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Leonardo-Finmeccanica, Saipem, Cdp. Che cosa succede tra Lega e Movimento 5 Stelle

C’è un idem sentire e una strategia comune fra Lega e Movimento 5 Stelle in materia di nomine nelle partecipate dal Tesoro? E’ la domanda che circola con insistenza nei palazzi della politica, e non solo della politica, dopo le ultime esternazioni di dirigenti di rilievo dei due partiti vittoriosi alle elezioni del 4 marzo.…

C’è un idem sentire e una strategia comune fra Lega e Movimento 5 Stelle in materia di nomine nelle partecipate dal Tesoro? E’ la domanda che circola con insistenza nei palazzi della politica, e non solo della politica, dopo le ultime esternazioni di dirigenti di rilievo dei due partiti vittoriosi alle elezioni del 4 marzo.

“Approfittano della confusione del momento politico e nominano negli enti governativi persone di loro fiducia senza consultare il Parlamento”, ha tuonato nei giorni scorsi Armando Siri, mente della Flat tax targata Lega e uno degli esponenti più vicini al segretario leghista Matteo Salvini.

Il riferimento di Siri è al collegio sindacale di Leonardo (ex Finmeccanica) e non solo: “Non c’era urgenza di nominare il nuovo presidente di Saipem, come non quella di convocare l’assemblea delle Ferrovie Appulo Lucane. Non era indispensabile nominare il nuovo direttore del Trasporto pubblico locale presso il ministro dei Trasporti né di approvare il bilancio di Invimit, società della Cassa depositi e prestiti”. Eppure, ha ricordato Siri, “Gentiloni aveva assicurato che fino a quando non ci fosse stata una definizione del quadro di governo non si sarebbe mosso nulla”.

In casa del Movimento 5 Stelle si fa riferimento anche a rassicurazioni in questo senso giunte dal Quirinale e che comunque, nel caso di decisioni del Tesoro, sarebbero state coinvolte, ovvero sentite, le maggiori forze politiche. Questo non è successo né per Saipem né per il collegio sindacale di Leonardo-Finmeccanica, si borbotta tra i grillini.

Saipem nell’assemblea del 3 maggio dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione. Per l’occasione, su indicazione del Tesoro, i soci Eni e Cassa Depositi e Prestiti hanno presentato una lista congiunta che per la presidenza candida l’ex amministratore delegato delle Poste, Francesco Caio, noto per la sua esperienza in gruppi di tlc oltre che in Avio di recente. Secondo indiscrezioni, a volere il manager sarebbe stato proprio il ministero dell’Economia che ha puntato sulla conferma dell’attuale capoazienda Stefano Cao, ma con poteri che si presume saranno ridimensionati.

Nel caso del collegio sindacale di Leonardo, il Tesoro ha proceduto a presentare la lista che vede la riproposizione dei componenti del precedente collegio: Francesco Perrini, Luigi Corsi e Daniela Savi. La mossa del governo non è stata salutata con favore dai Pentastellati. Ma secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine, i vertici del Movimento 5 Stelle per altri organi e altre partecipate o controllate dal Tesoro porrà una questione: quali sono le procedure che conducono a formare le liste, ad esempio, dei collegi sindacali, come quella presentata nei giorni scorsi dal Mef per Leonardo?

Alti dirigenti del Tesoro hanno spiegato ad interlocutori pentastellati che chi si voleva candidare per il collegio sindacale poteva presentare la propria candidatura sulla piattaforma Cross. Tutti i curricula raccolti dal Tesoro vengono poi esaminati e selezionati da società di head hunter in maniera gratuita. I nomi prescelti dai cacciatori di testa sulla base dei loro criteri sono poi passati al Tesoro per un vaglio anche politico.

Quindi è una decisione politica, secondo i Pentastellati, che si chiedono anche: quali sono i criteri dei cacciatori di teste?, scegliere i soliti noti e chi ha già avuto in passato incarichi nelle società della galassia statale? Perché non preferire giovani professionisti? E’ questo quello che in sostanza va ripetendo Buffagni, rilanciando quanto scritto giorni fa su Facebook: “Un segnale di cambiamento, sempre nell’interesse del bene pubblico e degli interessi nazionali, portando novità ed innovazione con un processo di cambiamento“.

Qualche divergenza, invece, si nota fra Lega e M5S su Cdp. Se i Pentastellati, secondo le ultime indiscrezioni, non escludono di dare il via libera alla conferma di Claudio Costamagna alla presidenza della Cassa depositi e prestiti – la presidenza comunque è espressione delle fondazioni bancarie azioniste di Cdp – a determinate condizioni, da ambienti della Lega si esclude un ok politico alla riconferma del banchiere, anche viste le ultime vicende svelate da Business Insider Italia su alcune operazioni a rischio conflitto di interessi o altro (in primis il caso Salini-Impregilo).

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