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Banco Bpm

Diamanti, che cosa dicono Banco Bpm, Mps, Intesa Sanpaolo e Unicredit

Tutti i nuovi dettagli sulla truffa dei diamanti e sul ruolo di Banco Bpm, Mps, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca Aletti

 

Nuovi particolari emergono dall’inchiesta sulla truffa dei diamanti e sul ruolo delle banche come Banco Bpm, Mps, Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Ecco tutti i dettagli, partendo dal decreto firmato dal gip di Milano Natalia Imarisio, che ha portato al sequestro di 700 milioni di euro nei confronti di Banco Bpm, Banca Alletti, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps.

COME E QUANTO GUADAGNAVANO CON I DIAMANTI BANCO BPM, MPS, UNICREDIT, INTESA SANPAOLO E BANCA ALETTI

Per le banche era un vero “affare” “spingere” i propri clienti all’acquisto dei diamanti delle società Idb e Dpi, proposti come un “investimento” molto redditizio, in grado di rendere fino al 7-8% all’anno. Un’occasione che ha ingolosito tanti clienti – tra cui personaggi dello spettacolo colo Vasco Rossi (cliente di Banco Bpm), Federica Panicucci e Simona Tagli – che fidandosi dei “consulenti finanziari e dei direttori di filiali che da anni conoscevano e di cui si fidavano”, avrebbero comprato i preziosi a prezzi gonfiati rispetto ai listini internazionali.

ECCO IL RUOLO DI BANCO BPM, MPS, UNICREDIT, INTESA SANPAOLO E BANCA ALETTI

I particolari emergono dalle 83 pagine del decreto, firmato dal gip di Milano Natalia Imarisio, che ha portato al sequestro di 700 milioni di euro nei confronti di Banco Bpm, Banca Alletti, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps. I margini di guadagno per gli istituti di credito, secondo gli inquirenti, erano ingenti ed “è evidente come le banche abbiano ‘irrobustito’ i propri bilanci” tra il 2012 e il 2016 “grazie alle commissioni incassate dalla vendita di diamanti da investimento, notevolmente superiori ai rendimenti garantiti dalla commercializzazione di altri prodotti finanziari in una fase di difficile congiuntura economica, che si aggiravano all’1-2%”.

IL CAPITOLO COMMISSIONI PER BANCO BPM, MPS, UNICREDIT, INTESA SANPAOLO E BANCA ALETTI

Di commissioni a doppia cifra hanno parlato anche due ex direttori di filiale di Banco Bpm e Unicredit. Il primo, in servizio fino al 2014, ha riferito che “la filiale che dirigeva percepiva una commissione di 15% del controvalore acquistato dal cliente. Questa forma di investimento – ha aggiunto – è andata molto in quel periodo in quanto il rendimento delle altre forme di investimento era all’epoca piuttosto basso, aggirandosi circa sull’1-2%”.

CHE COSA HA DETTO IL MANAGER UNICREDIT

Il manager Unicredit, invece, ha raccontato che “la banca aveva un ritorno del 18%” dalla vendita di diamanti e che “si trattava di un prodotto ad alta redditività per la banca in quanto presentavano marginalità maggiori, rispetto ad altri prodotti finanziari proposti in filiale”, come “le obbligazioni bancarie estere, in dollari, della durata dì almeno 5 anni” che andavano per la maggiore, sulle quali la banca aveva al massimo un ritorno del 2% mentre con i preziosi era “nove volte maggiore”.

IL CAPITOLO PROVVIGIONI PER BANCO BPM E BANCA ALETTI

Le provvigioni connesse alla vendita dei diamanti da investimento da parte del Banco Bpm e della partecipata Banca Alletti “in ragione dei vari accordi di collaborazione sottoscritti con Idb” sono passate dal 5% del 1984 al 24,5% del 2016, mentre quelle corrisposte a “Unicredit sono a aumentate dal 10% al 20%, per attestarsi al 18%”. Dpi, inoltre, versava a Mps commissioni che sono passate “dal 10% del maggio 2012 al 18% a febbraio 2017”, mentre quelle per Intesa Sanpaolo “risultano pari al 12% ed sono rimaste invariate”.

TUTTI I PARTICOLARI

In cambio, i dirigenti ricevevano come ringraziamento dalle società che vendevano i preziosi viaggi e oggetti di archeologia. Gli investigatori hanno quantificato in circa 99 mila euro i cadeaux che Idb ha fatto negli anni ai vertici degli istituti coinvolti. Nel pc di uno dei dirigenti della società, le Fiamme Gialle hanno trovato “una serie di elenchi di nominativi e una serie di mail aventi ad oggetto i soggiorni presso strutture alberghiere” tra il 2012 e il 2016 e molti avrebbero ricevuto manufatti archeologici in regalo. Si parla anche di “voucher regalo” del valore di 845-950 euro “cadauno”.

LE DIFFERENZE TRA BANCO BPM, MPS, UNICREDIT, INTESA SANPAOLO E BANCA ALETTI

Dalle prime ricostruzioni emerge anche che la posizione delle cinque aziende di credito coinvolte, sul fronte dei rimborsi alla clientela, sia variegata, ha scritto oggi il Sole 24 Ore: “Mps, come pure Intesa Sanpaolo e UniCredit risultano avere risarcito la propria clientela al 100%. Diversa la posizione del Banco Bpm che, in serata, ha diffuso una nota in cui ha chiarito che l’attività di segnalazione a Idb alla clientela è avvenuta tra il 2003 e il 2016”. Dunque prima della data della fusione tra Banco Popolare e Bpm.

CHE COSA DICE BANCO BPM

L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha stanziato «adeguati accantonamenti nel bilancio 2018 necessari a presidiare i rischi potenziali connessi alle vertenze e alle conseguenze di tale accadimento a tutela dei propri clienti, con i quali la banca già da mesi ha in corso la definizione di numerosi casi molti dei quali già risolti».

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