisti di azioni, ha scritto Mf/Milano Finanza: “Nello specifico, 8 miliardi di capitale saranno girati ai soci nel periodo 2020-2023, inclusi 2 miliardi di buyback, mentre è prevista la crescita di 8 miliardi del patrimonio netto tangibile.Il gruppo guidato dal ceo Jean Pierre Mustier mira a un utile netto di 4,3 miliardi nel 2020 per salire a 5 miliardi nel 2023”.

I NUMERI DEL PIANO DI UNICREDIT

Il piano stima che “la crescita e il rafforzamento della base paneuropea di clienti produrranno ricavi resilienti, malgrado il contesto di tassi d’interesse negativi”, per 19,3 miliardi nel 2023, con una crescita annua composta (Cagr) del +0,8% dal 2018 al 2023.Fra gli obiettivi vi sono inoltre le esposizioni creditizie deteriorate (Npe) non core sotto 9 miliardi entro fine anno e sotto 5 miliardi entro fine 2020, un costo del rischio di 40 punti base nel 2023, con un rapporto tra esposizioni deteriorate lorde e totale crediti lordi inferiore al 3,8% nel 2023.

LA SINTESI DI MILANO FINANZA

La banca punta anche a un allineamento graduale dei portafogli di titoli sovrani nazionali (Btp) e a rivedere la struttura del gruppo grazie anche alla creazione di una subholding, con sede in Italia e non quotata, per le attività internazionali, ha aggiunto Mf: “La società andrà a racchiudere alcune attività di gruppo all’estero per ottimizzare nel medio termine i requisiti Mrel, i nuovi vincoli sul passivo delle banche introdotti qualche anno fa dalla direttiva europea sul risanamento e la risoluzione degli istituti di credito (Brrd). La nuova struttura dovrà inoltre servire a ridurre le esposizioni infragruppo e accorperà le attività di alcuni Paesi esteri, come le corporate bank in Austria e Germania e nell’area Central and Eastern Europe (Cee).

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

Ha commentato oggi Alessandro Graziani del Sole 24 Ore: “Vista dalla prospettiva degli investitori, dall’arrivo di Mustier la banca è senz’altro più «bella» agli occhi del mercato, anche se la lunga serie di cessione di asset avvenuta nel frattempo ha ridotto il perimetro della grande banca paneuropea che è stata e che doveva essere. Il percorso intrapreso da Mustier pareva portare dritto a un merger europeo, che però ufficialmente il ceo ha sempre negato di cercare (anche se nei mesi scorsi tutti i media anglosassoni hanno dato conto di trattative riservate e fallite con SocGen e Commerzbank). Incertezza strategica? Forse. Il vero limite della nuova UniCredit, più che strategico, pare di identità. Rinuncia a diventare un colosso paneuropeo, senza però essere percepita come banca di riferimento in nessuno dei grandi Paesi in cui è presente. Una banca certamente più bella per trader e investitori. Ma senza un’anima. Non è detto che sia un difetto, ma per l’Italia è una novità”.

L’ARTICOLO DI BORZI SUL FATTO QUOTIDIANO

“La riduzione del personale è stata dovuta in parte anche alle cessioni: sotto la gestione Mustier UniCredit ha ceduto Fineco, la polacca Bank Pekao, è uscita dalla banca turca Yapi Kredi e dall’ucraina Ukrsotsbank, ha venduto l’asset manager Pioneer e le attività nelle carte in Italia, Germania e Austria, ha liquidato la quota in Mediobanca – ha scritto Nicola Borzi oggi sul Fatto Quotidiano – Il tutto per sostenere la redditività languente delle attività core e saziare gli inestinguibili appetiti degli azionisti”.

IL TWEET DI PAOLO MADRON, DIRETTORE DI LETTERA 43

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