skip to Main Content

Manovra

Def e Manovra, ecco i numeri imposti da Di Maio e Salvini a Tria. Fatti, retroscena e commenti

Che cosa è stato deciso ieri sera a Palazzo Chigi sul Def? Ecco numeri, fatti, approfondimenti e indiscrezioni. Alzare l’asticella del deficit fino al 2,4% del Pil per tre anni nella Nota di aggiornamento al Def libererà circa 27 miliardi di euro per la manovra (partendo dal dato tendenziale dello 0,8% inserito nel Def di…

Che cosa è stato deciso ieri sera a Palazzo Chigi sul Def? Ecco numeri, fatti, approfondimenti e indiscrezioni.

Alzare l’asticella del deficit fino al 2,4% del Pil per tre anni nella Nota di aggiornamento al Def libererà circa 27 miliardi di euro per la manovra (partendo dal dato tendenziale dello 0,8% inserito nel Def di aprile) e consentirà di portare a casa gran parte delle misure annunciate nel contratto di governo, a partire dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva che pesano per 12,5 miliardi sul bilancio del prossimo anno.

Il reddito di cittadinanza vale invece 10 miliardi, poco più di quanto dovrebbe richiedere la revisione della legge Fornero con l’introduzione di quota 100 per andare in pensione, quotata al momento dalla Lega tra i 6 e gli 8 miliardi.

La flat tax sugli autonomi dovrebbe invece valere 1,5 miliardi (proiettati però in gran parte nel 2020), così come lo stanziamento a favore dei risparmiatori colpiti dai crac bancari.

Secondo Luigi Di Maio, alle coperture in deficit dovrebbero anche affiancarsi tagli di spesa, con una “riorganizzazione della spesa pubblica improduttiva”.

Ecco schematicamente il valore a spanne delle misure annunciate oggi da Lega e Movimento 5 Stelle come punti cardine della prossima legge di bilancio.

CLAUSOLE IVA 12,5 miliardi

PENSIONI A QUOTA 100 6-8 miliardi

REDDITO DI CITTADINANZA 10 miliardi

FLAT TAX PER AUTONOMI 1,5 miliardi

RISPARMIATORI BANCHE 1,5 miliardi

TOTALE 33,5 miliardi

 IN DEFICIT 27,2 miliardi

LA SINTESI POLITICA

E’ una vittoria dei due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini che hanno voluto sfondare il tetto dell’1,6% del rapporto deficit-Pil che aveva indicato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, per non incrementare il rapporto debito-Pil. Tetto mai esplicitato da Tria ma neppure mai smentito quando le cronache giornalistiche lo hanno scritto.

In verità il titolare del Tesoro si era poi detto anche disposto ad accettare il 2% ma per finanziare le misure volute da M5S e Lega l’asticella per volontà dei due vicepremier è stata alzata al 2,4%. Tria ha accettato anche per gli auspici del Quirinale che ha indotto il ministro dell’Economia a non dimettersi: una mossa che avrebbe avuto ripercussioni negative oggi sui mercati.

I PRIMI COMMENTI DI FT E WSJ

Un deficit per il 2019 al 2,4% del pil rischia di mettere Roma in “rotta di collisione con Bruxelles e turbare i mercati finanziari”. E’ il primo commento del Financial Times. Analoga l’analisi del Wall Street Journal, secondo il quale il governo italiano ha “significativamente aumentato il target del deficit per il prossimo anno per finanziare le sue promesse elettorali, in una mossa che lo porra’ probabilmente in rotta di collisione con l’Unione Europea”

CHE COSA BISBIGLIA BRUXELLES

Il target dell’Italia di un deficit al 2,4% del pil “è troppo alto”. Lo afferma un funzionario europeo con l’agenzia Bloomberg. Secondo il funzionario, per vedere un miglioramento marginale per l’Italia il rapporto deficit-pil dovrebbe essere intorno all’1,6%.

IL COMMENTO DI POLILLO

Ha commentato l’editorialista Gianfranco Polillo: “Il problema più immediato sarà quello relativo a quanto accadrà in borsa già a partire dai prossimi giorni. Se i mercati non chiederanno un compenso adeguato per il maggior rischio di default. Se le agenzie di rating non procederanno lunga la via del declassamento. Se tutto questo accadrà, allora si dovrà prendere atto che una complessiva visione del mondo non esiste più. E che gran parte di quei testi d’economia, che sono stati alla base della formazione di tanti economisti, dovranno essere riscritti”. (qui il commento integrale di Polillo per Start Magazine)

++++

IL COMUNICATO DI PALAZZO CHIGI

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, ha approvato la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef) 2018. Il programma di politica economica e finanziaria del Governo illustrato nella NaDef è coerente con il contratto di Governo e con la risoluzione parlamentare sul Def 2018 approvata il 19 giugno scorso.

I punti principali sono:

– la cancellazione degli aumenti dell’Iva previsti per il 2019;

– l’introduzione del reddito di cittadinanza, con la contestuale riforma e il potenziamento dei Centri per l’impiego; – l’introduzione della pensione di cittadinanza;

– l’introduzione di modalità di pensionamento anticipato per favorire l’assunzione di lavoratori giovani (superamento della legge Fornero);

– la prima fase dell’introduzione della flat tax tramite l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato di imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani;

– il taglio dell’imposta sugli utili d’impresa (Ires) per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi;

– il rilancio degli investimenti pubblici attraverso l’incremento delle risorse finanziarie, il rafforzamento delle capacità tecniche delle amministrazioni centrali e locali nella fase di progettazione e valutazione dei progetti, nonché una maggiore efficienza dei processi decisionali a tutti i livelli della pubblica amministrazione, delle modifiche al Codice degli appalti e la standardizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato;

– un programma di manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti italiana a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova, per il quale, in considerazione delle caratteristiche di eccezionalità e urgenza degli interventi programmati, si intende chiedere alla Commissione europea il riconoscimento della flessibilità di bilancio;

– politiche di rilancio dei settori chiave dell’economia, in primis il manifatturiero avanzato, le infrastrutture e le costruzioni;

– lo stanziamento di risorse per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie.

Back To Top