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Covid Germania

Ecco come la Germania cerca di blindare Deutsche Bank e Bayer da mire cinesi

Tutti i dettagli sul progetto di legge della Germania che mira a bloccare gli investimenti extra-Ue nelle imprese strategiche tedesche

 

Lo scorso febbraio la cinese Geely ha acquisito una partecipazione vicina al 10% in Daimler, diventando primo azionista della casa tedesca. Commentando l’operazione, il presidente di Geely, Li Shufu, aveva detto alla tv di Stato che l’investimento sarebbe servito a «sostenere la crescita dell’industria automobilistica cinese» nel quadro «delle strategie nazionali».

COSA SUCCEDE IN GERMANIA NEI CONTROLLI SUGLI INVESTIMENTI STRANIERI

Ci sono probabilmente dichiarazioni come questa dietro la decisione di Berlino di inasprire i controlli sugli investimenti stranieri in compagnie tedesche. Martedì scorso l’esecutivo ha approvato un progetto di legge che abbassa la soglia per il diritto di veto pubblico. Il governo potrà bloccare gli investimenti extra-Ue in società tedesche che coinvolgano una quota superiore al 10% del capitale (prima era il 25%). La norma riguarda settori industriali «sensibili» come difesa, sicurezza e infrastrutture critiche (energia, telecomunicazioni e media).

IL SUCCESSO DI SBARRARE LA STRADA A STATE GRID

Il rischio da scongiurare è che la partecipazione azionaria diventi un espediente per sottrarre segreti industriali alle imprese tedesche, favorendo la concorrenza straniera. A luglio per evitare che la compagnia di Stato cinese State Grid conquistasse il 20% dell’utility 50 Hertz, Berlino è stata costretta a rilevare la quota tramite la banca pubblica Kfw. La norma proposta offre invece al governo il potere di stoppare investimenti «rapaci» senza dover ricorrere a simili espedienti.

I TIMORI SU DEUTSCHE BANK

Ma quali gioielli tedeschi potrebbero attirare sguardi indiscreti? Complice l’anno negativo per il Dax 30 (da qualche giorno scivolato nel mercato orso) fra le quotate di Germania le prede, più o meno facili, sono numerose. A cominciare da Deutsche Bank, che nel 2018 ha dimezzato la capitalizzazione. Primo azionista della banca è la cinese Hna, che però da tempo è in predicato di vendere il suo 7,6%. Voci estive (smentite) avevano inserito fra i pretendenti alla quota un altro colosso cinese, la banca Icbc, controllata da Pechino, e l’americana JpMorgan.

I CASI BAYER E SAP

A Francoforte, d’altronde, abbondano le public company, potenzialmente contendibili perché prive di un’azionista di riferimento forte. Si trovano in questa situazione il gigante chimico Bayer e il colosso digitale Sap, che operano entrambi in settori di avanguardia di grande interesse per Pechino. Si tratta soltanto di suggestioni, ma con il nuovo potere di veto Berlino punta a coprirsi da ulteriori incursioni cinesi à la Kuka (l’azienda di robotica acquisita nel 2016 dalla Midea di Guangdong). Non è detto, però, che la soglia del 10% basti a proteggere il know-how industriale tedesco da attenzioni indesiderate. Il caso Daimler-Geely insegna.

 

Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza

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