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Lavoro

Decreto dignità, ecco le novità della bozza su contratti a termine, staff leasing e delocalizzazione

Lotta al precariato, alla delocalizzazione delle imprese italiane e alla ludopatia. Questi i contenuti della bozza del “Decreto dignità” allo studio del governo. Nel complesso si tratta di un provvedimento che nelle intenzioni dei proponenti – in primi il ministero del Lavoro retto da Luigi Di Maio – dovrebbe dare una spinta all’economia andando a…

Lotta al precariato, alla delocalizzazione delle imprese italiane e alla ludopatia. Questi i contenuti della bozza del “Decreto dignità” allo studio del governo. Nel complesso si tratta di un provvedimento che nelle intenzioni dei proponenti – in primi il ministero del Lavoro retto da Luigi Di Maio – dovrebbe dare una spinta all’economia andando a incidere sia sulle condizioni dei lavoratori, sia sul mondo dell’impresa, sia sui soggetti deboli come le persone vittima del gioco d’azzardo.

ECCO LA BOZZA INTEGRALE DEL DECRETO

CONTRASTO AL PRECARIATO

Il Titolo I si concentra sulla lotta al precariato, riformando in parte il Jobs Act e altre leggi in materia di lavoro. Alcune delle modifiche introdotte riguardano ii contratti a tempo determinato. La novità è che si potranno rinnovare fino a un massimo di 36 mesi ed esclusivamente a fronte di “esigenze temporanee ed oggettive estranee all’ordinaria attività del datore di lavoro”, oppure “connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria” o “relative a picchi di attività stagionali”. Nel caso in cui il rapporto di lavoro dovesse superare i 36 mesi, “si trasformerà in tempo indeterminato”. Il costo contributivo crescerà poi ad ogni rinnovo.

(TUTTI I DIFETTI DEL DECRETO. PARLA IL PROF DI DIRITTO DEL LAVORO, TIRABOSCHI)

Modifiche in vista anche in materia di somministrazione, lo staff leasing. La bozza del decreto dignità prevede l’eliminazione di questa tipologia per quanto riguarda il tempo indeterminato. Dunque si potrà procedere con la somministrazione solo a tempo determinato.

CONTRASTO ALLA DELOCALIZZAZIONE

Il Titolo II punta ad arginare la “migrazione” delle imprese all’estero. Lo fa in particolar modo inasprendo i vincoli per quelle aziende che beneficiano di incentivi e di aiuti da parte dello Stato e delle pubbliche amministrazioni. La norma ridefinisce i divieti e le sanzioni attualmente applicate: secondo l’articolo 1, in caso di delocalizzazione l’impresa che abbia goduto di benefici e contributi statali li vede decadere e incorre in sanzioni di importo da due a quattro volte i benefici stessi. A fronte di un aiuto ricevuto dallo Stato, si fissano poi vincoli decennale per non incorrere in revoche o sanzioni. L’obiettivo della norma è preservare il livello occupazionale delle aziende italiane, ovviamente in particolare di quelle che ottengono sovvenzioni.

Viene inoltre stabilito l’obbligo di mantenere il personale impiegato presso la stessa unità produttiva “agevolata” per almeno dieci anni. In caso di violazione dell’obbligo, si incorre nella revoca (totale o parziale) dei benefici concessi.

(TUTTI I DIFETTI DEL DECRETO. PARLA IL PROF DI DIRITTO DEL LAVORO, TIRABOSCHI)

La nuova norma non si limita a sanzionare le violazioni per il mancato mantenimento dei profili occupazionali, ma consente l’applicabilità delle sanzioni anche ad interventi attuati per altri obiettivi. In particolare si punta ad evitare che le imprese che hanno beneficiato di aiuti in “ricerca, sviluppo e innovazione” interrompano le attività per cui è stata ottenuta l’agevolazione.

Si introduce inoltre il meccanismo di “recapture” delle agevolazioni concesse per l’iper ammortamento nel caso in cui i benefici agevolati diventino “oggetto di cessione o di delocalizzazione”. Nel caso in cui un’impresa delocalizzi beni per cui ha beneficiato dell’iper ammortamento, dovrà restituire l’importo attraverso un aumento del reddito imponibile e conseguentemente un ricarico delle imposte.

IL CONTRASTO ALLA LUDOPATIA

Infine, la norma punta a ridurre il fenomeno della ludopatia. Lo fa in particolare introducendo il divieto di “qualsiasi forma di pubblicità relativa a giochi o scommesse con vincite in denaro, comunque effettuata e su qualsiasi mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e internet”. Vengono anche definite le sanzioni, pari al 5% del valore della sponsorizzazione e in ogni caso non inferiori a 50mila euro. Le sanzioni saranno a carico “del committente, del proprietario del mezzo e dell’organizzatore della manifestazione o attività”.

ECCO LA BOZZA INTEGRALE DEL DECRETO

(TUTTI I DIFETTI DEL DECRETO. PARLA IL PROF DI DIRITTO DEL LAVORO, TIRABOSCHI)

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