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Eurogruppo

Ecco come l’Eurogruppo sbugiarda le bugie di Conte sul Mes

Le ultime comunicazioni del presidente dell'Eurogruppo, Centeno, svelano gli annunci farlocchi del governo Conte sulla possibilità di modificare il Mes e l'Unione bancaria. L'approfondimento di Giuseppe Liturri

L’Eurogruppo, organo informale che non redige verbali e, tuttavia, snodo fondamentale del processo decisionale dell’intera Ue, riserva sempre sorprese nei propri comunicati.

Subito dopo la riunione dello scorso 20 gennaio, il comunicato stampa del presidente Centeno ribadiva che sulla riforma del Mes, l’accordo in linea di massima è stato già raggiunto e gli aspetti sostanziali non sono più in discussione. Si tratta di solo di sistemare gli ultimi aspetti di natura legale, prima di far partire la procedura di firma.

Riguardo il completamento dell’Unione Bancaria, con in prima fila la garanzia comune sui depositi (EDIS), Centeno riferiva dell’invito ricevuto dai capi di governo nel continuare il lavoro avviato nei mesi precedenti e parlava di “package approach” in modo da realizzare avanzamenti in parallelo su tutte le aree tematiche in discussione. Che sono le seguenti 4, come poi abbiamo capito con la lettera pubblicata solo ieri:

1) Completamento dei fondi nazionali di garanzia dei depositi e graduale costituzione di un fondo comune di garanzia dei depositi.

2) Incentivare le banche a ridurre il rischio di concentrazione dei titoli governativi, attraverso la graduale introduzione della contribuzione al fondo in base al livello di rischio che tenga conto anche del livello di concentrazione di questi titoli. Graduale introduzione di un costo per l’eccessiva concentrazione di debito sovrano.

3) Gestione delle crisi bancarie: miglioramento degli strumenti esistenti ed introduzione di nuovi.

4) Potenziare l’integrazione transfrontaliera delle banche.

E già questo potrebbe bastare per affermare che, nonostante tutti proclami di Conte, sul Mes c’è rimasto poco o nulla da discutere e che non viaggia all’interno di nessun pacchetto. Quello è, prendere o lasciare, quando sarà il momento della ratifica da parte del Parlamento.

Invece la logica di pacchetto continua ad esistere per le quattro aree tematiche del rafforzamento dell’Unione Bancaria, tra le quali il tema della concentrazione dei titoli governativi, così com’è stato abbozzato finora dal Gruppo di Lavoro dell’Eurogruppo, costituisce un evidente pericolo per le nostre banche.

Ove mai non fossero state sufficienti quelle parole per smentire quanto ripetutamente affermato a Roma nelle ultime settimane, il 30 gennaio Centeno ha pensato bene di scrivere una bella lettera ai suoi colleghi in cui formalizza tutti gli argomenti discussi e fissa i successivi obiettivi.

E quella che avrebbe dovuto essere una semplice riesposizione dei temi già comunicati 10 giorni prima al termine della riunione, aggiunge invece dettagli decisivi per capire lo stato di avanzamento di questo importante passaggio della vita dell’Unione Europea.

Infatti, riguardo al Mes, Centeno non parla più di “prossimi mesi” e specifica che, una volta definiti alcuni dettagli relativi allo status legale dello statuto delle Clausole di Azione Collettiva (CAC), a marzo si raggiungerà un accordo politico finale, in linea con l’accordo in linea di massima già raggiunto a dicembre. Un modo preciso per ricordare ai colleghi che a marzo si chiude.

Ma dove Centeno dice molto di più rispetto alle laconiche due righe di 10 giorni fa è sul tema del rafforzamento dell’Unione Bancaria. Qui fa un’esplicito riferimento ad una lettera del Presidente del Gruppo di Lavoro di Alto Livello presso l’Eurogruppo datata 3 dicembre, in cui è delineato in dettaglio tutto il passato, presente e futuro di questo progetto, riassunto nelle quattro aree tematiche sopra esposte. Ribadisce l’importanza di un approccio di pacchetto, in modo da conseguire avanzamenti in parallelo in tutte le 4 aree ed aggiunge l’impegno a completare tutto il lavoro sull’Unione Bancaria entro la fine dell’attuale ciclo istituzionale, cioè entro il 2024. Il 20 gennaio non aveva specificato questa scadenza.

L’ennesima conferma, ove mai ce ne fosse bisogno, di due aspetti:

  1. La scarsa trasparenza di questo organo istituzionale, che rende noto solo il 30 gennaio quanto deciso il 20 ed aggiunge dettagli non irrilevanti rispetto all’iniziale comunicato stampa.
  2. La totale contraddizione con quanto affermato dal Governo italiano, circa la possibilità di dire ancora qualcosa sul Mes e l’esistenza di un pacchetto con l’Unione Bancaria..

Niente di tutto questo: il Mes si chiude a marzo definendo solo aspetti secondari e, per il rafforzamento dell’Unione Bancaria, su cui ci giochiamo la sopravvivenza delle nostre banche, il cantiere è aperto e ci sarà tempo fino al 2024. Le due cose viaggiano con tempi diversi. Il mandato parlamentare del giugno 2019 sembra essere stato del tutto disatteso dai mandatari del Governo.

Ma avendo già approvato il Mes, quale potrà essere mai essere il nostro potere contrattuale nella trattativa sull’Unione Bancaria? Si prefigura l’ennesima scelta prendere o lasciare ma, soprattutto, l’ennesima situazione in cui Roma si dice una cosa, a Bruxelles se ne fa un’altra ed il Parlamento fa tappezzeria.

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