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Green Deal

Tutte le ardue sfide di Conte e Tria fra Europa, debito e fisco

L’analisi di Gianfranco Polillo sulle prossime mosse di Tria fra Iva, debito, Europa e fisco Gli elementi d’incertezza che abbiamo approfondimento in questa analisi hanno pesato ben poco sul dibattito parlamentare sul Def, durante l’esame della mozione presentata dalla maggioranza. Scontata l’ipotesi di sterilizzare l’aumento dell’IVA e delle accise, per un valore di circa 12,4…

Gli elementi d’incertezza che abbiamo approfondimento in questa analisi hanno pesato ben poco sul dibattito parlamentare sul Def, durante l’esame della mozione presentata dalla maggioranza.

Scontata l’ipotesi di sterilizzare l’aumento dell’IVA e delle accise, per un valore di circa 12,4 miliardi di euro. Nel tendenziale elaborato dal Governo Gentiloni il deficit di bilancio previsto per il 2019 era pari allo 0,8 per cento, contro 1,6 dell’anno in corso: risultato ch’era ottenuto non contemplando l’eliminazione delle clausole di salvaguardia. Ipotesi che avrebbe fatto aumentare l’Iva e le accise.

Volendo superare questo scoglio, senza mettere mano al portafoglio (vale a dire aumentando le entrate o riducendo le spese), il deficit tornerebbe a collocarsi sui valori dell’anno precedente: vale a dire, all’incirca, all’1,5 per cento. Senza contare le ulteriori spese che fanno parte del cosiddetto paniere indifferibile. Sarà quindi una quadratura del cerchio difficile, che prudentemente è stata rinviata in attesa di tempi migliori.

Nel frattempo, tuttavia, si ipotizza di rinviare il pareggio di bilancio ad un anno successivo. Un classico dei tempi più recenti. Quando questo traguardo, ogni volta, è stato posticipato. La fatica di Giovanni Tria, il ministro dell’Economia, è stata quella di smorzare i bollori. Ricordando a tutti che con il debito, visto anche lo scenario internazionale appena descritto, non si scherza.

I conti dovranno essere fatti, innanzitutto, con l’oste. Vale a dire con la Commissione europea e solo dopo valutare, con realismo, ciò che si può fare e cosa appartiene invece al mondo dei sogni. Operazione non facile, considerato il quadro politico italiano. Con i due principali protagonisti – Lega e 5 stelle – decisi ad intestarsi possibili successi nel campo che gli è proprio. Ed è confliggente.

La trattativa con l’Europa sarà, quindi, complessa. E non limitata ai soli aspetti economici. Occorrerà un accordo quadro in cui affrontare temi più generali come quello dell’immigrazione, della riforma della governance europea e quindi della possibile maggiore flessibilità di bilancio da accordare all’Italia. Una volta avute le necessarie assicurazioni, si potrà procedere, magari anticipando con uno specifico decreto legge, da varare prima dell’estate, almeno una parte della possibile manovra.

Occorrerà quindi seguire con attenzione la trattativa. Il rischio è che per ottenere margini di flessibilità maggiori si accettino regole, come quelle del Fondo europeo, di cui potremmo amaramente pentirci in una prospettiva di medio periodo. Segnali in questa direzione – i colloqui tra il Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ed Angela Merkel – non sono del tutto tranquillizzanti.

Un atout a favore del Governo è l’ipotesi di “pace fiscale”, contenuta negli accordi di governo. Potrebbe servire a finanziare, per un anno, la riforma fiscale. Si tratterebbe, infatti, di un’operazione una tantum che non rientrerebbe nelle valutazioni del deficit strutturale.

Sarebbe, in altre parole, fuori da quei confini e quindi non spendibile ai fini del relativo contenimento, come richiesto dalla stessa Commissione europea, nei mesi passati. Quello 0,3 di differenza che, per la verità, Pier Carlo Padoan ha più volte contestato, ricordando che i calcoli europei non sono in linea con quelli previsti dalle altre Organizzazioni internazionali.

Quindi quelle maggiori entrate, di cui è difficile quantificare con esattezza l’ammontare, potrebbero essere spese per venire incontro ad una richiesta – l‘abbattimento del carico fiscale – da tutti sentita. Sarebbe, ovviamente, un ristoro temporaneo, trattandosi di somme non ripetibili, ma il traguardo del 2019, con le elezioni (al momento solo europee) alle porte, è un problema che non può essere ignorato.

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