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Perché la frenata dell’industria in Germania farà sbandare Commissione Ue e Bce

Ecco come e quanto preoccupa anche Bruxelles e Francoforte l'andamento fiacco dell'economia in Germania

 

Questa volta a far deprezzare l’euro non sono le notizie in arrivo dall’Italia, ma quelle che riguardano il rallentamento della locomotiva tedesca, che si ripercuote sul sentiment verso l’intera area euro.

LA GERMANIA INFLUENZA L’EURO

Infatti la moneta unica è in deprezzamento in seguito alla lettura sulla fiducia economica dell’Eurozona sotto le aspettative. La moneta unica ha toccato il livello più basso della giornata contro il dollaro a 1,1436. All’inizio della giornata il cambio euro/dollaro era già sceso a 1,1432 in scia alla produzione industriale tedesca che è calata dell’1,9% a dicembre, il ribasso più netto dall’estate del 2015.

COME VANNO GLI INDICI

Intanto l’indice paneuropeo Stoxx Europe 600 tratta in rialzo dello 0,50% a quota 344,60 punti, ma “i deboli dati economici tedeschi stanno influenzando il sentiment,” ha osservato Chris Beauchamp di Ig. D’altronde dal fronte macroeconomico tedesco continuano ad arrivare brutte notizie. La produzione industriale in Germania è appunto scesa dell’1,9% a livello mensile a novembre. Su base annuale, il dato è calato del 4,7%. Il dato congiunturale ha deluso nettamente il consenso degli economisti, che si aspettavano un aumento su base mensile dello 0,3%.

Inoltre la lettura di ottobre è stata rivista la ribasso dal -0,5% mese/mese al -0,8% mese/mese e dal +1,6% anno/anno al +0,5% anno/anno. Infine l’output del comparto manifatturiero è sceso dell’1,8% rispetto al mese precedente, mentre quello del settore costruzioni è calato dell’1,7% mese/mese.

COME VA L’INDUSTRIA TEDESCA

La produzione tedesca è calata per il terzo mese consecutivo a novembre, registrando la contrazione più consistente da oltre quattro anni, fanno notare gli strategist di Unicredit . Gli esperti evidenziano come la debolezza riguardi tutti quanti i settori, compreso quello automotive per via delle nuove norme su emissioni e consumi.

LA PRECISAZIONE DEL GOVERNO

Il Ministero dell’Economia tedesco ha però puntualizzato che il significativo calo della produzione è dovuto anche al numero più basso di giorni lavorativi che ha contribuito alla debolezza generale della lettura.

I MOTIVI DELL’INDUSTRIA FIACCA IN GERMANIA

Sul tema interviene anche Chris Scicluna, head of economic research di Daiwa Capital Markets. Le difficoltà logistiche causate dal basso livello delle acque del Reno e l’effetto calendario hanno esacerbato il calo della produzione industriale tedesca a novembre, ma lo slancio sottostante al settore manifatturiero sembra comunque essere “molto debole”, afferma Scicluna.

COME CALA LA FIDUCIA DELLE IMPRESE

La fiducia delle imprese tedesche è diminuita significativamente dall’inizio del 2018, riflettendo tra l’altro un notevole indebolimento della domanda estera e le sfide del settore automobilistico, spiega l’esperto. “In questo contesto, i livelli di produzione si sono attestati su una chiara traiettoria al ribasso”, conclude Scicluna.

LE ALTRE BRUTTE NOTIZIE MACRO

Le brutte notizie sul fronte macro non sono finite qui. Gli economisti dell’Istituto Ifo prevedono che la crescita economica dell’Eurozona rallenti allo 0,3% trimestre/trimestre nell’orizzonte di previsione, con la domanda interna che sarà il driver principale anche se in decelerazione.

DOSSIER INFLAZIONE

L’inflazione complessiva annua dovrebbe invece confermarsi vicina al valore target della Bce dell’ultimo trimestre 2018, per poi calare nuovamente nei trimestri successivi. I rischi sono ancora bilanciati, ma si stanno muovendo al ribasso a causa delle incertezze legate a fattori politici ed economici, concludono gli esperti.

I GRATTACAPI PER LA BCE DI DRAGHI

Questo può rappresentare un vero grattacapo per la Bce che quest’anno dovrà anche affrontare il cambio di testimone da Mario Draghi al nuovo presidente. Proprio Draghi nell’ultimo intervento tenuto a fine anno aveva detto che l’economia dell’area euro era abbastanza forte per reggere allo stop degli stimoli monetari e quindi alla fine degli acquisti previsti dal Qe.

GLI SPIRAGLI PER BERLINO

Intanto non mancano gli economisti più ottimisti sul futuro dei dati tedeschi. Da Ing si sottolinea che i consumi pubblici e privati hanno la possibilità di contrastare le forze recessive e che dal punto di vista degli ordini industriali i dati appaiono in ordine.

(estratto di un articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza)

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