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Mascherina

Mascherine, tutte le nuove tensioni istituzionali

Le critiche e i problemi della Regione Lombardia, le parole dell'amministratore delegato di Consip e le richieste di Michele Emiliano sulle mascherine

Mascherine cercansi, in tutta Italia. L’emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova la Sanità italiana e la Lombardia in particolare: mancano i posti in rianimazione, mancano i dottori per permettere le turnazioni (nonostante le numerose ore di straordinario) e mancano anche i dispositivi semplici di protezione, come le mascherine.

Mascherine che sono oggetto, oltre che di disperata ricerca e blocchi, anche di critiche e divisioni. La Regione Lombardia ha respinto al mittente le mascherine fornite dalla Protezione Civile, ritenute inadeguate, mentre Michele Emiliano invoca l’intervento di Domenico Arcuri per i rifornimenti alla Puglia. Andiamo per gradi.

LE CRITICHE DELLA LOMBARDIA

Gli accordi prevedevano una fornitura di 250mila mascherina a settimana, che dalla Protezione civile sarebbero dovute arrivare a Palazzo Lombardia e poi da qui smistate agli ospedali, ma è bastata la prima ricezione di quello che sarebbe dovuto essere il materiale di protezione (mascherine di scarsissima qualità senza elastici che si attaccano alle orecchie grazie a due grandi fori) a scatenare le critiche della Regione. Medici ed infermieri, infatti, si sono rifiutati di indossare le mascherine perché non omologate, non garantite dalla certificazione Fp2 e Fp3.

LE PAROLE DI GIULIO GALLERA

A criticare duramente la fornitura arrivata dalla Protezione Civile è stato l’assessore al Welfare Giulio Gallera: “Non sono idonee a proteggere il personale sanitario”, ha detto Gallera, aggiungendo che a medici ed infermieri “servono mascherine del tipo fpp2 o fpp3 o quelle chirurgiche e invece ci hanno mandato un fazzoletto, un foglio di carta igienica, di Scottex”.

LE CRITICHE DI DAVIDE CAPARINI

Critiche sono arrivate, su Facebook, anche da Davide Caparini, assessore al Bilancio, finanza e semplificazione della Regione Lombardia. Le mascherine sono state così definite: “Il peggior materiale possibile, non nello standard previsto nei casi di #pandemia”.

LA RISPOSTA DELLA PROTEZIONE CIVILE

Alle critiche ha risposto il capo della Protezione Civile e commissario per l’emergenza Coronavirus, Angelo Borrelli, durante la giornaliera conferenza stampa: “Il Dipartimento di protezione civile lavora h24 dall’inizio dell’emergenza e stiamo cercando a cercare mascherine, respiratori e materiali per la cura”, ha sostenuto Borrelli, che pensa che le polemiche della Lombardia siano “del tutto destituite di fondamento. Mi auguro che da parte di altre istituzioni ci possa essere maggiore coesione. Permettetemi di dirlo, da parte di chi lavora per migliorare la risposta del nostro Paese”.

CHI LE PRODUCE

Ad essere finita nell’occhio del ciclone per queste mascherine è, in realtà, proprio un’azienda lombarda, della Brianza vimercatese, che con l’emergenza coronavirus ha stravolto la produzione e adattato le linee aziendali alla produzione di mascherine, distribuite con il marchio “L’Unico Originale”.

Il prodotto ha superato i test di un laboratorio esterno e si è dimostrato efficace a filtrare fino al 98 per cento dei batteri: “Come sappiamo dalle autorità medico-scientifiche le mascherine da sole non possono isolare il virus, ma, se correttamente utilizzate, costituiscono una barriera efficace per limitarne la diffusione”, ha detto al Corriere della Sera Luca Montrasio, titolare dell’azienda di famiglia (fondata nel 1946).

LOMBARDIA E MASCHERINE: I PROBLEMI CON GLI ORDINI

Ma i problemi della Regione Lombardia con le mascherine non hanno solo a che fare con le forniture delle Protezione Civile. Sembrerebbe, infatti, che la Regione, come scrive Business Insider, “a metà febbraio – in piena emergenza coronavirus – avrebbe bloccato tutti i singoli ordini di presidi medici inviati in precedenza dalle sue propaggini amministrative (Asst, ospedali, ecc…), centralizzando gli acquisti nell’Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti (Aria Spa)”. Procedura che, seppur giusta, avrebbe portato a dei notevoli ritardi.

E non solo. Secondo un’inchiesta di Fabrizio Gatti, pubblicata su L’Espresso, la Lombardia avrebbe effettuato un ordine per 4 milioni di mascherine che sarebbero dovute arrivare entro il 27 febbraio. Quelle mascherine, però, non sono mai arrivate a Milano e il 2 marzo la Regione ha annullato il maxi ordine, perché il “fornitore non è stato in grado di adempiere agli obblighi assunti”. Fabrizio Gatti sostiene che quelle mascherine non sono mai arrivate perché l’ordine era sbagliato: le aziende a cui sono state richieste non producevano il prodotto.

CONSIP: ACQUISTI CENTRALIZZATI

Ordini sbagliati e forniture mancate a parte, dalla Consip giungono valutazioni che lambiscono indirettamente anche le mosse della Protezione Civile in fatto di mascherine e altri presidi medico-chirurgici? Per l’amministratore delegato di Consip, Cristiano Cannarsa, intervistato da La Stampa, infatti, per acquistare mascherine e respiratori “è meglio procedere con acquisti centralizzati”. Cannarsa ci tiene anche a sottolineare che “non si trattava di forniture Consip” nel caso delle mascherine di scarsa qualità ricevute dalla Regione Lombardia.

CONSIP IN PRIMA LINEA CONTRO MASCHERINE BLOCCATE

Consip è in prima linea per risolvere l’emergenza mascherine e ha fatto sapere che “può capitare che alcuni lotti in transito da Paesi terzi vengano bloccati” e che “poiché in questa fase dobbiamo occuparci delle forniture dall’acquisto alla consegna” Consip sta “risolvendo anche questo problema con tutte le istituzioni coinvolte e l’Agenzia delle Dogane”.

“Abbiamo dimostrato che gli acquisti centralizzati non rallentano i tempi per le forniture. Invito le Regioni a fidarsi di noi”, aggiunge l’amministratore delegato della società statale, spiegando che “Sui lotti principali é andato tutto bene. C’é stato un ordine molto importante per 30 milioni di maschere chirurgiche”.

EMILIANO A DOMENICO ARCURI: SERVONO MASCHERINE PER LA PUGLIA

Ad invocare un coordinamento nazionale nella gestione e distribuzione di mascherine è anche il governatore pugliese, Michele Emiliano, rivolgendosi a Domenico Arcuri, nominato da Giuseppe Conte commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus per organizzazione e fornitura di apparecchiature mediche (in coordinamento con Angelo Borrelli).

La fornitura di mascherine e materiale di protezione spetta “al governo, attraverso la Protezione civile e il commissario Arcuri: è lui che deve procurare a tutta l’Italia questi materiali. E anche con grande urgenza”, spiega Emiliano, in una intervista a La Stampa, spiegando che a preoccupare anche in Puglia è “la mancanza di mascherine, occhiali e tute per preservare il personale sanitario. E quello di ventilatori (polmonari ndr): ce ne servono altri 225”.

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