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Ecco perché Hong Kong vuole papparsi il London Stock Exchange (e la Borsa italiana)

Fatti, numeri e scenari dopo il lancio di un'offerta di acquisto per il London Stock Exchange, la Borsa di Londra che controlla anche Piazza Affari, da parte della borsa di Hong Kong

 

La borsa di Hong Kong lancia un’offerta di acquisto per il London Stock Exchange, la Borsa di Londra che controlla anche Piazza Affari ed Mts, per quasi 32 miliardi di sterline (36 miliardi di euro) inclusi debito, contanti e azioni.

LA NOTA DEL GRUPPO DI HONG KONG

“Hong Kong Exchanges and Clearing Limited annuncia di aver fatto una proposta al consiglio di amministrazione del London Stock Exchange Group Plc per unire le due società”, ha annunciato in una nota la società cui fa capo il listino della ex colonia britannica.

CHE COSA HA DETTO IL CAPO AZIENDA LI

“Riunire le Borse di Hong Kong e Londra ridisegnerà l’assetto dei mercati dei capitali per i decenni a venire”, ha dichiarato in una nota l’amministratore delegato dell’Hong Kong Exchange, Charles Li, presentando l’offerta per Londra: “Entrambe le aziende hanno grandi marchi, forza finanziaria e comprovata esperienza di crescita”.

GLI OBIETTIVI DI HONG KONG

Laura Cha, presidente del gruppo di Hong Kong, la manager dietro al progetto di acquisizione, ha detto, secondo quando riporta Marketwatch (Wsj), che la combinazione dei due listini “darebbe vita al maggior centro finanziario in Asia ed Europa”.

LA PRINCIPALE CONDIZIONE

Una delle condizioni che ha posto Hong Kong all’operazione è che il gruppo con sede a Londra è la cancellazione dell’accordo di Lse per acquisire Refinitiv, un’operazione annunciata in estate che vede Londra impegnata in un’acquisizione da 27 miliardi di dollari per rilevare il gruppo specializzato nell’elaborazione di dati in campo finanziario da Blackstone e Thomson Reuters. Dopo un iniziale silenzio, la borsa di Londra ha risposto che prenderà in considerazione l’offerta fatta dai cinesi definendo la proposta “non richiesta, preliminare e altamente condizionante”. Il gruppo Lse ha poi aggiunto che intende restare impegnato nel progetto di acquisizione di Refinitiv Holding.

DOSSIER REFINITIV

Infatti agli inizi di agosto il London Stock Exchange ha siglato un accordo con alcuni fondi affiliati a Blackstone e Thomson Reuters per acquistare Refinitiv, provider di dati finanziari e gestore di piattaforme di trading. L’operazione, fatta con uno scambio azionario, valuta la società (debito incluso) circa 27 miliardi di dollari. Ai soci di Refinitiv andranno titoli pari al 37% del capitale dell’Lse e meno del 30% dei diritti di voto. L’operazione richiede l’approvazione degli azionisti a novembre, come ha ricordato oggi il gruppo Lse, e delle autorità di regolamentazione e dovrebbe essere finalizzata nella seconda metà del 2020.

I TERMINI DELL’OFFERTA

Hong Kong Exchanges and Clearing offre 20,45 sterline per azione della Borsa di Londra e 2.495 nuove azioni del suo gruppo, valorizzando la Borsa di Londra 83,61 sterline per azione.

I CALCOLI PER GLI AZIONISTI

Per i 354.471.415 titoli del gruppo di mercato, ciò rappresenta 29,6 miliardi di sterline e 31,6 miliardi di sterline, inclusi debito e altre rettifiche.

IL RUOLO DI LME

Hong Kong Exchange afferma di aver avuto un ruolo di primo piano nel rafforzare la posizione competitiva del distretto finanziario di Londra attraverso l’acquisizione della piattaforma di scambio dei metalli London Metal Exchange (LME) nel 2012.

IL PROSSIMO PASSO

Se andasse in porto la mossa annunciata, si tratterebbe della seconda acquisizione all’estero della borsa cinese dopo aver rilevato il London Metal Exchange nel 2012 per entrare nel settore delle materie prime. Attraverso la formula dello Stock Connect, Hong Kong è collegata ai maggiori listini della Cina continentale, Shanghai e Shenzhen, permettendo in questo modo agli investitori interni ed esteri di scambiare titoli su 3 mercati.

LO SCENARIO

La Borsa di Hong Kong afferma che tale fusione creerebbe un gruppo con “una base globale, attività diversificate, idealmente posizionate per sfruttare il mutevole panorama macroeconomico globale, collegando i mercati occidentali con i mercati finanziari orientali emergenti, soprattutto in Cina”.

IL TWEET DEL PROF. CARNEVALE MAFFE’

LA NOTA DI CENTEMERO (LEGA)

Commenta Giulio Centemero, deputato della Lega, esponente di rilievo del movimento capitanato da Matteo Salvini: “Borsa Italiana, le cui infrastrutture di mercato rappresentano un asset strategico per il nostro Paese, sono a rischio di diventare di proprietà di un attore economico extracomunitario? Quali possono essere i rischi legati alle piattaforme che gestiscono il nostro debito pubblico? Per questo presenterò un’interpellanza al Presidente del Consiglio e al ministro dell’economia  per capire le intenzioni del Governo e chiedergli di riferire in Aula alla Camera”. (qui l’intervento integrale di Centemero)

L’ANALISI DI AMIGHINI (ISPI)

«La Cina – ha osservato Alessia Amighini, codirettore del programma Asia dell’Ispi – va effettuando la diversificazione dei suoi hub finanziari», potenziando Shenzen e Shangai. Un contesto, seppure di lungo periodo, dove la centralità del listino di Hong Kong è destinata a diminuire. A fronte di un simile scenario ben può capirsi la mossa di quest’ultimo. Il quale peraltro, «proprio per fronteggiare il rischio di essere spinto sullo sfondo del palcoscenico, potrebbe essersi addirittura mosso non in totale sintonia con il Governo centrale».

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