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Popolare Vicenza, Veneto Banca, Banca Etruria. Come funzioneranno i rimborsi ai truffati (ci sarà l’ok europeo?)

L'articolo di Fernando Soto

Il fondo per il ristoro degli obbligazionisti colpiti dai crack bancari si apre anche agli azionisti, salendo a 1,5 miliardi in tre anni. Per ottenere l’indennizzo non si dovrà più dimostrare il misselling di fronte all’Arbitro Consob, ma fare richiesta direttamente al Mef, dove si prenderà carico dell’istanza una Commissione di 9 saggi. Verrà data priorità ai risparmiatori con Isee sotto 35.000 euro. Ecco le novità contenute nella manovra del governo approvata dal Parlamento.

Rimborsi per tutti i risparmiatori, azionisti e obbligazionisti, che avevano investito nelle sei banche finite in liquidazione. Sia che abbiano comprato all’emissione dei titoli che sul mercato. Compresi gli azionisti dell’unica banca quotata, Banca Etruria.

La nuova norma prevede rimborsi fino al 95% per le obbligazioni e del 30% per le azioni, fino a una soglia di 100 mila euro. La base di calcolo sarà il prezzo di acquisto dei titoli e non, come richiesto da alcune associazioni, l’ultimo prezzo.

Secondo alcune stime, per soddisfare l’intera platea serviranno 580 milioni per Popolare di Vicenza, 430 per Veneto Banca, 350 per le altre quattro banche.

Più altri 100 milioni per risarcire gli obbligazionisti precedentemente esclusi (come quelli che avevano comprato sul secondario o da altre banche). Mentre circa 30 milioni saranno a carico del Fondo di tutela dei depositi, che dovrà far arrivare al 95% chi è stato già risarcito all’80% con il rimborso forfettario.

La soluzione trovata nella manovra per chiudere i casi dei disastri bancari di Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti è «la migliore possibile», ha detto nei giorni scorsi Franco Spallino, azionista di Etruria e membro di un gruppo che ha partecipato ai lavori preparatori della norma con le altre associazioni di risparmiatori.

«Tutti avranno un indennizzo e non dovranno fare l’arbitrato», compresi i risparmiatori di Banca Etruria, dice il vicepremier Luigi Di Maio: «Semplicemente accederanno al fondo e si prenderanno l’indennizzo».

Ma per come è costruita, fa notare un addetto ai lavori che chiede l’anonimato, c’è il rischio di una procedura per aiuti di Stato da parte della Ue, spiega una fonte parlamentare che ha partecipato alla stesura delle norme.

La nuova procedura elimina gli arbitrati e mette tutto in mano al Mef. È il ministero che gestisce i fondi – che arrivano dai conti dormienti – ed è il ministero che riceverà e vaglierà le richieste di indennizzo, con il «Comitato dei nove».

La motivazione per giustificare l’eliminazione degli arbitrati è basata sui precedenti: finora il 97% dei ricorsi sulle banche venete è stata accolta, mentre per le 4 banche la percentuale è al 93%.

Inoltre, in tutti i casi ci sono le sanzioni di Consob e Bankitalia agli esponenti aziendali per la vendita dei titoli e per i bilanci, mentre i procedimenti penali sono attualmente in corso e pur senza condanne definitive una serie di responsabilità sono ben delineate.

Basterà questa giustificazione alla Commissione Ue per accettare la «truffa di sistema»?, è chiesta nei giorni scorsi La Stampa.

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