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Perequazione

No patrimoniale, revoca Autostrade, ok decreti sicurezza Salvini. Tutte le richieste di Di Maio sbianchettate nel testo M5s per Conte

Il no alla patrimoniale, la revoca delle concessioni autostradali e l'ok ai decreti sicurezza indicati da Di Maio per il premier incaricato in vista del governo col Pd non compaiono nel documento ufficiale del Movimento 5 Stelle consegnato a Conte

 

Può un leader politico dire A e poi mettere per iscritto B?

Può un capo di un partito fare il gioco delle tre carte?

Evidentemente ai vertici del Movimento 5 Stelle si può.

Ieri il capo politico M5s, Luigi Di Maio, ha pubblicato sul blog delle Stelle, organo dei Pentastellati, un testo in cui elencava i punti “irrinunciabili” per il Movimento nel programma del nascente governo Conte 2 sostenuto anche dal Pd, così come li aveva illustrati al presidente del Consiglio incaricato.

Ma alcuni di quei punti non sono rintracciabili nel documento realmente consegnato dai gruppi parlamentari M5s a Giuseppe Conte (come si può vedere nel testo in fondo).

Ci sono almeno 3 aspetti rilevanti che erano scritti nel post sul blog delle Stelle e che non compaiono nel testo preparato per il premier incaricato.

Primo: la «revoca delle concessioni autostradali» indicata da Di Maio nel testo per Conte assume un’altra forma: si dice soltanto che «va avviata la revisione delle concessioni autostradali». Tra revoca e revisione c’è una notevole differenza, diciamo. Anche perché la revisione è di fatto in corso d’opera nell’Autorità di regolazione dei trasporti con delibera peraltro già contestata dalle concessionarie. Inoltre il Pd non si oppone alla revisione.

Secondo aspetto. Evapora il no alla patrimoniale. Sul post del blog delle Stelle si leggeva: “Tra le prime cose per noi fondamentali espresse al Presidente è la nostra totale contrarietà a qualsiasi forma di patrimoniale”. Parole assenti nel testo per Conte.

Terzo aspetto. “Riteniamo non abbia alcun senso parlare di modifiche ai decreti sicurezza”, ha scandito Di Maio uscendo dall’incontro con il presidente dimissionario, come si legge anche sul blog delle Stelle con i “nostri principali obiettivi” presenti “in un documento che abbiamo consegnato al Presidente del Consiglio”. Insomma, i decreti Salvini non si toccano. Ma le parole di Di Maio sono assenti nel documento per il premier.

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IL COMMENTO DEL SOLE 24 ORE

C’è uno scarto tra i nuovi toni ultimativi di Luigi Di Maio all’uscita delle consultazioni con Giuseppe Conte e la reale portata divisiva, rispetto alle posizioni del Pd, del documento di venti punti consegnato al premier incaricato. Punti che divisivi non sono, se non per due questioni: lo stop a inceneritori e trivelle (già contenuto nel “decalogo” illustrato dal leader M5S dopo il primo giro di consultazioni al Colle) e la riforma delle banche, con la separazione tra banche d’affari e commerciali, vecchio cavallo di battaglia del Movimento inviso ai dem.

Tutti gli altri punti sono generici e già al centro del lavoro delle delegazioni, come la manovra equa che blocchi l’aumento Iva, tagli il cuneo fiscale e aiuti le famiglie. O la riforma della giustizia. O l’autonomia differenziata da attuare istituendo i livelli essenziali di prestazione per le altre Regioni. O ancora un piano di investimenti per il Sud, le azioni per i giovani, l’acqua pubblica, lo sprint alla ricerca. C’è persino, al 19° posto, la «tutela degli animali». Melius abundare”.

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ECCO IL TESTO DEL POST PUBBLICATO IERI SUL BLOG DELLE STELLE

Buon pomeriggio a tutti,

abbiamo rivolto gli auguri di buon lavoro al Presidente Giuseppe Conte, un Presidente che come MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre considerato super partes e che abbiamo fortemente voluto per l’eccellente lavoro svolto negli ultimi 14 mesi.

Incontriamo ogni giorno tanti cittadini che ci chiedono di risolvere i propri problemi. In tanti aspettano risposte sul lavoro, sulle tasse, sugli ospedali, sulla scuola, sulla disabilità, sulle infrastrutture. Tanti chiedono risposte dal MoVimento 5 Stelle, lo fanno da sempre, sin da quando non eravamo ancora in parlamento.

Un anno e mezzo fa abbiamo vinto le elezioni politiche, ma abbiamo ottenuto solo il 33% dei voti.

Non il 51% per essere autonomi, Il 33%.

11 milioni di italiani ci hanno chiesto di realizzare un programma con punti che aspettano da decenni. Abbiamo fatto una scelta coraggiosa e abbiamo deciso di non relegare all’opposizione quel programma, abbiamo deciso di portarlo al Governo, unendoci inevitabilmente ad altre forze politiche. Anche a rischio di sacrificare parte del consenso, per provare a realizzare quello che avevano votato gli italiani.

Siamo stati al Governo per 14 mesi con la Lega. Poi hanno deciso di far cadere tutto. Sprecando un’occasione storica. Oggi il Presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, potrebbe dar vita a un altro Governo. Potrebbe dar vita a un Conte-bis. Uso il condizionale, perché in qualità di capo politico del MoVimento 5 Stelle sono stato molto chiaro: o siamo d’accordo a realizzare i punti del nostro programma, o non si va avanti, non è questo l’approccio del MoVimento, non sono questi i nostri valori.

Abbiamo riassunto i nostri principali obiettivi in un documento che abbiamo consegnato al Presidente del Consiglio. Alcuni di questi li consideriamo imprescindibili: o entrano nel programma di Governo o non si parte.

– Tra le prime cose per noi fondamentali espresse al Presidente è la nostra totale contrarietà a qualsiasi forma di patrimoniale.

Le tasse, soprattutto alle nostre imprese, vanno abbassate. Chi assume un dipendente non può pagare uno stipendio a lui e altri due stipendi in tasse. Il carico fiscale è alto e disordinato a causa della burocrazia. Questo dovrà essere un governo pro impresa.

Serve un serio taglio delle tasse e del costo del lavoro affinché possa aumentare il netto in busta paga di donne, uomini e famiglie soffocati dall’altissima pressione fiscale. L’aumento dell’Iva va bloccato e in legge di bilancio vanno approvati gli aiuti alle famiglie per il sostegno a nuove nascite.

– Altra nostra priorità è il taglio del numero dei parlamentari.

Chi ha fatto cadere il Governo credeva di poter evitare il taglio di 345 parlamentati della repubblica. Mancano due ore di lavoro in parlamento e diventa legge. Va approvato nel primo calendario della Camera alla ripresa dei lavori.

– L’ambiente non è uno slogan o un like ai post di Greta Thunberg.

Se si vuole parlare di ambiente allora diciamoci chiaramente che: chiudiamo le centrali a carbone entro il 2025, che non si costruiscono nuovi inceneritori, che si iniziano a dismettere quelli esistenti e che si iniziano a bloccare le trivellazioni petrolifere, soprattutto nel nostro splendido mare, dove sono sospese grazie al MoVimento 5 Stelle per i prossimi 12 mesi. Per ridurre i rifiuti all’origine, serve una legge contro l’obsolescenza programmata.

– Dobbiamo rendere giustizia alle 43 vittime, e alle loro famiglie, della tragedia del Ponte Morandi.

Avevamo pronto il Decreto per iniziare la revoca delle concessioni autostradali. Va fatto. Il prima possibile.

– L’Italia aspetta da anni una vera legge sul conflitto di interessi.

La si è rimandata per troppo tempo. Un nuovo Governo ha senso se si approva una seria legge sul conflitto di interessi.

– Il dimezzamento dei tempi della giustizia.

Abbiamo pronta una Riforma della Giustizia che può portare fino a 4 anni massimo, i tempi per una sentenza definitiva.

Questi sono solo alcuni dei provvedimenti che abbiamo consegnato pochi minuti fa al Presidente Conte, convinti che saprà trarne la migliore sintesi possibile con lo scopo di realizzare quel cambiamento in cui continuiamo a credere fortemente insieme a milioni di italiani. Noi crediamo che per costituire le basi per l’avvio di un governo solido e duraturo, serva gettare fondamenta come queste.

Abbiamo anche detto chiaramente che bisogna continuare a perseguire le legittime ambizioni e richieste di autonomia differenziata avanzate dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna. Avviando allo stesso tempo il processo per riconoscere i livelli essenziali di prestazione a tutte le regioni e nuovi criteri di riparto della spesa.

Oltre al piano di investimenti per il sud attraverso la creazione di una banca pubblica.

Crediamo, inoltre, che il problema dell’immigrazione sia un problema serio, reale, concreto e che debba essere affrontato con grandi competenze e capacità, nel rispetto delle diverse sensibilità manifestate dall’opinione pubblica e puntando, con determinazione, verso una revisione totale del regolamento di Dublino e un’abrogazione del folle principio europeo di chi prima accoglie, poi gestisce.

Il MoVimento 5 Stelle è stato determinante nell’elezione della nuova Presidenza della Commissione europea.

Faremo valere i nostri voti per ottenere questo obiettivo. Subito dopo la nascita della nuova Commissione, chiederemo che si riconosca all’Italia una procedura d’emergenza per la redistribuzione dei migranti negli altri Paesi europei. Questo deve essere l’obiettivo dell’Italia sul tema immigrazione. Siamo stati lasciati soli in questi anni e abbiamo fatto da soli. Ora occorre che sia l’Europa ad occuparsene.

E’ per queste ragioni che riteniamo non abbia alcun senso parlare di modifiche ai decreti sicurezza. Vanno assolutamente tenute in considerazione le autorevoli osservazioni del Capo dello Stato a quei decreti, ma senza volerne rivedere la ratio, ne’ tanto meno le linee di principio.

Ho detto due giorni fa che non rinneghiamo questi 14 mesi di Governo, al contrario, siamo orgogliosi di aver varato importantissimi decreti, come ad esempio il decreto dignità, che in pochi mesi ha prodotto effetti straordinari sul mercato del lavoro, facendo registrare un aumento dei contratti stabili a tempo indeterminato del 151% rispetto al periodo precedente.

Parliamo di oltre 320 mila contratti che prima erano precari e che ora sono stati convertiti in contratti di lavoro stabili, come ha certificato l’Inps. Anche se sulla lotta al precariato c’è ancora molto da fare.

Al presidente Conte abbiamo anche espresso il nostro sconcerto per questo surreale dibattito sugli incarichi. Era prevedibile che su tutti i media nazionali iniziasse a diffondersi il cosiddetto toto-ministri con nomi improbabili e di fantasia. Ma non troviamo sano che questo dibattito contagi anche le forze politiche, soprattutto quelle più rappresentative, le quali dovrebbero invece preoccuparsi di stilare un programma serio e omogeneo per i nostri concittadini.

Non smetteremo mai di ripeterci che consideriamo la politica un servizio.

A chi sta trascinando da giorni il MoVimento 5 Stelle in questo surreale dibattito da manuale Cencelli su incarichi e ruoli, dico che i fatti parlano per noi. Come capo politico del Movimento 5 Stelle ho rinunciato due volte alla possibilità di fare il Premier, sono 10 anni che tutti gli eletti 5 Stelle si tagliano gli stipendi. E mancano pochi giorni e taglieremo 345 poltrone da parlamentare con l’ultimo voto alla riforma costituzionale.

Gli attacchi di questi giorni al MoVimento e al sottoscritto testimoniano un dato oramai assodato: passano i Governi e le maggioranze, ma nel mirino restiamo sempre noi. Diciamo: “bene”, è un buon segno, vuol dire che continuiamo ad essere dalla parte giusta.

Questo non è il momento delle polemiche e degli attacchi. Questo è il momento del coraggio, e ne servirà tanto per cambiare questo Paese.

I nostri punti di programma sono chiari. Se entreranno nel programma di Governo, allora si potrà partire. Altrimenti, sarà meglio tornare al voto e, aggiungo, il prima possibile!

Buon lavoro a tutti.

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PUNTI PROGRAMMATICI DEI GRUPPI PARLAMENTARI DEL “MOVIMENTO 5 STELLE” PER LA FORMAZIONE DEL NUOVO GOVERNO (30 AGOSTO)

1. Taglio del numero dei parlamentari. Manca un solo voto per completare la riforma, che deve essere un obiettivo di questa legislatura e tra le priorità del calendario in aula.

2. Una manovra equa: stop all’aumento Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale, sburocratizzazione, famiglie, disabilità e emergenza abitativa.

3. Cambio di paradigma sull’Ambiente. Un’Italia 100% rinnovabile. Dobbiamo realizzare un Green New Deal che nei prossimi decenni porti l’Italia verso l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia al 100 per cento. Tutti i piani di investimento pubblico dovranno avere al centro la tutela dell’ambiente, la questione dei cambiamenti climatici e la nascita di nuove imprese legate a questo settore. Basta con inceneritori e trivelle, sì all’economia circolare e alla eco-innovazione. Norme contro l’obsolescenza programmata. Una legge su rifiuti zero ed investimenti pubblici sulla mobilità sostenibile.

4. Una seria legge sul conflitto di interessi e una riforma del sistema radiotelevisivo.

5. Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il metodo di elezione del Consiglio superiore della Magistratura. I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce: noi abbiamo pronta una riforma che porta al massimo a 4 anni i tempi per una sentenza definitiva.

6. Autonomia differenziata e riforma degli enti locali. Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, istituendo contemporaneamente i livelli essenziali di prestazione per tutte le altre regioni per garantire a tutti i cittadini gli stelli livelli di qualità dei servizi. Va anche avviato un serio piano di riorganizzazione degli enti locali abolendo gli enti inutili.

7. Legalità: carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti. È necessario intervenire per tutelare i cittadini onesti, colpendo innanzitutto i grandi evasori con il carcere. Serve una maggiore tracciabilità dei flussi finanziari e un inasprimento delle pene per i reati finanziari, per contrastare i traffici illeciti delle mafie. Contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell’Unione Europea nei Paesi di provenienza e transito. Oltre alla modifica del Regolamento di Dublino.

8. Un piano straordinario di investimenti per il Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese.

9. Una riforma del sistema bancario. Serve separare le banche di investimenti da banche commerciali.

10.Tutela dei beni comuni. La scuola pubblica è un bene comune: serve prima di ogni altra cosa una legge contro le classi pollaio e valorizzare la funzione dei docenti. L’acqua è un bene comune: bisogna approvare subito la legge sull’acqua pubblica. La nostra sanità va difesa dalle dinamiche di partito spezzando il legame tra politica regionale e sanità valorizzando il merito. Le nostre infrastrutture sono beni pubblici ed è per questo che va avviata la revisione delle concessioni autostradali. La cittadinanza digitale va riconosciuta ad ogni cittadino italiano dalla nascita per favorire l’accesso alla partecipazione democratica, all’informazione e per favorire la trasformazione tecnologica.

11.Politiche di genere in attuazione dei diritti costituzionali della persona, in conformità ai principi dell’Unione europea; superamento della disparità retributiva, conciliazione vitalavoro.

12.Tutela dei minori: revisione del sistema degli affidi e delle adozioni, lotta alla dispersione scolastica e al bullismo.

13.Porre fine alla vendita degli armamenti ai Paesi belligeranti, incentivando i processi di riconversione industriale e maggiore tutela e valorizzazione del personale della difesa, delle Forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco.

14.Politiche espansive con una quota di investimenti in infrastrutture, in ambiente e in cultura da scomputare dai parametri di Maastricht.

15.Giovani e futuro: innovazione digitale, sviluppo delle imprese e promozione delle eccellenze del Made in Italy, crowdfunding, semplificazione apertura nuove attività, fondo previdenziale integrativo pubblico.

16.Ricerca, università ed alta formazione artistica e musicale: riforma dei sistemi di reclutamento e dell’accesso universitario con ingenti investimenti per garantire pari opportunità di diritto allo studio, di sviluppo e formazione su tutto il territorio nazionale.

17.Tutela del cittadino: del consumatore, del lavoratore, dell’utente dei servizi; il potenziamento della sicurezza sul lavoro e delle infrastrutture e della protezione dalle calamità naturali, con particolare riguardo ad un testo unico per le post emergenze e per la ricostruzione del tessuto infrastrutturale, economico e sociale. Provvedimenti volti alla tutela dei cittadini italiani all’estero e riforma dell’AIRE.

18.Riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali e riforma del percorso formativo medico: integrazione ospedale-territorio, l’adeguamento del FSN e l’attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico Nazionale. Contrasto al gioco d’azzardo.

19.Tutela degli animali: misure per garantire il rispetto degli animali. Contrasto alle violenze e al maltrattamento, tutela della biodiversità e lotta al bracconaggio.

20.Sostegno ai piani di settore e alle filiere agricole e promozione di pratiche agronomiche e colturali sostenibili e a difesa del suolo.

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