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Mediobanca

Mediobanca, ecco come e perché Del Vecchio strattona Nagel

Leonardo Del Vecchio è uscito allo scoperto auspicando un nuovo piano industriale di Mediobanca e criticando indirettamente il capo azienda Alberto Nagel. Ecco dettagli, scazzi, report e scenari

Si scaldano gli animi tra azionisti e vertici di Mediobanca, con riflessi tutti da decifrare su Generali. Mentre dietro le quinte, a favore di Del Vecchio, si muove Unicredit. Ecco tutte le ultime novità.

Si riaccendono i riflettori su Mediobanca con Leonardo Dal Vecchio che, dopo aver annunciato l’acquisto a sorpresa tramite Delfin di quasi il 7% del capitale, ha detto la sua stamane sul piano industriale che l’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, presenterà il mese prossimo. Il fondatore di Luxottica ha segnalato di aspettarsi un nuovo piano che non basi i risultati solo su Generali e Compass ma progetti un futuro da banca di investimento per giocare un ruolo in Italia ed Europa e dare così soddisfazione agli azionisti.

Incrociato da Radiocor fuori dalla sede milanese di Luxottica, Del Vecchio è intervenuto per la prima volta sul dossier Mediobanca, sottolineando di aspettarsi ‘un nuovo piano industriale che non basi i risultati di Mediobanca solo su Generali e Compass, ma progetti un futuro da banca di investimenti’.

Il presidente di Delfin vuole ‘una banca capace di giocare un ruolo da leader in Italia e in Europa e che possa così dare soddisfazione a tutti gli azionisti, Delfin inclusa’.

Secondo indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore e non confermate, la Delfin ha allo studio l’ipotesi di chiedere alla Bce l’autorizzazione per salire oltre il 10% della banca di Piazzetta Cuccia.

La presa di posizione di Del Vecchio suona come una critica non troppo velata alla gestione di Mediobanca da parte dell’amministratore delegato Alberto Nagel.

Esaminando il bilancio al 30 giugno scorso, chiuso con un utile netto rettificato in crescita dell’8% a 860 milioni e ricavi in salita del 4% a 2,5 miliardi, emerge in effetti il peso di Compass (336 milioni di utili) e della partecipazione in Generali (320 milioni) sulla redditività di Piazzetta Cuccia, sottolinea l’agenzia Radiocor del gruppo Il Sole 24 Ore.

Negli ultimi anni ha tuttavia registrato una crescita consistente anche la divisione wealth management (71 milioni), per cui è previsto un ulteriore sviluppo, mentre la banca d’investimento (corporate & investment banking) ha ottenuto utili per 227,3 milioni.

La stessa crescita di Compass è stata motivata strategicamente dal management dalla necessita’ di avere una fonte stabile di entrate a fronte della naturale volatilita’ dell’investment banking.

Comunque non tutti criticano la gestione Nagel: il capo azienda dell’istituto di Piazzetta Cuccia ha incassato ieri il sostegno di un altro azionista rilevante. Massimo Doris ha infatti annunciato che la holding di famiglia potrebbe salire dall’attuale 0,4% all’1% di Mediobanca. La quota si aggiunge al 3,3% detenuto attraverso il gruppo Mediolanum.

“Posso solo dire che di questa struttura di governance e della dirigenza che c’è, del dottor Nagel, siamo soddisfatti – ha sottolineato Doris – La banca va molto bene, opera in un settore non semplice e c’è massima soddisfazione”.

Anche una parte del mercato sembra schierato con Nagel, come emerso da una serie di report pubblicati proprio dopo l’ingresso di Del Vecchio nel capitale. ‘Non si cambia un cavallo vincente’, hanno scritto gli analisti di Citi il 2 ottobre, prevedendo per il prossimo piano industriale una “continuità con l’attuale strategia basata su ritorni sostenibili e opportunità per un’ulteriore ottimizzazione del capitale”.

Citi ha ricordato inoltre che dal 2013 Mediobanca ha garantito un ritorno agli azionisti (total shareholder return) pari al 160% circa, che la colloca nella top 5 delle banche europee. Punta sulla continuità anche Kepler, che in un report del 3 ottobre ha previsto per il nuovo piano “la conferma dell’attuale strategia” così come Autonomous, che il primo ottobre ha ricordato le recenti tensioni tra Nagel e Del Vecchio a causa del dossier Ieo e della governance delle Generali (di cui anche Del Vecchio è azionista), ribadendo la convinzione che “Mediobanca è ben gestita e ha solidi fondamentali”.

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