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Abi Contratto Bancari

Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Ubi, Banco Bpm e non solo. Ecco cosa è successo nel primo incontro per il rinnovo del contratto

Avvio del confronto fra Abi e sindacati per il rinnovo del contratto di categoria. Si prosegue a luglio con tre appuntamenti. Fatti, nomi, indiscrezioni e commenti

E’ iniziata ieri e proseguirà con tre date a luglio la trattativa tra Abi e sindacati per il rinnovo del contratto dei bancari, scaduto a fine anno e prorogato al 31 maggio scorso. Alla riunione a Palazzo Altieri le principali sigle di settore – Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – hanno presentato una proposta unitaria che è stata approvata dal 99% dei lavoratori durante le assemblee svolte nei due mesi precedenti.

LE INDISCREZIONI SULL’INCONTRO

Non così, invece, la compagine datoriale che – come evidenziano a Start Magazine fonti sindacali – non ha ancora trovato a una sintesi unitaria. Del resto, si fa notare, le grandi banche hanno interessi diversi da quelle medie e piccole e questo ha certamente pesato nel non trovare al momento una piattaforma unitaria come avvenuto invece a livello sindacale.

I PROSSIMI INCONTRI

Le parti comunque non sembrano avere grande fretta e prima della pausa estiva hanno messo in agenda altri tre appuntamenti: 3, 18 e 30 luglio.

IL COMMENTO DI SILEONI

Durante l’incontro, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, Lando Maria Sileoni, segretario della Fabi, il primo sindacato di settore, ha ricordato che dal 2007 a oggi ci sono state 17 crisi bancarie, sono stati chiusi 7.820 sportelli e si sono registrati 63.860 lavoratori in meno. Lo scorso anno, inoltre, ci sono stati 2,2 miliardi di tagli sul costo del lavoro, che nei primi cinque gruppi – Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Mps, BancoB pm – è stato ridotto del 7,6%, ed è migliorato il cost-income, al 66,2% dal 69,3% del 2017.

LA NOTA DELLA FABI

Sileoni, come riportato in una nota, ha tenuto a “sottolineare l’importante presenza del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che ha dato lustro e peso politico alla riunione di oggi. L’Abi, attraverso le parole del presidente del Comitato sindacale, Salvatore Poloni, ha ribadito la centralità del contratto nazionale e si tratta di un passaggio cruciale sia dal punto di vista sociale sia per la stessa categoria dei bancari. Sarà un contratto che deve servire non solo a migliorare le condizioni di vita e professionali delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, ma anche come garanzia sociale per tutti i clienti sia imprese sia famiglie”.

LA POSIZIONE DELL’ABI

Anche Poloni dell’associazione presieduta da Patuelli nel suo intervento ha parlato del contesto in cui si sta operando per il rinnovo del contratto dei circa 300mila bancari. “Un contesto oggettivamente complesso e innovativo in cui è chiamato a svolgersi il negoziato richiede di sviluppare una trattativa approfondita – si legge in una nota -. Risulterà ancora una volta centrale la costruttiva interlocuzione tra Abi e sindacati, in continuità con la consolidata positiva esperienza di relazioni sindacali che ha finora consentito di individuare una convergenza sostenibile su una efficace sintesi delle reciproche istanze”.

COLOMBANI (FIRST CISL): ALLARGARE PERIMETRO CONTRATTO A SOCIETA’ VIGILATE

Riccardo Colombani, segretario della First Cisl, ha chiesto alle banche italiane di “smetterla con l’autofagia, con l’illusione di potersi salvare mangiando continuamente parti di sé stesse: la forsennata riduzione del numero degli occupati e degli sportelli sta erodendo le fonti di ricavo, in una perversa spirale autodistruttiva. Se poi ci mettiamo gli attacchi portati da quei soggetti che fanno intermediazione senza essere vincolati al contratto bancario, la frittata è fatta”. “E’ assolutamente necessario – ha ribadito anche il leader della First Cisl – che il perimetro di applicazione del contratto venga allargato a tutte le società vigilate, coinvolgendo e responsabilizzando Banca d’Italia e Consob e ampliando di conseguenza anche le opportunità di occupazione nel settore”.

CALCAGNI (FISAC): CCNL DI SETTORE E’ CENTRALE SU AREA CONTRATTUALE E DIRITTI

Giuliano Calcagni, numero uno della Fisac Cgil, ha rilevato “la centralità del Ccnl di settore su area contrattuale e apparato complessivo di diritti, tutele e salario. Dopo l’accordo di febbraio 2019 in materia di agibilità sindacali – ha sottolineato -, riteniamo di grande importanza la riconferma da parte del tavolo Abi, oggi presenziato dal Presidente Patuelli, dell’importante ruolo riconosciuto alle organizzazioni sindacali nell’ambito della costruzione di relazioni industriali di qualità a beneficio non solo del settore ma del sistema Paese nel suo complesso”.

MASI (UILCA): RAGIONARE SUL MODELLO DI BANCA CHE SI VUOLE

Massimo Masi, segretario della Uilca, nel suo intervento ha ricordato “che sono stati rinnovati 13 contratti di altre categorie, motivo ulteriore per il quale non è necessario arrivare ad un accordo anche di tipo economico. Sul tavolo della trattativa anche gli scandali che hanno visto coinvolte numerose banche con prezzi decisamente troppi alti per le lavoratrici e i lavoratori”. Ha poi affermato che “bisogna ragionare su quale modello di banca vogliamo per i prossimi anni, vogliamo ragionare con Abi su quale sarà la banca del 2020, non sulle macerie di un sistema bancario che corre il rischio di perdere credibilità”. In tal senso, Palazzo Altieri è chiamato a “chiarire, in tempi non biblici, che modello di banca prevede per il futuro. Se il modello è quello di una boutique finanziaria, di una banca che si dedica solo al grande capitale, tralasciando il retail e cedendo tutte le attività ‘no core’, faremo un’opposizione senza sconti”.

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