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Equitalia, che cosa farà il governo sulle cartelle esattoriali

“Ridurre le tasse e semplificare il sistema fiscale”. E’ questo il mantra che va ripetendo da giorni il leader della Lega e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Salvini ieri ha annunciato ufficialmente che la pace tra fisco e contribuenti permetterà di rottamare tutte le cartelle sotto i 100.000 euro. DOSSIER EQUITALIA E CARTELLE “Chiudere tutte le cartelle esattoriali di Equitalia…

“Ridurre le tasse e semplificare il sistema fiscale”. E’ questo il mantra che va ripetendo da giorni il leader della Lega e ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Salvini ieri ha annunciato ufficialmente che la pace tra fisco e contribuenti permetterà di rottamare tutte le cartelle sotto i 100.000 euro.

DOSSIER EQUITALIA E CARTELLE

“Chiudere tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”.

IL RUOLO DEL LEADER DELLA LEGA

Dal palchetto di villa Spada, dove ha assistito alla celebrazione del 244simo anniversario della fondazione della Guardia di finanza, Salvini ha conquistato la scena rilanciando l’idea di un ‘condono’, spiegando che “ora tocca al governo semplificare il sistema fiscale, ridurre le tasse”.

DOVE HANNO PARLATO TRIA E SALVINI

Accanto a lui la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Che, come già riscontrato nella discussione in Parlamento sul Def, agli annunci di pentastellati e leghisti preferisce la prudenza propria degli economisti, un tratto che lo avvicina al suo predecessore Padoan. Somiglianza che il leader del Carroccio si è affrettato a smentire, “altrimenti non lo avremmo scelto”.

LE PROMESSE DI SALVINI

L’obiettivo, ha spiegato ancora una volta il leader della Lega, è quello di “liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”.

IL CONTRATTO DI GOVERNO

Nel “contratto di governo” l’idea della cosiddetta «pace fiscale» era indicata in forma un po’ vaga: si affermava come obiettivo lo “smaltimento della mole di debiti iscritti a ruolo, datati e difficilmente riscuotibili per insolvenza dei contribuenti” mediante “un saldo e stralcio dell’importo dovuto in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica”. Si tratta di una misura che sta molto più a cuore alla Lega, che ne ha fatto un caposaldo della sua campagna elettorale, anche con lo scopo di incassare entrate utilizzabili per finanziare la flat tax, e che invece è molto meno gradita al M5S, nota La Stampa.

LE PAROLE DEL MINISTRO TRIA

Parole cui ha fatto eco il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, anche in questo caso però con toni e approcci più pacati e tanto prudenti da arrivare ad invocare una certa continuità di azione con gli interventi del passato.

LA PRESSIONE FISCALE

La pressione fiscale, ha spiegato il titolare di Via XX Settembre, è effettivamente ancora alta, pari al 42,5% del Pil, come è alta l’evasione, quantificata in 110 miliardi di euro.

LA LINEA DI MARCIA DEL GOVERNO

La riduzione della prima passa per la lotta alla seconda, “nella consapevolezza che solo da un contrasto efficace dell’illegalità possono derivare maggiori risorse per ridurre la pressione fiscale sui fattori produttivi” e sostenere la crescita dell’economia.

L’ANALISI DELLA STAMPA

“La possibile sanatoria delle cartelle esattoriali di importo inferiore ai 100mila euro – scrive La Stampa in un articolo di Roberto Giovannini – riguarda il 94% dei crediti fiscali, cioè delle iscrizioni a ruolo delle cartelle esattoriali in lavorazione alla fine del 2016, e l’ 86,4% dei ricorsi incardinati nei vari gradi della giustizia tributaria alla fine del 2017, le liti fiscali in corso. Questi sono i numeri che risultano all’ Agenzia delle Entrate-Riscossione e al sistema della Giustizia Tributaria”.

NUMERI, STIME E VALUTAZIONI

Le stime della Lega – secondo La Stampa – ipotizzano 60 miliardi di gettito in due anni (con una soglia a 200.000 euro, però). “Sembra però ai più una cifra assolutamente irraggiungibile”, ha scritto La Stampa: “Intanto, perché il grosso dei debiti col Fisco sono di modesta entità: quelli tra i 1.000 e i 5.000 euro rappresentano il 74% del totale, il 7,1% si trova tra i 5mila e i 10mila euro. Secondo, perché come affermò in Parlamento a fine 2016 l’ allora amministratore delegato di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini (ora a capo dell’ Agenzia delle Entrate) alla fine del 2016 il «magazzino» di carichi affidati alla riscossione ammontava a 817 miliardi di euro”.

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