skip to Main Content

Spread Recovery Fund

Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Banco Bpm, Creval. Tutti i benefici dello spread light

Perché le banche brindano allo spread in discesa e il pieno delle ultime aste. Report sugli effetti per Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Banco Bpm, Creval, Bper e Mediobanca

Lo spread diminuisce e le banche italiane festeggiano. Questa settimana il differenziale fra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi con scadenza a dieci anni è sceso sotto i 200 punti, favorendo la performance in Borsa dei nostri istituti di credito che in totale hanno in bilancio quasi 400 miliardi di bond.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

Il quotidiano confindustriale, che ricorda come ieri lo spread abbia chiuso a 206 punti base per prese di beneficio e come si trovi ancora 90 punti sopra i livelli di inizio maggio 2018, spiega il meccanismo per cui se “il rendimento di questi titoli sale, e di conseguenza scende il prezzo che si muove in direzione opposta, gli istituti sono costretti ad aggiornare i bilanci con la svalutazione annessa. Viceversa, come sta accadendo in questa fase, quando il rendimento scende (e il prezzo sale) i titoli in portafoglio ridanno slancio ai valori in bilancio”.

IL REPORT DI INTERMONTE SU INTESA SANPAOLO, UNICREDIT, UBI, BANCO BPM ECC

A calcolare il beneficio per le banche è stato Intermonte, investment bank indipendente che opera sul mercato italiano, secondo cui “100 punti base in meno di spread equivalgono per le grandi banche italiane quotate a un ‘regalo’ da circa un miliardo di euro in termini di capitale aggiuntivo”. Le prime otto società del settore – ovvero Intesa Sanpaolo, UniCredit, Ubi, Mediobanca, Banco Bpm, Bper, Credem e Creval – dichiaravano di avere in portafoglio a fine marzo 136,5 miliardi di euro di titoli di Stato italiani. Si tratta di “un attivo molto rilevante – spiega il Sole 24 Ore -, in grado di condizionare l’ammontare delle attività pesate in funzione del rischio (Risk weighted asset), pari a 880 miliardi di euro”. Alla fine del primo trimestre dell’anno il Common equity tier 1 medio di questo gruppo di banche era 12,59%; rifacendo oggi lo stesso calcolo – è l’analisi di Intermonte – è al 12,74%. Questi 15 punti base in più, in sostanza, significano un miliardo di euro. Senza aumento di capitale.

COME SONO ANDATE LE ULTIME ASTE

E proprio il trend in calo dello spread favorisce la corsa alle aste. Gli ultimi collocamenti di giugno sono andati oltre le attese. In quello di una settimana fa il Tesoro ha piazzato l’importo massimo di 6 miliardi di euro in BTp a 5 e 10 anni e in CcTeu (bond a tasso variabile indicizzati all’Euribor), con tassi in calo per i primi due titoli, ai minimi da aprile 2018. Per i primi la richiesta è stata di 3,331 miliardi e per i secondi di 3,628 miliardi. Pochi giorni prima tutto esaurito anche per l’asta di BoT a sei mesi, sempre per la felicità del Tesoro: collocati 600 milioni a fronte di richieste per 1,516 miliardi.

Back To Top