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Abi Contratto Bancari

Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Banco Bpm e non solo. Come Abi e sindacati hanno duellato all’incontro sul contratto

Tutti i dettagli sull'incontro tra Abi e sindacati per il rinnovo del contratto dei bancari. Numeri, commenti, analisi e divergenze di vedute

 

Secondo incontro tra Abi e sindacati per il rinnovo del contratto dei circa 300 mila bancari dopo la presentazione della piattaforma unitaria di Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin il 12 giugno scorso. Ieri è stata la volta dell’Associazione bancaria che ha illustrato lo scenario economico di riferimento all’interno del quale si posizionano le banche italiane. Prossimi appuntamenti prima della pausa estiva giovedì 18 luglio e martedì 30 luglio.

CHE COSA SOSTIENE L’ABI

Come si diceva, Palazzo Altieri – che rappresenta anche le maggiori banche come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Ubi Banca e Mps – ha illustrato alle organizzazioni sindacali “un aggiornamento e approfondimento dello scenario economico di riferimento, attuale e prospettico, all’interno del quale le banche si posizionano in modo diversificato”. In una nota diffusa dopo l’incontro Salvatore Poloni, presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro dell’Abi (Casl), ha confermato la volontà dell’Associazione di “sviluppare un dialogo costruttivo e responsabile per individuare le migliori soluzioni negoziali che riescano a coniugare al meglio le oggettive complessità di scenario e le rilevanti trasformazioni in essere con le esigenze delle persone che lavorano in banca”. Secondo Poloni, “in tale prospettiva sarà possibile addivenire ad un rinnovo del Ccnl che – come condiviso da tutte le parti – sappia confermare la propria centralità ed essere al passo coi tempi per consentire a tutti gli attori di affrontare positivamente i profondi cambiamenti in atto”.

LO SCENARIO PER I BANCHIERI

Lo scenario congiunturale rispetto a 12 mesi fa è cambiato, secondo l’associazione presieduta da Antonio Patuelli. Per esempio, le previsioni del Fondo monetario, a livello di singole aree geografiche sono state riviste al ribasso. E anche le stime sulla nostra economia sono state riviste al ribasso, con una crescita economica inferiore alle previsioni e una dinamica dei prezzi inferiore alle attese. Nell’aria c’è anche un possibile annuncio di un nuovo quantitative easing: “Insomma, ci sono una serie di fattori che spingono a mantenere tassi di interesse bassi, con margini dell’attività bancaria che nel breve, medio termine saranno bassi”, ha scritto il Sole 24 Ore riportando la posizione del vertice Abi.

FABI PERPLESSA: RICHIESTA DI 200 EURO MEDI E’ INSUFFICIENTE

L’analisi presentata da Poloni ha lasciato perplesso il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, e lo ha convinto che le richieste economiche avanzate dai sindacati, pari a un aumento medio di 200 euro mensili, siano “insufficienti”. “In una situazione come quella rappresentata – ha spiegato Sileoni, a capo del maggior sindacato di categoria – l’unica risposta sensata è l’investimento sul lavoro e quindi un aumento significativo delle retribuzioni. Inseguire rendimenti importanti per gli azionisti, nello scenario descritto dall’Abi, è un’operazione suicida per il settore e per il Paese”. Del resto, ha evidenziato il leader Fabi, “non si può pensare che in una fase recessiva si possano mantenere livelli di return on equity (Roe) elevati puntando solo sulle riduzioni dei costi”. Durante la riunione del 12 giugno Sileoni aveva ricordato che lo scorso anno ci sono stati 2,2 miliardi di tagli sul costo del lavoro e che nei primi cinque gruppi nazionali – Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Mps, BancoBpm – è stato ridotto del 7,6%.

FIRST CISL: SERVE CONTRATTO INNOVATIVO, ATTENZIONE A DISMISSIONE RAPIDA NPL

Durante l’incontro a Palazzo Altieri il segretario generale della First Cisl, Riccardo Colombani, ha puntato l’attenzione sulla necessità che il nuovo contratto sia “innovativo”. In risposta alla rap­presentazione dell’Abi relativa al quadro economico di riferim­ento, Colombani ha evidenziato l’importanza di tornare a inve­stire sul capitale umano e di superare gli attuali schemi per affrontare il futuro. In questi anni di crisi, ha aggiunto, “abbiamo assistito ad un aumento signifi­cativo del prodotto bancario per lavorat­ore e quindi al sign­ificativo incremento della produttività del lavoro nelle imprese bancar­ie. Vista l’attuale bas­sa redditività degli impieghi, è necessa­rio ritornare ad affidar­si alla professional­ità dei lavoratori al fine di erogare cr­edito alle pmi e alle famiglie, evitando l’utilizzo di algor­itmi alla base dell’­erogazione dei prest­iti”. Infine è tornato su un tema sentito dai sindacati, quello della “veloce dism­issione degli Npl” che “produrrà seri ef­fetti sull’economia dei territori a causa di scellerate modalità di gestione da parte delle società speci­alizzate”.

FISAC CGIL: A PARITA’ DI LAVORO STESSO SALARIO E STESSI DIRITTI

In un comunicato seguito all’incontro Fisac Cgil ha commentato i dati offerti dall’Abi che “possono certamente guardarsi in ottica positiva o negativa”. Per Palazzo Altieri “la produttività è semplicemente aumentata, ma davanti alle slide penso e pensiamo ai nostri colleghi, soprattutto i più giovani e i colleghi che vivono nelle grandi città che fanno grande fatica ad arrivare a fine mese – ha detto il segretario generale Giuliano Calcagni -. Per noi i ‘numeri’ rappresentati nelle slide possono leggersi solo così come espressi nei contenuti della nostra piattaforma: a parità di lavoro, stesso salario e stessi diritti. Per noi – ha sottolineato – la questione è relativa alla redistribuzione della ricchezza rispetto alla remunerazione dei capitali finanziari che le banche impavidamente e spavaldamente assicurano ai propri azionisti”. Questo tema come anche quello delle cessione di Npl “potranno determinare situazioni di grande criticità sociali nel sistema Paese” ha concluso Calcagni augurandosi che “Abi riesca a comprendere le nostre richieste elaborando un messaggio positivo per il Paese tutto che conta decine di milioni di risparmiatori”.

UILCA UIL: LA SFIDA E’ STARE AL PASSO CON I TEMPI

Critico anche Massimo Masi, segretario generale Uilca Uil. “Questi dati, pur nella loro completezza, non tengono conto delle persone e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che per anni hanno sopportato e continuano a sopportare ingenti sacrifici” ha affermato ricordando che Poloni ha comunicato di voler entrate nel merito della piattaforma già dal 18 luglio. “Come Uilca ribadiamo la necessità di lavorare su quale modello di banca è necessario costruire. In un mondo che corre veloce la vera sfida del sindacato è cercare di stare al passo con i tempi” ha continuato Masi che chiederà all’Abi e ai gruppi bancari “di uniformare le proprie politiche per evitare pericolose discrasie”. Anche la Uilca ha puntato il dito sulla cessione degli Npl che “rischia di mettere in ginocchio le piccole e medie imprese, la fascia più presente nel mercato italiano, dalle quali le banche si erano allontanate per operare con le grandi imprese. Non si può pensare di applicare lo smaltimento rapido dei crediti deteriorati senza un’attenta e precisa visione complessiva del problema” ha concluso.

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