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Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm. Che cosa dicono gli analisti sulle nuove regole Bce per gli Npl

Che cosa ha deciso la Bce sul trattamento dei crediti deteriorati delle banche e come le novità è stato saluti dagli istituti di credito italiani come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm o Ubi “Si tratta di una notizia molto positiva perché chiarisce definitivamente il quadro regolamentare in senso favorevole al settore, elimina un rischio sistemico…

“Si tratta di una notizia molto positiva perché chiarisce definitivamente il quadro regolamentare in senso favorevole al settore, elimina un rischio sistemico sulle banche italiane, riduce i timori di ricapitalizzazioni legate a richieste di accelerazione di dersking e la pressione a vendere Npl».

E’ il commento degli analisti di Equita all’annuncio da parte della Vigilanza Bce in materia di stock di crediti deteriorati delle banche.

L’APPREZZAMENTO DA PARTE DELLE BANCHE ITALIANE

Una mossa – quella della Vigilanza Bce – gradita dalle maggiori banche italiane, come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm o Ubi. “In Unicredit si stimava una ricapitalizzazione a seguito delle regole in fieri se non fossero state cambiate”, dicono alcuni analisti che preferiscono l’anonimato.

ECCO LE NOVITA’ DELLA VIGILANZA BCE SUI CREDITI DETERIORATI

La Vigilanza Bce ha annunciato il 12 luglio l’approccio che seguirà sullo stock di crediti deteriorati delle banche, ma stavolta l’orientamento è diverso e più cauto rispetto a quello deciso sui nuovi flussi con l’addendum sugli npl. È stata così respinta la linea caldeggiata da Danièle Nouy, presidente della Vigilanza, che avrebbe voluto definire un calendario di svalutazioni come per i nuovi deteriorati.

CHE COSA HA SCRITTO LA BCE SUGLI NPL

Nel breve testo diffuso non ci sono cifre né soglie di riduzione degli stock (come quelle che Francia e Germania hanno suggerito nella dichiarazione di Meseberg, senza però trovare sostegno a livello Ue). Al contrario c’è innanzitutto la precisazione che le attese della Vigilanza saranno «per singola banca». Nessuna indicazione di livelli uguali per tutti gli istituti, neanche come semplice attesa del supervisore, ha sottolineato Mf/Milano Finanza. Fonti della Banca d’Italia hanno definito «ragionevole» l’approccio indicato dal Single Supervisory Mechanism.

LE NOVITA’ DELLA VIGILANZA

Le aspettative, ha precisato Bce, saranno basate su «una valutazione comparata (benchmarking) di banche raffrontabili», che considererà «l’attuale incidenza degli npl della banca» e «le principali caratteristiche della sua situazione finanziaria». In sostanza si confronterà la situazione di banche simili, ma senza cluster o categorie predefinite: un potere che di fatto la Bce ha già. L’obiettivo secondo Francoforte è «assicurare costanti progressi nella riduzione dei rischi» e «conseguire lo stesso livello di copertura per le consistenze e i flussi di npl in un orizzonte di medio termine». Nel tempo i nuovi npl saranno regolati con le normative in corso di definizione, in particolare quelle che si stanno definendo in ambito europeo dopo le prime proposte della Commissione Ue.

CHE COSA SI DICE IN BANCA D’ITALIA

In Banca d’Italia si è osservato – ha sottolineato Mf/Milano Finanza – che l’approccio banca per banca del Ssm rappresenta «un ragionevole punto di incontro tra la necessità di mantenere il dovuto rigore su un tema di primaria importanza per la complessiva riduzione dei rischi nel sistema bancario europeo e quella di tenere conto delle specificità delle singole banche per individuare un percorso graduale e sostenibile per l’adeguamento dei livelli di accantonamento sui crediti».

IL REPORT DI EQUITA

Con le regole comunicate la scorsa settimana, dicono gli analisti di Equita, «viene meno un rischio sistemico sul settore. Si tratta secondo noi, per le banche italiane, della comunicazione più importante emanata negli ultimi anni dal regolatore». In sintesi, non è previsto alcun target di Npl ratio da applicare indiscriminatamente per tutte le banche, bensì verranno introdotti obiettivi ad hoc a livello di singolo istituto tenendo conto del livello attuale del ratio, delle situazione finanziaria (Cet1) e degli obiettivi di riduzione dello stock per realtà comparabili, ha scritto il Sole 24 Ore.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI

«Dopo circa un anno dall’introduzione del’addendum – che richiede l’azzeramento del valore dei nuovi Npl generati da aprile in base al vintage e al tipo di contratto – il regolatore chiarisce definitivamente che il tema dello stock di Npl verrà trattato attraverso misure di Pillar2 tenendo conto delle specificità dei singoli istituti», commenta Equita. Diventa ancora più «delicato il processo di Srep (dicembre 2018) e la definizione dei target di Cet per banca che terranno conto anche del derisking».

LA NOTIZIA POSITIVA

Per gli analisti, quindi, «si tratta di una notizia molto positiva perché chiarisce definitivamente il quadro regolamentare in senso favorevole al settore, elimina un rischio sistemico sulle banche italiane, riduce i timori di ricapitalizzazioni legate a richieste di accelerazione di dersking e la pressione a vendere Npl».

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