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Più Iva per più investimenti pubblici. I consigli del prof. Piga per Renzi, Zingaretti e Di Maio

Conversazione di Start Magazine con Gustavo Piga, professore ordinario di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma Prof, che le viene in mente? Mentre tutti o quasi cercano di sventare gli aumenti Iva, lei da economista sostiene su Twitter la bontà degli incrementi Iva per finanziare gli investimenti pubblici? Le pare davvero una buona idea…

Conversazione di Start Magazine con Gustavo Piga, professore ordinario di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma

Prof, che le viene in mente? Mentre tutti o quasi cercano di sventare gli aumenti Iva, lei da economista sostiene su Twitter la bontà degli incrementi Iva per finanziare gli investimenti pubblici? Le pare davvero una buona idea deprimere la domanda subito mentre gli investimenti pubblici chissà quando avranno impatto?

E’ una buona domanda la sua. Bisogna tenere conto prima di tutto che la gente non spende di più o di meno meramente abbassando o alzando le tasse: dipende in che contesto di finanza pubblica complessivo avvengono questi cambiamenti dell’imposta. Se abbassiamo le tasse facendo salire il deficit troppo questo spaventa la gente che invece di consumare le risorse in più le risparmia. Similmente, se aumenta le tasse in un contesto che fa sentire individui e famiglie più sicuri del contesto complessivo l’impatto sui consumi può rimanere invariato malgrado l’aumento.

Quindi?

Ecco perché insisto così tanto che prima di tutto bisogna dire che qualsiasi manovra si farà rispetterà il parametro più noto della costruzione fiscale europea, il deficit su PIL al 3%: così facendo si insisterà su di uno scenario rassicurante e si minimizzeranno gli effetti negativi dell’aumento dell’IVA. Ma non basta ovviamente, non sono un fan dell’aumento delle tasse per non cambiare nulla.

Cos’altro va fatto?

Sfruttare il margine che lascia l’aumento non troppo recessivo e calmierante per i mercati e per lo spread delle risorse tramite Iva.

Come?

Usando parte di quelle risorse dell’Iva, che abbasserebbero il deficit attorno al 2% di PIL, per finanziare investimenti pubblici.

Per quanto?

Stando attenti a non superare il 3% di deficit-PIL, e dunque per circa 1% di PIL circa 17 miliardi di cantieri per infrastrutture, che funzionerebbero ben meglio del reddito di cittadinanza perché non solo generebbero maggiore occupazione con certezza ma ridurrebbero anche la disuguaglianza, essendo diretti all’assunzione di operai che in questo momento sono coloro che soffrono maggiormente la crisi, senza fare elemosina ma generando la dignità che proviene da un posto di lavoro.
E poi, seguendo il dibattito che si sta sviluppando ora in Germania a favore di un deficit che aiuti l’economia tedesca via investimenti pubblici verdi, ci potrebbe essere anche un rilevante valore aggiunto ambientale, chiedendo alle imprese vincitrici delle gare di cominciare ad attrezzarsi per un XXI secolo all’insegna di standard verdi della produzione.
A quel punto quell’IVA raccolta finirebbe per diventare volàno di sviluppo, facendo ripartire il PIL, che lo stesso Governo Conte ha valutato paralizzato al +0,8% per 3 anni, un vero obbrobrio di politica economica che deprime le speranze di tutti, specie delle imprese che non investiranno mai in un paese che non cresce per dichiarazione stessa del suo Governo.

Per caso sta suggerendo una politica economica da governo tecnico a Pd e M5S?

Sì. Fallite le politiche dei 5 stelle per loro stessa ammissione (vedi sopra) e dopo anni di politiche inconcludenti del PD possiamo dire con certezza che l’unica politica che può fermare il sovranismo è quella ancora mai fatta: ovvero buttare alle ortiche il Fiscal Compact ed i bilanci in pareggio e usare la leva del deficit moderato (portandolo al 3%) per finanziare non redditi di cittadinanza o quote 100 ma veri investimenti pubblici che aumentano occupazione, produttività e competitività. La stessa Europa non potrebbe dire che sì, pur di evitare l’incubo sovranista. Il momento è ideale, speriamo che Renzi, Zingaretti e Di Maio abbiano l’intelligenza politica ed economica di capirlo. Altrimenti oggi o tra due anni consegneranno l’Italia alla Lega e l’Europa al suo oblio.

Comunque mi pare che la sua idea possa avere un alleato sicuro: il ministro Tria che in passato ha teorizzato che non sia una sciagura aumentare l’Iva per tagliare il cuneo fiscale sul lavoro…

No no, io non voglio che si dia con una mano e si tolga con l’altra, lasciando il deficit immutato: non cambierebbe nulla, mettiamocelo in testa.

Tutti o quasi dicono: la Lega sfiducia il premier per evitare di mettere mano a una manovrona di fatto già impostata dopo l’ok recente di Bruxelles ai conti italiani evitando procedura. Però in un tweet di ieri Borghi della Lega dice che il Carroccio è prontissimo anzi volenteroso di approntare una legge di bilancio. Che dice?

Che il tempo dei tweet è finito, ora si fa sul serio. O Europa o morte.

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