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Dati Bilancio Banche

Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm e non solo. Cosa bolle in pentola per il rinnovo del contratto dei bancari

Che cosa si dice e si bisbiglia nelle maggiori banche come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm, Ubi e non solo sul rinnovo del contratto dei lavoratori del settore del credito e come divergono le posizioni dei sindacati. Fatti, nomi, rumors e scenari

Sta per entrare nel vivo la trattativa sul rinnovo del contratto di lavoro di oltre 300.000 lavoratori bancari, mentre il rinnovo del contratto nazionale delle bcc (banche di credito cooperativo) è ancora fermo al palo (qui in ballo ci sono 40.000 addetti).

LE TAPPE DEL NEGOZIATO

Il negoziato partirà probabilmente nel 2019, dopo la presentazione della piattaforma unitaria che dovrà passare il vaglio delle assemblee dei lavoratori. I giochi sono ormai aperti e da alcuni giorni il settore è in fermento.

CHE COSA SI DICE IN ABI

Sul fronte bancario, il pallino è in mano a Salvatore Poloni del Banco Bpm che a luglio scorso è stato nominato presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro dell’Abi (Casl), sostituendo Eliano Omar Lodesani, da tutti criticato per l’immobilismo politico-sindacale che ha prodotto durante la sua gestione. Infatti, in Abi i banchieri sanno bene che nell’ultimo anno il Casl si è riunito solo una volta.

LE MOSSE DI POLONI

E’ stato proprio Poloni, secondo indiscrezioni raccolte da Start Magazine, a informare mercoledì i colleghi banchieri del primo faccia a faccia con i segretari generali dei sindacati di categoria. Il faccia a faccia tra Poloni e i sindacati c’era stato 24 ore prima e, di fatto, rappresenta il kick off della partita sul nuovo contratto.

SINDACATI DIVISI

Le organizzazioni sindacali, pur nella presentazione di una piattaforma unitaria, appaiono momentaneamente piuttosto divise: da una parte Fisac Cgil, Fabi e Unisin vorrebbero una piattaforma principalmente imperniata su tre argomenti: aumenti economici significativi per i lavoratori bancari, difesa e rilancio dell’occupazione, difesa e rilancio dell’area contrattuale. First Cisl e Uilca, invece, sembrerebbero al momento più interessate al rinnovo delle libertà sindacali cioè dei permessi ai dirigenti delle sigle, che scade a dicembre prossimo.

BANCHE IN ORDINE SPARSO

Poloni ha dunque spiegato agli alti manager degli istituti di credito che le sigle del settore, per quanto riguarda il rinnovo, hanno posizioni diverse, ma tutte concordano su un punto: si entrerà nel merito delle questioni contrattuali solo dopo la presentazione della piattaforma, ovvero all’inizio del prossimo anno. Intanto c’è da registrare che le segreterie nazionali dei sindacati si incontreranno unitariamente il 19 ottobre a Roma per dare inizio alla nuova piattaforma.

LE MIRE DELL’ABI

C’è quindi un po’ di tempo a disposizione che l’Associazione bancaria vuole riempire lavorando ventre a terra su tre temi centrali: il costo del lavoro, gli inquadramenti, le innovazione tecnologiche (cioè la digitalizzazione del settore). Se ne occuperanno tre distinte commissioni che saranno composte dai responsabili delle risorse umane dei singoli gruppi bancari e che, negli auspici di Poloni, dovrebbero consentire alle banche di arrivare preparate al negoziato, magari giocando d’anticipo.

IL TENTATIVO DI POLONI

L’alto dirigente del Banco Bpm vuole anche evitare quello che è già accaduto durante la gestione del Casl targata Lodesani, cioè che una piccola “cupola” di capi delle relazioni sindacali dei gruppi condizionasse parallelamente le trattative dello stesso Casl: un ex capo del personale della Bpm insieme con altri due suoi colleghi di altre banche, infatti, manovrava sotto banco per indirizzare le trattative. C’è una vicenda spinosa di cui si parla in queste ore negli ambienti bancari: un segretario generale avrebbe ottenuto dalla Popolare di Vicenza un importante prestito a condizioni vantaggiose durante l’era di Gianni Zonin.

L’ACCORDO SULLE LIBERTA’ SINDACALI

Intanto, nell’incontro coi segretari si è parlato della scadenza dell’accordo sulle libertà sindacali. E i sindacati avrebbero proposto ai banchieri due opzioni: siglare immediatamente un nuovo accordo oppure prorogare di un anno quello ancora in vigore, stando all’informativa di Poloni al Casl.

I RUMORS

Secondo i ben informati, in tutti i e due i casi, i sindacati si calerebbero le brache con l’Abi che utilizzerebbe proprio le libertà sindacali per avere le organizzazioni ammorbidite durante la trattativa sul contratto. Fra le sigle, qualcuno rischia più di altri: è il caso della Uilca di Massimo Masi che, senza un accordo ex novo, avrebbe molti meno permessi della Unisin, un’altra organizzazione sindacale autonoma del settore. Poloni insomma dovrà guardarsi attorno a 360 gradi perché i colpi bassi sono sempre in agguato. E soprattutto dovrà invertire l’immobilismo creato dalla gestione di Lodesani & co.

(TUTTI I SUBBUGLI POLITICI SU UNICREDIT-SOCIETE GENERALE. L’ARTICOLO DI MICHELE ARNESE)

(CHI TEME E CHI NO IL FILOTTO FRANCESE SU UNICREDIT-MEDIOBANCA-GENERALI. L’ARTICOLO DI ARNESE)

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