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Crédit Agricole

Creval, chi comanda davvero nel Credito Valtellinese?

Ecco novità e stranezze nell'azionariato del Credito Valtellinese (Creval). Fatti, nomi e approfondimenti

 

Da Montepaschi a Carige, sono molte le vicende bancarie che in questi anni sono finite sotto i riflettori del mercato e dei regolatori. Eppure ce n’è una che avrebbe meritato più attenzione di quella che le è stata finora riservata: si tratta della parabola, per molti versi clamorosa, del Credito Valtellinese. Esattamente un anno fa la ex popolare lombarda chiudeva un aumento di capitale notevole, da 700 milioni, per rimettere in sesto i coefficienti patrimoniali dopo la completa pulizia dell’attivo.

TUTTE LE ULTIME NOVITA’ NEL CREDITO VALTELLINESE

In pochi avrebbero scommesso sulla riuscita dell’operazione, eppure l’amministratore delegato Mauro Selvetti e l’advisor Mediobanca sono riusciti a catalizzare l’attenzione degli investitori su una equity story indubbiamente efficace. Così, alla conclusione dell’offerta, il fabbisogno è stato colmato principalmente da investitori istituzionali, mentre i soci storici si sono drasticamente diluiti.

IL PESO DEI CAVALIERI BIANCHI SALITI NEL CREVAL

Tra i cavalieri bianchi il fondo Algebris di Davide Serra (attivo già sui non performing loan della banca), il colosso dell’asset management BlackRock, l’hedge fund newyorchese Steadfast Capital Management, il fondo inglese Hosking Partners e molti altri soggetti che hanno comprato a piene mani le azioni della banca.

L’ASCESA DEL MISTERIOSO FRANCESE NEL CREVAL

Chiusa l’operazione, il Creval sembrava tornato alla routine di una piccola banca retail, ma a cavallo dell’estate è arrivata la prima, poderosa bordata. A muoversi con irruenza è stato Denis Dumont, un misterioso imprenditore della gdo francese entrato nel capitale della banca nel 2017 e rimasto a lungo silente: il socio (che peraltro avrebbe importanti progetti di espansione in Italia per la catena Grand Frais) ha chiesto la revoca del consiglio di amministrazione.

CHI E’ IL NUOVO NUMERO UNO DEL CREVAL

Il 12 ottobre il vecchio vertice è stato così interamente rimpiazzato da un nuovo board presieduto da Luigi Lovaglio. Ex top manager Unicredit con una robusta esperienza in Est Europa, Lovaglio ha subito preso in mano la gestione della banca, affiancando Selvetti e spronando con decisione le strutture manageriali, forte dell’investitura dei grandi azionisti.

IL RIBALTONE IN CREVAL

Non sorprende molto quindi che nelle scorse settimane sia arrivato l’ennesimo ribaltone: Selvetti, ultimo amministratore espressione della vecchia guardia, si è dimesso dopo un concitato fine settimana. Al suo posto è andato Lovaglio, oggi capo azienda a tutti gli effetti, mentre alla presidenza è salito il vice presidente Alessandro Trotter. Se questi sono stati finora gli eventi principali, molti altri movimenti si sono registrati attorno alla banca valtellinese.

IL PESO DEI FRANCESI DI CREDIT AGRICOLE NEL CREVAL

A luglio ad esempio il Credit Agricole è entrato nel capitale a seguito di un’alleanza industriale di ampio respiro in cui il mercato ha letto l’anticipo di un’integrazione. Difficile però scommettere ancora su un esito di questo genere. Così come non è chiaro se il nuovo ceo confermerà Mediobanca nel ruolo di advisor per il m&a.

I NUOVI ENTRANTI PUTINIANI NEL CREVAL

Quel che è certo è che nuovi, stravaganti soci si sono palesati nel capitale, a partire da Altera Absolute Investments, un hedge fund promosso da finanzieri russi già legati all’amministrazione Putin. La platea dei soci insomma a Sondrio è sempre più affollata, ma il dubbio rimane sempre lo stesso: chi comanda davvero?

(pubblicato su Milano Finanza)

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