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Cosa pensa di Tav e ferrovie Marco Ponti, il consigliere di Toninelli per le grandi opere

Che cosa pensa delle grandi opere come Tav il consigliere di Toninelli, l'economista Marco Ponti, che lavora all'analisi costi-benefici dell'Alta Velocità. L'approfondimento di Lorenzo Bernardi

Il giornalista del Corriere Francesco Verderami  lo ha definito “un tecnico molto politico”. Marco Ponti è uno dei consulenti che il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha voluto nella commissione incaricata dell’analisi-costi benefici delle grandi opere. Il gruppo di lavoro entro fine anno dovrebbe completare il proprio lavoro sulle grandi infrastrutture, sul quale il governo dovrebbe basare le sue strategie.

Ponti è un accademico stimato. Già docente di economia dei trasporti all’Università di Venezia e al Politecnico di Milano, è stato consulente per la Banca Mondiale, la Commissione Europea, Ferrovie dello Stato e Ministero del Tesoro. È noto anche per alcune posizioni controcorrente e critiche nei confronti dei vari governi (quantomeno di quelli precedenti all’attuale: Ferpress.it, su cui lo stesso Ponti cura una rubrica settimanale, lo etichetta come un “bastian-contrario mai in linea col Potere”).

Ponti, assieme ad altri tecnici, è chiamato sostanzialmente a rispondere una domanda: le varie grandi opere pianificate nel corso degli anni e non ancora completate servono davvero?

Parliamo di Tav, delle principali ferrovie ad alta velocità, del terzo valico (la tratta ferroviaria Tortona-Genova), della stazione di Firenze, della Gronda di Genova e non solo.

Ma cosa pensa il professore dei vari progetti? La premessa è che da qualche mese, sul punto, l’esperto si tiene piuttosto abbottonato proprio in virtù del suo ruolo nel gruppo di lavoro di Toninelli. A chi su La7, ai primi di ottobre, gli chiedeva se Tav e terzo valico servissero o meno lui rispondeva: «Non posso dirlo perché sto facendo i conti».

Certo è che Ponti passa per un tecnico molto critico nei confronti delle grandi opere, soprattutto quelle ferroviarie. Alcune delle sue posizioni si possono recuperare sul sito lavoce.info, dove ha pubblicato numerosi articoli.

IL TAV

Il progetto più controverso, la linea alta velocità Torino-Lione, non è sfuggito alle critiche di Ponti. Sempre su La7, lo scorso 2 agosto, il professore confutava uno degli argomenti a sostegno della realizzazione della tratta: i supposti benefici ambientali. «Gli effetti (positivi, ndr) sull’ambiente dello spostamento dalla gomma al ferro ci sono, ma sono molto piccoli. Può darsi che per ottenere quei benefici ci siano mezzi diversi, piuttosto che non spendere pacchi di miliardi per spostare poca roba».

Ponti tuttavia ha voluto chiarire, in un’intervista al Messaggero, di non essere aprioristicamente contro il Tav. «Non ho pregiudizi ideologici. La mia analisi è da tecnico. Vedrò i nuovi numeri che mi darà il ministero, farò delle valutazioni, studierò il dossier partendo dalle ultime analisi. Poi sarà la politica a decidere in maniera autonoma» ha dichiarato.

Resta il fatto che in un’intervista su Linkiesta del 19 agosto 2017, ha definito il progetto iniziale della Torino-Lione «uno spreco folle dei nostri soldi». E interpellato su un possibile stop alla realizzazione dell’opera, ha ribattuto che «può darsi che purtroppo non si riesca più a tornare indietro».

IL TEMA DEI FONDI

Il nodo centrale dei ragionamenti di Ponti sono spesso i costi. O meglio il rapporto costi-benefici. «Abbiamo 132 miliardi di opere pubbliche che non sono mai state valutate – ha detto pochi giorni fa all’Aria che tira – Nemmeno una. Tutti dichiarano che sono tutte indispensabili, il che è ridicolo. Considerato che i soldi pubblici sono scarsi, ci deve essere almeno una gerarchia». Sul tema Ponti non lesina critiche al precedente Governo che di dare priorità «non se l’è sognato. Ma è moralmente inaccettabile che non si facciano queste analisi».

Qualche settimana fa, sempre su La7, il professore aveva sostenuto che «per euro pubblico speso, le grandi opere sono il settore che occupa meno persone». Mentre intervenire sulla manutenzione del patrimonio infrastrutturale italiano «a parità di spesa creerebbe più occupazione».

LE LINEE FERROVIARIE

Ponti ha espresso nella sua carriera varie obiezioni alla realizzazione di infrastrutture. Sulla stazione di Firenze ha significativamente sottolineato come, malgrado pagasse tutto lo Stato, anche «le Ferrovie hanno detto che è inutile».

Sulla linea alta velocità Brescia-Padova il professore ha prodotto una valutazione a proprie spese i cui risultati ha definito «atroci», mentre chi gli chiedeva l’utilità di nuove ferrovie al Sud, come l’alta capacità Napoli-Bari, Ponti replicava che «il Sud ha bisogno di tecnologie, non certo di cemento».

Il tecnico ha poi negato di annoverare il terzo valico fra opere con uno stadio di avanzamento lavori tale per cui uno stop sarebbe senz’altro svantaggioso. «Mi risulta che siamo a poco più di un terzo (del cantiere, ndr), dunque ne parliamo».

Fra i progetti “salvati”, troviamo ad esempio l’alta velocità Milano-Roma («Ci sono anche grandi opere utili…»)

LE AUTOSTRADE

Il professore si è mostrato più favorevole ad alcuni progetti autostradali. In parte perché l’investimento non pesa interamente sulle tasche dei contribuenti, a differenza delle ferrovie. Fra le opere “approvate” da Ponti c’è la Brebemi, la tratta che connette il Milano e Brescia passando da Bergamo. Bocciata, invece, la Pedemontana lombarda, per colpa del «percorso infelice» e delle «difficoltà a trovare finanziamenti privati». Giudizio sospeso, per ora, sullo svincolo di Genova, la cosiddetta Gronda. Definita comunque «molto costosa».

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AGGIORNAMENTO DEL 12 FEBBRAIO 2019, GIORNO DELLA PUBBLICAZIONE DELL’ANALISI COSTI-BENEFICI

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