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Reddito Di Cittadinanza

Ecco come Poste Italiane sfreccerà con Di Maio sul reddito di cittadinanza (e non solo)

L'approfondimento di Michele Arnese

Poste Italiane al centro delle attenzioni del governo. Non è soltanto la Cassa depositi e prestiti (controllata all’80% dal ministero dell’Economia) in cima ai pensieri del Movimento 5 Stelle. Le sintonie fra Poste Italiane ed esecutivo (in particolare, con i Pentastellati) sono sempre più frequenti, seppure tra alti e bassi come ricostruito di recente da Start Magazine, anche per la stima sbandierata da Davide Casaleggio per il vertice del gruppo postale capitanato da Matteo Del Fante.

CHE COSA HA DETTO DI MAIO SU POSTE ITALIANE E TESSERE PER REDDITO DI CITTADINANZA

Ieri il vicepremier Luigi Di Maio, dopo aver cambiato più versioni, ha detto di aver dato mandato di lavorare con Poste Italiane alle tessere per il reddito di cittadinanza. Però, per un appalto superiore ai duecentomila euro, occorre seguire una procedura comunitaria che prevede un bando pubblico europeo, hanno fatto notare esperti del ramo. Nessuno ordine di stampa, dunque. Solo un tavolo, un confronto, un panel tra lo staff di Di Maio e Poste, con magari Inps, Caf, Centri primo impiego e altri attori coinvolti nel reddito di cittadinanza.

ECCO COME POSTE ITALIANE HA FATTO FELICE IL GOVERNO SUI PICCOLI COMUNI

Lunedì scorso, un annuncio da tempo atteso dai partiti di governo e di opposizione: “In tutti i piccoli Comuni non chiuderà più nessun ufficio”, ha detto l’amministratore delegato di Poste, Del Fante. Parole così ricambiate dal governo: l’esecutivo ha promesso ascolto e niente più tagli, ha chiosato il Sole 24 Ore. Musica per sindaci e governo dalle parole di Del Fante, che farà perno per la tesoreria dei piccoli comuni anche sulla Cassa depositi e prestiti guidata dall’ad, Fabrizio Palermo. Un concerto sistemico molto apprezzato dall’esecutivo: Cdp è controllata all’805 dal Tesoro e Poste è controllata da Cdp (35%) e Tesoro (29,26%).

IL PIANO DI POSTE CON CDP E NON SOLO

Ecco che cosa ha annunciato in sintesi il capo azienda di Poste, come ha sintetizzato nei giorni scorsi Start: sfruttare la rete degli oltre 12.800 uffici sul territorio per saldare un patto di ferro con i 5.539 Comuni con meno di 5mila abitanti dove vive un quarto degli italiani; garantire vecchi e nuovi servizi, come quello di tesoreria (insieme a Cdp) molto utile per tanti sindaci lì dove le banche chiudono gli sportelli. Infine, Poste punta sulla nuova domanda di pacchi (oggi a quota 60 milioni), che con l’effetto e-commerce nel giro di 5 anni potrebbero anche triplicare.

I RAPPORTI DI POSTE ITALIANE CON CASALEGGIO

Proprio la strategia che è valsa al gruppo capitanato da Del Fante parole di apprezzamento da parte di Davide Casaleggio che, secondo la Stampa, ha indicato nel gruppo postale un esempio lodevole di adattamento: “Le Poste italiane – ha detto di recente il numero uno di Rousseau perno tecnologico e non solo tecnologico del Movimento 5 Stelle – hanno perso oltre la metà delle spedizioni di lettere, oggi calano ancora del 4% all’anno. Qualunque azienda con numeri del genere avrebbe qualche preoccupazione. E infatti nel nuovo piano industriale le Poste si sono focalizzate sui pacchi, che cresceranno del 6% all’anno, grazie soprattutto all’e-commerce, il che ha suggerito di allungare l’orario delle consegne e lavorare anche nei weekend”.

LE SINTONIE A 5 STELLE TRA POSTE ITALIANE E CASALEGGIO ASSOCIATI

Nessun mistero, infatti, sulle sintonie Poste-Casaleggio. Ha scritto su Huffington Post Italia Claudio Giua, digital strategy advisor del gruppo GEDI (Repubblica, l’Espresso e Stampa) parlando dei numeri della società di consulenza Casaleggio Associati: “Per fortuna negli ultimi dodici mesi a sistemare un po’ i conti sono arrivati i Rapporti della Casaleggio Associati, smilzi volumetti su temi di attualità sponsorizzati da enti e aziende. Ne sono stati pubblicati due prima di quello presentato a Milano: “Artificial Intelligence and Business Evolution” esattamente un anno fa e “Ecommerce in Italia 2018″ nel maggio scorso. In tutti i casi, tra i finanziatori ci sono sempre Poste Italiane, guidate dal fiorentino e supposto renziano Matteo Del Fante, l’unico manager pubblico di primo livello rimasto al suo posto dopo la formazione del governo di Di Maio e Salvini”.

NUMERI E STUDI TRA POSTE E CASALEGGIO

Secondo Repubblica i soldi raccolti dall’azienda del co-leader del M5s con le ultime consulenze valgono da soli già il 10% del giro d’affari del 2017. «Il numero di ricerche elaborate è già raddoppiato nel 2018. Quantità (e qualità) degli sponsor dei report è in crescita verticale. Come la loro visibilità, ultima prova il volantino patinato allegato allo studio sulla blockchain, griffato – grazie a un assegno da 30mila euro – da Poste Italiane e Consulcesi». Non solo il numero, ma anche l’importanza degli sponsor dell’azienda del presidente dell’associazione Rousseau crescono di dimensioni nel 2018, “casualmente l’anno in cui il M5s ha conquistato il potere”, ha scritto Il Giornale: “Amazon, Coop, Ikea, Decathlon, Italo, Sky, Mediaset, Tim, Intesa, Ibm e Unicredit alcuni dei nomi che quest’anno figurano nel portafoglio della Casaleggio Associati Srl”.

I TIMORI DI POSTE PER L’AVANZATA DI AMAZON NEI PACCHI

Dunque anche Amazon, proprio il gruppo che con l’ok del ministero dello Sviluppo economico retto da Di Maio opererà a tutti gli effetti come un operatore postale nel settore dei pacchi, erodendo quote di mercato non solo a Poste, in verità, come emerge da questo approfondimento di Start Magazine. Ma è comunque il gruppo pubblico quello che avrà i contraccolpi negativi maggiori per l’offensiva del gruppo di Bezos in Italia, come si legge in una recente delibera dell’Agcom (commissario relatore, Antonio Nicita): “Le imprese operanti nel segmento della logistica stanno sempre più entrando nei servizi di consegna dei pacchi ai consumatori, soprattutto nelle aree urbane in cui si concentrano maggiori volumi di consegna e numero di ordini processati (economie di scala e di scopo). Tale fenomeno potrebbe avere un impatto escludente o di perdita di competitività per l’operatore tradizionale incaricato del servizio su tutto il territorio nazionale, relegandolo verso le aree rurali e suburbane più costose”.

I DOSSIER SUI SISTEMI DI PAGAMENTO

Non sono mancati attriti, comunque, fra Poste e governo. Non, al momento, sul dossier assicurativo ossia sulle mire di Poste su Rc auto e dintorni con partnership che stanno mandando in fibrillazione alcune compagnie, ma su Sia (che ieri ha visto novità ai vertici con la nomina come amministratore delegato di Nicola Cordone). Poste, infatti, puntava alla società controllata dalle banche e partecipata dal gruppo Cdp per espandersi nel sistema dei pagamenti elettronici. Ma gli istituti di credito italiani soci di Sia hanno detto no trovando l’avallo anche della maggioranza di governo, come ricostruito da Start Magazine.

LE IDEE DEI 5 STELLE PER UN CAMPIONE NAZIONALE

Ma non è detto che poi Poste non possa rientrare dalla finestra, visto che in ambienti del Movimento 5 Stelle si ipotizza e si auspica un campione nazionale del settore a partire da Sia e Nexi (alle prese ora con la grana Bassilichi e non solo e con la vendita di Oasi per fare cassa utile per addolcire la situazione finanziaria).

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