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Tutte le scaramucce legali fra Elliott e Vivendi su Tim

Stallo sulla vicenda Tim. La contesa per il controllo dell’ex Telecom Italia tra i francesi di Vivendi e gli americani del fondo Elliott è ormai una faccenda di avvocati al momento, più che di strategie industrial-finanziarie-politiche. Vediamo le ultime novità emerse ieri. LA LISTA DEI SINDACI Vivendi ha presentato la sua lista per la nomina…

Stallo sulla vicenda Tim. La contesa per il controllo dell’ex Telecom Italia tra i francesi di Vivendi e gli americani del fondo Elliott è ormai una faccenda di avvocati al momento, più che di strategie industrial-finanziarie-politiche. Vediamo le ultime novità emerse ieri.

LA LISTA DEI SINDACI

Vivendi ha presentato la sua lista per la nomina del collegio sindacale all’assemblea del 24 aprile. Sono tutti nomi nuovi. Candidati come effettivi Marco Fazzini, Francesco Panni Schiavone, Pietro Mastropasqua e Mara Vanzetta. Come sindaci supplenti sono candidati Antonia Coppola, Andrea Balelli, Maria Francesca Talamonti e Silvio Tirdi.

IL SILURAMENTO

Solo un caso il ribaltone voluto dai francesi di Vivendi? L’interrogativo non è peregrino perché i sindaci uscenti avevano assegnato un punto al fondo Elliott ribaltando la decisione del consiglio di amministrazione e integrando l’ordine del giorno dell’assemblea del prossimo 24 aprile con la richiesta presentata dal fondo Usa di revoca e sostituzione dei consiglieri in quota Vivendi.

BARUFFA IN CDA

Ma ieri a tenere banche nella riunione del board dell’ex Telecom Italia sono stati anche le remunerazioni. E le tensioni si sono fatte sentire. Il board ieri all’unanimità ha votato il piano industriale di Amos Genish ma si è “spaccato sul bonus milionario da pagare in azioni ai manager al raggiungimento degli obiettivi di quel piano”, scrive oggi Repubblica: “L’ultima parola sugli 85 milioni di azioni gratuite, di cui 30 milioni riservate a Genish, spetta all’assemblea del 24 aprile, ma ormai è chiaro che il divario tra i consiglieri dimissionari espressione di Vivendi e quelli di Assogestioni è insanabile”. Genish e il presidente Arnaud de Puyfontaine hanno inoltre dovuto rinunciare al loro bonus 2017, altrimenti nessun dirigente Telecom l’avrebbe percepito, perché non ci sarebbe stata la maggioranza in cda.

DOSSIER COLLEGIO

Intanto, come detto, con un giorno di anticipo sulla scadenza Vivendi ha presentato la sua lista, tutti nomi nuovi, per la nomina del collegio sindacale. Ora si aspetta che anche Elliott ed eventualmente Assogestioni presentino le proprie.

LE TRATTATIVE

Se i fondi italiani non dovessero presentare una lista potrebbe significare che daranno il loro appoggio a quella del fondo americano; uno scenario auspicato dall’associazione dei piccoli azionisti di Tim, Asati, che in questo senso si è esposta con una lettera inviata ai rappresentanti dei fondi e anche ai vertici del fondo Elliott (qui l’articolo di approfondimento di Start Magazine). Ma il progetto non sta andando in porto, se ci si basa su quello che avviene per il collegio sindacale. Infatti i fondi italiani del Comitato gestori si smarcano da Elliott e presentano una lista propria per il collegio sindacale. I gestori che hanno presentato le liste sono titolari di oltre l’1,5% delle azioni ordinarie della società e ricandidano come sindaci effettivi Roberto Capone e Anna Doro. Tra i sindaci supplenti sono candidati Franco Dalla Sega e Laura Fiordelisi.

LA TEMPISTICA

Tim – secondo gli addetti ai lavori – dovrebbe procedere entro il 9 aprile (che è anche il termine per la presentazione delle liste per l’assemblea del 4 maggio) a pubblicare il nuovo ordine del giorno, ma il cda vuole vederci chiaro e aspetta di leggere la relazione dei sindaci per comprendere se avevano davvero diritto di intervenire sostituendosi al board.

LA DECISIONE DEL CDA

Per questo, “per discutere delle eventuali azioni a valle della decisione del collegio sindacale” fra 10 giorni il cda si riunirà di nuovo. Prima di muoversi anche Vivendi vuole vedere le motivazioni dei sindaci. L’idea sottostante è che il Collegio Sindacale non avesse ragione di muoversi perché il cda non è rimasto “inerte”, come indica l’articolo 126 del Tuf (Testo unico della Finanza) cui fanno riferimento i sindaci, ma ha deciso di non accogliere le richieste motivando la decisione, ovvero ritenendole superate dagli eventi. In questo caso non sarebbe dovuto essere il Collegio di vigilanza bensì il Tribunale ad intervenire (“sentiti i componenti degli organi di amministrazione e di controllo, ove il rifiuto di provvedere risulti ingiustificato”). Ultima ratio per i francesi potrebbe essere far ricorso d’urgenza al Tribunale.

TUTTI GLI APPROFONDIMENTI DI START MAGAZINE SULLA PARTITA TIM:

TIM, I SINDACI DELUDONO VIVENDI, ELLIOTT SCALDA LA CONSOB E BERNABE’ ESTERNA CONTRO IL FONDO

INFO E INDISCREZIONI SUI POUR PARLER FRA ELLIOTT, FONDI E ASATI IN CHIAVE ANTI VIVENDI

COME IL GOVERNO GENTILONI HA OSCILLATO FRA VIVENDI ED ELLIOTT SU TIM

ECCO COME I PICCOLI AZIONISTI DI TIM CRITICANO VIVENDI E ATTENDONO ELLIOTT

TUTTI I DETTAGLI (E LE POSIZIONI POLITICHE) SUL DOSSIER RETE TIM

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