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Vivendi - Mediaset

Tutte le ultime gomitate in Tim fra Elliott e Vivendi (che si spacca nel cda)

Che cosa ha deciso ieri il consiglio di amministrazione di Tim sulla prossima assemblea dell'ex Telecom Italia e come fra Vivendi ed Elliott non si placano le tensioni (mentre nel gruppo francese ci sono alcune diversità di vedute...)

 

Vivendi proverà a riprendere la guida di Tim il 29 marzo ed Elliott si prepara allo scontro in assemblea chiamando a raccolta i fondi.

E’ questo lo scenario dopo la decisione di ieri del consiglio di amministrazione dell’ex Telecom Italia. Ecco dettagli, indiscrezioni e commenti.

CHE COSA HA DECISO IL CDA DI TIM

Il cda ha accolto la richiesta dei francesi di convocare un’assemblea per proporre la revoca del presidente Fulvio Conti e altri 4 consiglieri (salvando l’ad, Luigi Gubitosi) ma senza l’urgenza auspicata da Vivendi. In agenda ci sarà anche l’approvazione del bilancio 2018 e la relazione sulla remunerazione. Per sapere se si tornerà al dividendo bisognerà però aspettare il 21 febbraio (data a cui è stato anticipato il cda sui conti).

LA CONTESA

Il cda di Tim ha deciso convocare l’assise tra quasi due mesi e mezzo, accogliendo la richiesta del socio francese che, con il pretesto della nomina dei nuovi revisori, chiede anche la revoca di cinque consiglieri (Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini, Paola Giannotti de Ponti), per mettere al loro posto Franco Bernabé, Rob van der Valk, Flavia Mazzarella, Gabriele Galateri e Francesco Vatalaro.

LO STATO DELL’ARTE

La data del 29 marzo sembra una mezza vittoria per il fondo Elliott (azionista con circa l’8%), mentre Vivendi (che ha il 23% di Tim) puntava a un’assemblea già il 15 febbraio.

IL COMMENTO DI VIVENDI

Infatti, poco dopo il comunicato ufficiale del board, da Parigi sono arrivate parole poco affettuose: “Queste tattiche fanno perdere tempo e hanno un impatto negativo sui risultati finanziari di Tim ogni giorno, come riflesso dal calo più del 40% del prezzo delle azioni dal 4 maggio 2018”. Il gruppo di Bolloré poi ha rilanciato: “Ci riserviamo il diritto di richiedere la convocazione di una nuova Assemblea degli azionisti quest’estate se i risultati finanziari e di governance della società non migliorano in modo significativo”.

LA DECISIONE DEL CONSIGLIO

Il consiglio Telecom presieduto da Fulvio Conti, che ha anche anticipato – come detto – il cda di bilancio dal 26 al 21 febbraio, ha motivato le scelte con l’esigenza di fornire agli azionisti un quadro completo, favorendo nel contempo «la maggiore partecipazione possibile» all’assemblea, dove il vero confronto sarà «sul futuro industriale della società e sulle persone alle quali affidarne la gestione».

LE DIVISIONI NEL CDA

Compatta a favore la maggioranza dei dieci amministratori nominati dalla lista Elliott, “mentre tra i cinque consiglieri in quota Vivendi si sono registrate due astensioni (Giuseppina Capaldo e Michele Valensise) a fianco di tre voti contrari (Arnaud de Puyfontaine, Amos Genish e l’indipendente Marella Moretti)”, ha svelato Antonella Olivieri del Sole 24 Ore.

CHE COSA SUCCEDE IN CASA DI VIVENDI?

Un voto che ha destato sorpresa tra gli addetti ai lavori. In sostanza si è sgretolata la compattezza dei consiglieri di Vivendi. Infatti due consiglieri espressione dei francesi (Capaldo e Valensise) hanno votato in maniera difforme (astenendosi) rispetto agli altri tre consiglieri dei francesi, a partire da esponenti di primo piano come Arnaud de Puyfontaine e l’ex amministratore delegato di Tim, Amos Genish.

Che cosa è sta succedendo? Spiega una fonte al corrente delle vicende Tim: qualche indipendente votato da Vivendi sta iniziando a prendere le distanze dal gruppo francese. E in ambienti della maggioranza di governo c’è chi esterna più di una perplessità sulla condotta barricadera del gruppo di Bolloré.

Eppure non tutto è chiaro tra i “francesi”. Rumors tra Parigi, Milano e Roma raccolti da Start sostengono che Genish non ha più rapporti idilliaci come un tempo con de Puyfontaine, il quale non sente spesso Franco Bernabé, ora uomo di punta di Vivendi in vista della prossima battaglia assembleare.

LA REAZIONE DI ELLIOTT

E gli uomini di Singer come hanno commentato le decisioni di ieri del cda di Tim? Elliott ha spiegato che la richiesta di Vivendi “rappresenta il suo ultimo sforzo per riprendere il controllo di Tim e gestire l’azienda a proprio vantaggio. Se Vivendi continuerà a perseguire questi sforzi, Elliott è sicuro che non avrà successo”. L’obiettivo ora deve essere “la stabilità”, tanto che il fondo guidato da Paul Singer “rimane aperto a un dialogo costruttivo nel convincimento che questo risponda al miglior interesse di tutti gli stakeholder di Tim, inclusa Vivendi”. In attesa di marzo bisogna quindi “concedere al nuovo e indipendente cda e al nuovo amministratore delegato il tempo sufficiente per mettere in atto la loro strategia per creare valore duraturo a beneficio di tutti gli azionisti”.

GLI AUSPICI DEI PICCOLI AZIONISTI

Anche l’associazione dei piccoli azionisti, Asati, chiede alle parti che si arrivi a un accordo per necessario per definire una strategia di medio-lungo termine e per “far crescere il valore del titolo, che è penalizzato dal conflitto tra gli azionisti”. Per questo l’associazione presieduta da Franco Lombardi chiede “a Vivendi Elliott e Cdp un impegno a superare i conflitti interni e a lavorare per il rilancio di Tim”.

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