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Popolare Vicenza

Banca Etruria, Popolare Vicenza e Veneto Banca. Ecco rischi e incognite sul progetto del governo pro truffati

I dettagli sul piano del governo. Le attenzioni di Bruxelles. Le incognite tecniche. E i dubbi espressi a Start Magazine da Andrea Augello, che nella scorsa legislatura come membro della commissione parlamentare sulle crisi bancarie seguì da vicino il caso di Banca Etruria-Boschi oltre ai crac di Popolare Vicenza e Veneto Banca. L'approfondimento di Alessandro Sperandio

Rischia di complicarsi l’iter per il rimborso ai cosiddetti “truffati” delle banche: 300mila piccoli investitori coinvolti nel crac degli istituti di Banca Etruria, Popolare di Vicenza e Veneto Banca per il quale il governo ha stanziato in manovra 525 milioni l’anno fino al 2021 per indennizzarli. La norma rischia, infatti, di cadere sotto la “tagliola” dell’Europa e di incappare in una procedura di infrazione.

ECCO IL PROGETTO DEL GOVERNO PRO TRUFFATI DI BANCA ETRURIA, POPOLARE DI VICENZA E VENETO BANCA

Ma come nasce la vicenda? Nella prima versione del provvedimento, approvata alla Camera, era previsto l’obbligo di dimostrare di essere stati spinti ad acquistare i titoli dalle banche in violazione delle norme a tutela dei risparmiatori con una sentenza favorevole del tribunale o dell’Arbitro finanziario Consob (Acf). Ma poi nel passaggio al Senato con il maxiemendamento presentato dall’esecutivo, è stata modifica e si è deciso di concedere il rimborso in maniera generalizzata, in virtù di “violazioni massive degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza”, il cosiddetto “misselling”.

CHE COSA DICE AUGELLO A START MAGAZINE

“Ma ora è emersa un’altra circostanza non nota e preoccupante – dice a Start Mag l’ex senatore di Fratelli d’Italia Andrea Augello che da tempo si occupa del caso dei risparmiatori truffati -. Lo scorso 16 dicembre il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, che per legge deve accertare in Italia la compatibilità delle norme finanziarie nazionali e internazionali che vengono applicate nel nostro Paese, ha messo nero su bianco come la norma che dovrebbe ristorare i risparmiatori sarebbe carente ed esposta a procedura di infrazione. Ciò per due ragioni: non dà i rimborsi caso per caso ai risparmiatori ma lì eroga erga omnes contraddicendo i principi di misselling e quelli statuiti dalla commissione Ue. E allarga la platea alle microimprese e alle onlus mentre secondo le regole europee dovrebbero essere solo i privati cittadini” a beneficiarne.

TUTTI I DETTAGLI SVELATI DAL FATTO QUOTIDIANO

Il riferimento è un articolo del Fatto Quotidiano secondo cui l’ufficio legislativo del ministero dall’Ufficio di coordinamento del Tesoro (Ucadt), la struttura di supporto di Rivera, avrebbe scritto che “l’eliminazione della condizione dell’accertamento e del relativo danno e la conseguente automatica corresponsione dell’indennizzo, in ragione di criteri vaghissimi e non qualificanti non possono essere considerati compatibili con i limiti imposti dall’Ue”. Anche perché, annotano, l’indennizzo riguarderebbe soprattutto gli azionisti che, a differenza degli obbligazionisti, “posseggono strumenti di capitale di rischio e non di debito”. “Insomma – ammette Augello – il fatto curioso è che questa relazione tecnica trasmessa il 16 dicembre dalla struttura di supporto all’ufficio legislativo del Mef è stata completamente travolta dal maxiemendamento che va in direzione opposta: manca però qualsiasi relazione tecnica che spieghi perché il governo si è poi convinto di non andare incontro alle sanzioni della commissione Ue”.

COME BRUXELLES STA SEGUENDO LA NORMATIVA ITALIANA E I RILIEVI DI AUGELLO

Non solo. Nei giorni scorsi il portavoce della Commissione Ue ha dichiarato ad alcuni organi di stampa che sono stati già presi contatti con Roma: “Ciò fa temere che ci siano problemi – ha sottolineato Augello -. Nonostante il ministro Tria abbia dichiarato in audizione di non aver ricevuto nessun avviso di procedura di infrazione, non ha smentito che la norma sia stata attenzionata. Ma la notizia è preoccupante perché l’Ue chiamerà non solo il ministro ma anche Rivera e questo significa che manderemmo a difendere una decisione del Parlamento un tecnico che l’ha definita passibile di sanzione europea”.

PERCHE’ C’E IL RISCHIO CHE I RISPARMIATORI TRUFFATI NON PRENDANO SOLDI NEL 2019 E I LORO DIRITTI VADANO IN PRESCRIZIONE

“Tutto questo – aggiunge Augello, protagonista nella scorsa legislatura nella commissione sulle crisi bancarie con domande incalzanti anche sulla vicenda Etruria-Boschi – è preoccupante principalmente per i risparmiatori perché se entriamo nella spirale della procedura non solo non prenderanno i soldi nel 2019 ma c’è il rischio che i loro diritti vadano in prescrizione – contrattuale ed extracontrattuale – visto che la manovra non contiene deroghe”. Conclusione è possibile che la Ue per contestare la norma aspetti il decreto attuativo “che potrebbe arrivare a fine marzo”.

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