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Psd2, che cosa cambia dal 14 settembre per le banche (e perché Amazon, Google, Facebook e fintech festeggiano)

L'approfondimento di Fernando Soto

Il 14 settembre entra in vigore anche in Italia la direttiva europea PSD2. Effettuare pagamenti più sicuri via internet, grazie a un sistema d’identificazione in due passaggi, e godere d’innovativi servizi finanziari grazie all’ingresso nel mercato di nuovi operatori del settore.
Sono alcuni dei benefici che porterà con sé la normativa europea in materia in vigore da domani, ultimo tassello della revisione della Direttiva europea sui servizi di pagamento (Psd2).
In sostanza Amazon, ma anche Facebook, WhatsApp, o società FinTech che offrono servizi di pagamento o affini potranno dunque leggere i conti (profilando i clienti) e mettersi in competizione con le banche.
“I consumatori europei saranno più protetti contro le frodi online, e avranno miglior accesso a forme più innovative di pagamenti online e via smartphone”, scrive la Commissione Ue in una nota. Le nuove norme verranno recepite in maniera graduale dagli operatori del settore per dare loro il tempo di adattarsi ai cambiamenti, così come suggerito dall’Autorità bancaria europea. Tuttavia, l’esecutivo comunitario invita tutti gli Stati membri a fare in modo che la messa in pratica delle regole sia “rapida”.

Una volta che sarà in vigore, il nuovo sistema d’identificazione basato su due fattori, come l’impronta digitale e un codice pin, sarà obbligatorio per tutti i pagamenti online e mobile superiori ai 30 euro. Diversi elementi della Psd2 sono già entrati in vigore in tutta Europa dal 13 gennaio 2018.

La PSD2 è una vera rivoluzione che coinvolge sia il settore bancario sia il FinTech e dunque la data del 14 settembre è da segnare sul calendario a caratteri cubitali. “Insieme a una seconda data: quella del 13 giugno, con la conversione in legge del Decreto Crescita e la costituzione della Sandbox, ovvero lo spazio limitato entro cui agire in deroga alle regole di base per sperimentare e portare a regime i propri modelli di business e/o la propria offerta in tempi più rapidi e in maniera più efficace, andando avanti per prove ed errori. Un modo per il FinTech di innovare e crescere in maniera più efficiente”, ha spiegato Antonio Lafiosca, COO di BorsadelCredito.it.

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L’APPROFONDIMENTO DI BORSADELCREDITO.IT

La direttiva europea sui servizi di pagamento apporterà alcune significative novità nel sistema finanziario, aprendo le banche all’integrazione con le tecnologie digitali e definendo per i clienti nuovi sistemi di autenticazione e sicurezza. In sostanza, decreterà il passaggio delle banche verso un’attitudine sempre più FinTech.

Il Decreto Legislativo 218 del 15 dicembre 2017 che recepisce la direttiva 2015/2366 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2015 è entrato in vigore il 13 gennaio 2018, ma con un periodo di transizione stabilito in 18 mesi per rendere possibile ai soggetti coinvolti la sperimentazione delle metodologie più consone per adattarsi alle novità. Dal 14 settembre 2019, però, tutti dovranno essere compliant.

La più importante novità (e a ben vedere il fulcro dell’intera normativa europea) è l’obbligo per le banche di rendere accessibili i conti correnti dei propri clienti a terze parti, che potranno, previa autorizzazione, effettuare operazioni di pagamento per conto del titolare. Questo vuol dire che chiunque abbia un conto presso qualsiasi banca italiana, per esempio, potrà ottenere che Amazon legga le informazioni sul suo conto e disponga su di esso il pagamento di un oggetto che si vuole acquistare sul portale.

Amazon, ma anche Facebook, WhatsApp, ovvero tutti i prossimi incumbent della finanza, o società FinTech che offrono servizi di pagamento o affini potranno dunque leggere i conti (profilando i clienti) e mettersi in competizione con le banche, aumentando la propria forza disruptive verso un sistema che se non innova rischia realmente di soccombere. E che questa indicazione arrivi dal legislatore europeo è molto significativo. Il FinTech è il futuro, le banche – così come sono – un passato destinato a esaurirsi, a meno che non si avviino verso un’integrazione.

La PSD2 ha anche un importante effetto consequenziale: quello di aumentare la sicurezza per i clienti. L’accesso alle proprie aree riservate, la disposizione dei pagamenti, l’espressione di consenso a un’azione attraverso un canale remoto, richiederanno barriere aggiuntive all’ingresso a scopo di protezione. Proprio perché quello in cui si agirà a partire da metà settembre è un sistema aperto che prevede lo scambio di dati sensibili, è necessario garantire una protezione elevata contro accessi fraudolenti e rischi di hackeraggio. Protezione che si otterrà attraverso la Strong Customer Authentication, o autenticazione a due fattori, perché richiede la verifica di almeno due informazioni diverse per provare in maniera univoca l’identità dell’utente.

Se questo della doppia autenticazione è un effetto correlato, la parola chiave della PSD2 tuttavia resta TTP: Third Party Provider (gli incumbent e le società FinTech di cui sopra). I TTP potranno utilizzare le API (Application Programming Interface) e accedere direttamente ai dati dei clienti delle banche per fornire nuovi servizi informativi o dispositivi, attraverso app scaricate sul mobile. Servizi che potranno andare ben oltre i pagamenti, includendo, per esempio, la gestione dei risparmi, il tracciamento delle spese, il pagamento delle bollette o i servizi di lending. Tutto passando attraverso una customer experience totalmente digitale e più adeguata ai tempi e alle richieste del mercato. Possiamo dire con un certo margine di certezza che la PSD2 getti le basi per un reale open banking (e decreti la fine delle operazioni allo sportello, imponendo un radicale rinnovamento alle banche tradizionali).

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