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Dati Bilancio Banche

Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Bper, Banco Bpm, Ubi. Che cosa succederà al personale delle banche

In dieci anni in Europa si sono persi 470mila posti di lavoro in banca, in Italia quasi 64mila ma gli esuberi sono stati gestiti solo con pensionamenti o prepensionamenti volontari. Ecco il focus della Fabi sui maggiori istituti di credito come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Bper, Banco Bpm e Ubi Banca.

Quasi mezzo milione, per la precisione 470mila, ovvero il 17% del totale. Tanti sono i posti di lavoro che il settore bancario ha perso in dieci anni, tra 2008 e 2018, in Europa. Peraltro, circa il 70% di questi è avvenuto tramite licenziamenti. L’Italia con il suo 18,9% in meno – ossia 63.979 lavoratori andati a casa – è in linea con la media continentale.

A fare la differenza, però, è il modo con cui sono state gestite queste crisi bancarie che si sono avvalse del Fondo esuberi e del Fondo per l’occupazione. A ricordare come nel nostro Paese siano stati evitati i licenziamenti grazie a questi strumenti previsti dal contratto dei bancari è la Fabi, il maggior sindacato del settore del credito, nella sua analisi effettuata su dati della Banca centrale europea, della Banca d’Italia e dei bilanci dei gruppi.

LA GESTIONE DEGLI ESUBERI NEI PRIMI NOVE GRUPPI ITALIANI DEL CREDITO

Guardando agli anni a venire, la Fabi ricorda che nei piani industriali già approvati dei primi nove gruppi bancari italiani sono previsti 30.114 esuberi di cui 16.434 già completati e 13.680 da realizzare nel biennio 2019-2020.

In particolare, il maggior numero di lavoratori in uscita o già usciti si registrano in Intesa Sanpaolo con 10.550 (di cui 4.850 in uscita e 5.700 già usciti come da ultimo piano industriale). Molto distanziati seguono Montepaschi con 4.500 (rispettivamente 2.250 e 2.250), Unicredit con 4.450 (1.200 e 3.250), Bper con 2.744 (1.700 e 1.044), Banco Bpm con 2.600 già tutti usciti. Agli ultimi posti della classifica ci sono Ubi Banca con 2.006 esuberi (917 in uscita e 1.089 già usciti), Bnl con 1.571 (1.400 e 171), Carige con 1.250 tutti in uscita e Credit Agricole Italia con 443 (113 e 330).

 

LE ASSUNZIONI

Altro elemento rilevato dal sindacato nella sua analisi è quello delle assunzioni: in Italia sono entrati a lavorare in banca dal 2012 a oggi 20.550 under 35 grazie al Fondo per l’occupazione.

Durante il 2018 sono stati assunti 1.538 giovani, quasi 150 al mese. Una cifra però in calo rispetto agli anni passati: nel 2012 i neo assunti sono stati 6.657, 2.164 nel 2013, 2.126 nel 2014, 2.969 nel 2015, 2.585 nel 2016, 2.511 nel 2017.

Circa il 57% delle assunzioni complessive, rileva la Fabi, ha riguardato personale femminile. I nuovi ingressi hanno bilanciato gli esuberi del settore già completati, tutti gestiti solo con pensionamenti e prepensionamenti volontari.

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