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F35, Leonardo-Finmeccanica, Mbda e non solo. Tutti i siluri della Lega a Trenta e M5S

Tutte le stilettate di Volpi, sottosegretario della Lega alla Difesa, a Trenta e M5S su dossier che interessano Leonardo-Finmeccanica e non solo

Tensioni Lega-Movimento 5 Stelle anche sulla Difesa. E non solo sulla questione controversa della chiusura dei porti e dunque del dossier immigrazione, sul quale i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, alzano i toni anche perché è in corso la campagna elettorale per le Europee dove si vota con il sistema proporzionale.

CHE COSA HA DETTO VOLPI DELLA LEGA SU F-25, LEONARDO E NON SOLO

Le divergenze che finora erano per lo più sottotraccia sull’industria della difesa, in primis Leonardo-Finmeccanica ma non solo, sono venute allo scoperto tra le righe dell’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera da Raffaele Volpi, sottosegretario alla Difesa, esponente di spicco della Lega e molto apprezzato dal comparto industriale della difesa e dell’aerospazio italiano.

LE TENSIONI LEGA-M5S SU DIFESA E AEROSPAZIO

Volpi ha toccato alcuni aspetti e dossier in cui di fatto Lega e Movimento 5 Stelle sono in latente contrapposizione: dagli investimenti nel settore e dunque anche a beneficio di aziende come Leonardo al programma F-35 (qui l’approfondimento di Start Magazine), passando per i tagli ai missili Camm-Er di Mbda e non solo.

TUTTE LE STAFFILATE DELLA LEGA AI PENTASTELLATI

Ma è la tenzone sull’immigrazione a farla da padrone nell’intervista: “Io sono convinto che le competenze del Viminale ci siano tutte, visto che stiamo parlando di un fatto di sicurezza interna. Detto questo, è anche una questione di modi: qui di sicuro non vaneggia proprio nessuno. E se qualcuno derubrica i ragionamenti di un ministro come ‘vaneggiamenti’, credo che debba fare una riflessione seria sulle sue capacità di sereno confronto”, ha affermato Volpi, sottosegretario alla Difesa.

IL DOSSIER MISSIONI MILITARI ALL’ESTERO

“Le prese di posizione? Ogni giorno con lei facciamo uno sforzo di comprensione – ha aggiunto Volpi – Nel dicastero ci sono tanti problemi: dalla programmazione alle questioni ideologiche. Nell’industria tante aziende rischiano la crisi. E il decreto per le missioni militari non arriva”, ha rimarcato criticamente l’esponente di rilievo della Lega di Matteo Salvini, avallando timori e preoccupazioni degli ambienti militari (qui un approfondimento di Start Magazine con l’opinione di Vincenzo Camporini).

F35 E NON SOLO, CHE COSA DIVIDE LEGA E M5S

Ma è sulle “questioni ideologiche” che si appuntano le attenzioni degli osservatori del settore, come ad esempio i rappresentanti dell’Aiad, l’associazione delle aziende del comparto (in primis Leonardo-Finmeccanica). “Il problema è che su certi argomenti esiste anche una valutazione geopolitica. In questo caso, gli F35 sono anche un modo per rinsaldare il nostro storico e indiscutibile posizionamento euroatlantico. E invece – ha concluso Volpi – si continua soltanto a parlare della funzione ‘duale’ della Difesa, il suo utilizzo per scopi non militari. Che nessuno mette in discussione dal Vajont in avanti. Ma non possiamo neppure snaturarne la funzione precipua. E invece, in ogni documento trovi di continuo due termini: oltre a funzione duale, ‘resilienza’. Il problema è insistere sulla postura della Difesa diventa condizionante su come ti attrezzi e cosa compri”.

IL DOSSIER CAMM-ER LAMENTATO DA VOLPI

Questioni ideologiche, quelle sollevate dall’esponente del Carroccio, che riguardano anche un altro dossier, quello dei missili Camm-Er: “Per esempio i missili terra-aria non li facciamo più? Eppure nella programmazione della sicurezza entrano”, ha detto Volpi riferendosi alla questione dei missili Camm-Er prodotti da un consorzio in cui c’è Mbda che è partecipata anche da Leonardo-Finmeccanica (qui un approfondimento di Start Magazine sul dossier).

IL GRIDO D’ALLARME DI VOLPI

L’intervista contiene una sorta di grido di allarme e di atto di accusa verso i suoi diretti superiori, ovvero il ministro Elisabetta Trenta indicava dal Movimento 5 Stelle capeggiato da Luigi Di Maio: “Esiste anche un problema industriale. Ci sono tante aziende che lavorano con la Difesa che rischiano di entrare in crisi. L’Iveco ha in corso ordini per cui gli stanziamenti sono già fatti, eppure sono bloccati da dicembre”.

 

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