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Progetto Italia con Salini Impregilo, Astaldi, Pizzarotti e pure Cdp? Nessun problema di concorrenza nelle gare. Parola del prof. Clarich

Conversazione sul campione nazionale in fieri Progetto Italia con Marcello Clarich, cassazionista, docente di Diritto amministrativo alla Sapienza di Roma. Proseguono gli approfondimenti di Start Magazine sul piano per un polo nazionale nel settore delle costruzioni e delle opere pubbliche

La presenza di Cassa Depositi e Prestiti non crea nessun problema particolare alla eventuale partecipazione di Progetto Italia a gare pubbliche. Secondo Marcello Clarich, cassazionista, docente di Diritto amministrativo alla Sapienza di Roma, la questione non si pone sia se il gruppo sarà partecipato sia se sarà controllato da Cdp. Insieme alla Cassa sarà il gruppo Salini Impregilo a costituire il futuro maxi-polo nazionale delle costruzioni che passa dal salvataggio di Astaldi e forse anche di altre società in difficoltà del settore e altre invece in buona salute.

PRESENZA DI CDP NON IMPEDISCE PARTECIPAZIONE A GARE PUBBLICHE

Il dubbio sulla presenza di Cdp in Progetto Italia sorge considerando che gran parte delle commesse sulle grandi opere sono statali. “In realtà non vedo problemi particolari perché è la società intera che partecipa alle gare pubbliche”, chiarisce Clarich, che però puntualizza: “Certo, se fosse Cdp a bandire la gara per realizzare un’opera pubblica allora la questione sarebbe ben diversa ma non vedo un conflitto d’interesse se la Regione Piemonte o la Società autostrade o un’altra concessionaria statale bandisce una gara”, sottolinea il noto amministrativista.

MA LA PARTECIPAZIONE DI CDP E’ COERENTE CON IL SUO STATUTO?

Secondo Clarich, invece, occorre porre attenzione su un altro aspetto. “Io guarderei con attenzione al fatto se Cdp può partecipare o controllare un soggetto del genere ovvero se la partecipazione è coerente con la sua mission. Peraltro la Cassa ha criteri abbastanza rigidi nel suo statuto”. Insomma, quel che si deve evitare è che la Cassa “diventi una sorta di finanziaria per le imprese decotte”. E il pensiero va alle tante situazioni problematiche di gruppi importanti – si veda Alitalia – per il cui salvataggio ogni tanto spunta il nome di Cdp, anche se i vertici della Cassa ha ripetutamente smentito questa eventualità proprio a norma di statuto della società controllata dal Tesoro e partecipata dalle fondazioni bancari.

Dunque, “all’atto della costituzione del soggetto – osserva Clarich – al consiglio di amministrazione di Cdp spetterà il compito di valutare la coerenza del progetto con i valori espressi dallo statuto della Cassa”.

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