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MediaPro

Juventus, Lazio, Torino, Roma, Napoli. Ecco come i club si dividono su Mediapro e i diritti tv della Serie A

A meno di tre mesi dall’inizio del Campionato 2018-2019, i club di Serie A litigano ancora per l’assegnazione dei diritti a Mediapro o a Sky. Articolo di Giusy Caretto Il campionato di Serie A 2017-2018 si è concluso e già si pensa a quella che sarà la prossima stagione calcistica. Peccato, però, che ancora oggi…

Il campionato di Serie A 2017-2018 si è concluso e già si pensa a quella che sarà la prossima stagione calcistica. Peccato, però, che ancora oggi non si sa dove i tifosi e gli appassionati guarderanno le partite.

La storia dei diritti Tv della Serie A è ancora tutta da giocare: la Lega li ha venduti a Mediapro per 150 milioni a stagione, mentre Sky e Mediaset si erano fermate a 830, ma il Tribunale di Milano ha bocciato il bando di rivendita dei diritti redatto dalla società spagnola e, così, quest’ultima non ha fornito le garanzie finanziarie richieste. E la cosa non è piaciuta a Lega e club.

Lunedì 28 maggio, tutte le squadre saranno chiamate ad esprimersi sulla risoluzione immediata del contratto con gli spagnoli. Ma i tempi sono stretti e a soli 3 mesi dal fischio di inizio del campionato, aumenta il rischio che tutti possano farsi male: Mediapro, che potrebbe perdere i diritti, Sky, che tanto vuole qui diritti e vuole eliminare Mediapro, e Lega, a cui servono i soldi di Mediapro.

LA PRIMA VOTAZIONE

In realtà, una prima votazione su questo c’è già stata la sera di martedì 22 maggio. Durante l’assemblea della Lega Serie A sono state effettuate due diverse votazioni sui diritti tv.

Con 14 voti su 17, è stata approvata la delibera in cui si definiscono insufficienti le garanzie prospettate da Mediapro e, in totale contrasto con quanto votato prima, per un voto non è passata la risoluzione immediata del contratto con gli spagnoli.

In quell’occasione, 11 club di Serie A hanno votato a favore della risoluzione del contratto. Il Chievo si è espresso contro la risoluzione, ma ci sono stati anche 3 astenuti (Udinese, Cagliari e Torino) e 2 assenti (Milan e Lazio).

VERSO UN NUOVO VOTO

L’assemblea è continuata la mattina di mercoledì 23 Maggio, ma i 17 club della massima serie (le tre squadre retrocesse non possono esprimersi sulla materia) hanno deciso di aggiornarsi nuovamente lunedì 28, dopo che solo 10 squadre si sono espresse per chiudere con Mediapro. A favore della risoluzione hanno votato Atalanta, Bologna, Fiorentina, Inter, Juventus, Napoli, Roma, Sampdoria, Sassuolo e Spal.  Urbano Cairo si è astenuto col suo Torino assieme a Cagliari, Genoa, Milan e Udinese, con Chievo e Lazio assenti.

LA POSIZIONE DI CAIRO

Urbano Cairo, dicevamo, ha scelto di astenersi e di rimandare la decisione, favorendo la possibilità del canale unico della Lega (ipotesi che tanto piace a Mediapro) come unica via per vendere i diritti Tv. La sua, dobbiamo pur dirlo, è una posizione particolare: il presidente del Torino, infatti, ha sottolineato articolo di Repubblica a firma di Marco Mensurati, è anche proprietario anche di Rcs e La7, nonché di una concessionaria pubblicitaria teoricamente interessata ad avere un ruolo nella partita. C’è conflitto di interessi?

Sempre secondo Repubblica, Cairo ed altri in questi giorni starebbero studiando qualche trappola per provare a far saltare la presidenza Micciché.

I CHIARIMENTI DI CAIRO

“1. Non faccio il tifo per nessuno, sono dalla parte della Lega e della corretta valorizzazione dei diritti tv.
2. La strategia delle concessionarie del Gruppo Cairo Communication è quella di vendere i nostri mezzi e non quelli di terzi (infatti RCS lo scorso anno ha consentito di rinunciare a contratti di concessione pubblicitaria per conto terzi per alcune decine di milioni di Euro), come ho dichiarato anche a la Repubblica in un’intervista nel mese di gennaio di quest’anno.
3. Rispetto a temi di grande rilevanza come quello dei diritti tv, ritengo sia importante disporre di un quadro informativo completo, tra l’altro in una situazione in continua evoluzione,  e di poterne discutere in un confronto assembleare. Il parere legale che ci è stato sottoposto mercoledì mattina era incompleto in quanto rispondeva a un quesito limitato.
4. Verso Gaetano Miccichè nutro molta stima e amicizia. Non potrei mai essere parte di alcuna “trappola” nei suoi confronti, di cui tra l’altro non ho alcuna notizia.
5. Del canale ho sempre parlato fin dallo scorso giugno 2017 come di una ipotesi possibile e da studiare”, avrebbe scritto Urbano Cairo in una lettera indirizzata a Dagospia, provando a smentire le accuse fatte da Repubblica.

UNA TERZA VIA?

Intanto, in questi giorni, c’è chi lavora ad una terza via, quella della pace. Si pensa, infatti, alla possibilità di una risoluzione consensuale del contratto Mediapro-Lega e nuove trattative parallele della Lega con gli spagnoli e Sky: magari pensando ad un accordo-ponte per un anno.

LE INDISCREZIONI DI REPUBBLICA

“Lunedì si decide: la linea di Malagò-Micciché stavolta ha ottime possibilità di passare – ha scritto Repubblica – La Lega di serie A deciderà di rompere con Mediapro (che farà causa) e di andare al terzo bando, meglio ancora ad una trattativa privata con Sky (che avrebbe un contratto all’80 per cento in esclusiva) e con Perform, pronte ad offrire intorno ai 950 milioni, forse qualcosina in più. Tutto si potrebbe chiudere nel giro di 15 giorni. Il 19 agosto, quando inizierà il campionato, si vedranno tutte le partite in tv”.

LA SCISSIONE DEI DIRITTI PER ACCONTENTARE TUTTI?

Ma c’è anche chi studia altro. Roma e Napoli, basandosi sulla Legge Melandri, pensano all’ipotesi di scissione. Secondo quanto previsto dalla Legge, infatti, se dopo 40 giorni,  i diritti non siano stati venduti collettivamente, i singoli club possono rientrarne in possesso e venderli individualmente.

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