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Leonardo, ecco che cosa chiede l’ex Finmeccanica a governo Conte e Forze Armate

Che cosa auspica Leonardo (ex Finmeccanica) secondo il report Ambrosetti. I consigli per governo Conte e Forze Armate. Tutti dettagli

Caro governo e care forze armate, occorre seguire il modello americano per rendere più stabile ed efficiente i contratti fra Stato e aziende della Difesa come Leonardo-Finmeccanica.

E’ quello che di fatto chiede lo stesso gruppo Leonardo come si evince dalla ricerca firmata Ambrosetti in collaborazione proprio con la società presieduta da Gianni De Gennaro e guidata dall’amministratore delegato, Alessandro Profumo.

Due le richieste contenute tra l’altro nella parte conclusiva della ricerca presentata nei giorni scorsi a Cernobbio.

GLI AUSPICI DI AMBROSETTI E LEONARDO (EX FINMECCANICA)

Al governo Conte, Ambrosetti-Leonardo chiede “una pianificazione finanziaria pluriennale con l’allocazione di risorse che consentano la stipula di contratti di lunga durata (10-15 anni)”. Mentre alle Forze Armate il gruppo partecipato dal Tesoro chiede che “facciano crescente ricorso a queste nuove formule contrattuali capaci di generare un efficientamento della spesa pubblica”.

LO SCENARIO DEL REPORT AMBROSETTI

Le richieste nascono da una constatazione: “In tutti i settori è in corso una trasformazione di paradigma nell’approvvigionamento delle risorse per ottimizzare costi e qualità. In ambito procurement (a partire dal comparto ICT) è sempre più diffusa l’adozione di contratti di fornitura a 360 gradi”.

I CONTRATTI DI FORNITURA AUSPICATI DA LEONARDO-FINMECCANICA

Questo tipo di contratti di fornitura “permettono all’impresa cliente di: ridurre i costi dell’approvvigionamento delle risorse; garantire un’adeguata performance del sistema e la qualità del bene/servizio durante l’intero ciclo di vita, per effetto della previsione di criteri basati sulla performance in capo al fornitore e schemi di incentivi e penali; focalizzare le attività sul core business, delegando così a terzi i servizi accessori ed ancillari a monte e/o a valle”.

L’IMPIANTO NORMATIVO DA MODIFICARE

Nella Difesa italiana – rileva criticamente la ricerca di Ambrosetti per conto di Leonardo (ex Finmeccanica – “l’attuale impianto normativo non prevede ancora il pieno ricorso a questo tipo di contratti: esistono solo alcuni tipi di contratti logistici (insieme a quello di acquisizione) che superano i 3 o 5 anni. In particolare, la normativa italiana vigente consente al Ministero della Difesa di sottoscrivere esclusivamente contratti di breve durata e questo approccio vincola l’inserimento di clausole incentivanti o di penali.”

L’ESPERIENZA DEL MONDO ANGLOSASSONE

I meccanismi di supporto logistico basati sulla performance vantano una consolidata tradizione soprattutto nel mondo anglosassone. Nell’esperienza statunitense, i contratti “Performance-Based Logistics” (PBL) hanno trovato applicazione dalla fine degli anni Novanta per poi estendersi progressivamente a più programmi militari per garantire il supporto durante l’intero ciclo di vita dei sistemi in maniera efficace ed efficiente, sottolinea la ricerca: tra il 2000 e il 2016, il valore delle obbligazioni contrattuali di natura performance-based è aumentato da circa 400 milioni a quasi 6 miliardi di Dollari (secondo un tasso medio annuo composto di crescita del 20%), raggiungendo un picco nel biennio 2013-2014.

L’ESEMPIO AMERICANO

“L’affermazione di questi contratti è stata guidata inizialmente dalla Marina e quindi dall’Aeronautica (con circa il 60% del valore totale nel 2016) e, in termini di piattaforme e sistemi, dai programmi su velivoli con pilota a bordo e a pilotaggio remoto (45% del valore totale nel 2016)”, sottolinea la ricerca: “Si stima che, negli USA, il risparmio medio annuo per i programmi attuati secondo criteri PBL sia compreso tra il 5% e il 20% per tutta la durata dell’accordo rispetto all’approccio tradizionale (transactional support)”.

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