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Giorgetti Alitalia

Perché su Alitalia, Ilva, Tap e Tav i teatrini sono nefasti

Il commento di Riccardo Ruggeri, già manager, ora analista, imprenditore e saggista

Confesso la difficoltà che provo da qualche tempo nello scrivere il Cameo. L’atmosfera di questa, in fondo banale, stagione di passaggio la trovo sempre più pesante, lo scirocco politico-comunicazionale mi debilita. Leggo i giornali, guardo le Tv, ascolto le Radio, leggo i tweet della classe dominante e dei loro sudditi, e mi chiedo: ma siamo proprio noi? Siamo proprio ridotti così?

CHE SI FA SU ILVA?

Facciamo un esempio. Giuseppe Conte a mò di Chef stellato si trova a dover portare in sala quattro piatti già cucinati, ereditati dalla passata gestione. Certo, potrebbe rifarli partendo da zero ma il cliente, come ovvio, non l’accetterebbe. Che fare allora? Scelta obbligata, portarli tutti e quattro o cassarne qualcuno. Fuor di metafora, ragionando in termini di business e manageriali (la politica non è il mio mestiere) se fossi al loro posto sceglierei così, aggiungendo un po’ di profumi e di spezie: Ilva, va bene la soluzione Acelor del duo Carlo Calenda–Marco Bentivogli.

CALENDA E BENTIVOGLI OK SU ILVA

Lo si riconosca, hanno ragione. Saranno pure due pieni di se, saranno pure insopportabili nel parlare e nello scrivere, mi dicono che curiosamente uno si crede l’altro, ma in ogni caso un certo lavoro l’hanno fatto con impegno, e poi meglio non metterseli contro (in effetti, in tv viene loro lo sguardo cattivo che però buca lo schermo, mentre l’ironia no).

LA SOLUZIONE MIGLIORE PER ALITALIA

Per Alitalia, lasciarla fallire, e il governo Conte deve assumersene tutte le responsabilità, visto che non ne ha alcuna. I cittadini sanno che è colpa (condivisa) delle attuali opposizioni, Pd e Fi, che se la palleggiano da vent’anni, ma così è. Saranno contenti quelli che ne parlano da sempre senza essere mai arrivati al dunque, cambiando spesso ricetta in corso d’opera: politici di destra e di sinistra, accademici, economisti, giornalisti. E poi si fa un’opera buona, il Professore può tornare sul proscenio e dare un’intervista: “io l’avevo venduta ad Air France con ….” E il Cavaliere rispondere: “Io avevo salvato…”.

BASTA CHIACCHIERE SUL GASDOTTO TAP

Per il Tap, basta chiacchiere, si fa e basta. La vuole The Donald per fare un dispetto a The Angela e può aiutarci in Libia contro il losco Emmanuel Macron: due o tre piccioni per un tubo sottoterra lo trovo vantaggioso.

LA TAV SI FARA’, LO VUOLE IL POPOLO

Per la Tav, anche qua, a maggior ragione, basta chiacchiere, questo pugno di valsusini radicali hanno rotto (saranno rimasti mica al medioevo?), si faccia il referendum e si deleghi la sua organizzazione a Sergio Chiamparino (non sa come dissociarsi dal suo partito, questa è l’occasione). Gli ex comunisti piemontesi sono bravi in queste cose: vedrete che la Tav si fa, perché lo deciderà il popolo.

DOSSIER DA CHIUDERE ENTRO FERRAGOSTO

Se il Governo Conte chiudesse questi dossier prima di ferragosto gliene saremmo tutti grati, tanto la responsabilità storica è congiuntamente di Pd e di Fi. Nel business e nel management meglio una decisione parzialmente errata che una non decisione. Penso valga anche in politica.

(Estratto di un articolo pubblicato sul sito di Riccardo Ruggeri; l’articolo integrale si può leggere qui)

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