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Contratto bancari, che cosa dicono i sindacati a Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Ubi e non solo. Parla Sileoni (Fabi)

I punti di attrito fra sindacati dei bancari e Abi sul rinnovo del contratto. Il dossier inquadramenti. Le critiche a Unicredit. E la bacchettata alla Bce. Proposte, idee e rilievi di Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, che commenta l'incontro odierno con i vertici dell'associazione bancaria

“Non c’è fretta, non ce l’ha prescritto il medico di chiudere prima di Natale. Dobbiamo fare tutto per bene, soprattutto nella scrittura dei nuovi articoli del contratto nazionale. Quella è una fase delicata che richiede tempo, pazienza e capacità professionale. In Abi sono specialisti anche nel cercare di recuperare in forma scritta quello che lasciano verbalmente e “politicamente” sul campo. Hanno scelto di metterci pressione sul tempo, ma non ci riusciranno”

Così, nel giorno in cui ripartono le trattative in Abi per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei bancari, il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, avvisa i rappresentanti delle banche: «Non c’’è fretta per chiudere, pronti a scioperare e a bloccare le relazioni industriali nei gruppi. Le organizzazioni sindacali sono compatte», dice in una conversazione con il quotidiano Mf/Milano Finanza.

LE DIVERSITA’ FRA ABI E SINDACATI

Sileoni non nega le diversità di vedute che ci sono tra i sindacati e i vertici dei gruppi bancari rappresentati dall’Abi nella trattativa per il rinnovo del contratto: “Siamo lontanissimi per la parte economica: vogliamo avvicinarci il più possibile ai 200 euro richiesti e i 135 euro offerti dall’Abi sono inaccettabili. Siamo lontani sul tema diritti e tutele. Siamo distanti rispetto alla nostra richiesta di ripristinare l’articolo 18 nel settore. Siamo, invece, vicini rispetto alla nostra necessità di eliminare il livello retributivo di inserimento professionale per i giovani. Puntiamo a rafforzare l’area contrattuale sul tema delle esternalizzazioni. Puntiamo a un nuovo contratto che tuteli anche la clientela, inserendo l’accordo già sottoscritto in Abi sulla sostenibilità delle politiche commerciali del febbraio 2017”.

DOSSIER INQUADRAMENTI

Abi punta sulla riforma degli inquadramenti, dagli attuali 13 livelli vuole passare a 6. Ma la Fabi non è d’accordo: “Così com’è stata proposta non la prendiamo neanche in considerazione, poiché una riforma degli inquadramenti per essere economicamente e socialmente sostenibile ha bisogno di almeno un anno di lavoro. E comunque non accetteremo mai che, solo per interessi economici, si cerchi di recuperare con questa riforma quello che sarà il costo complessivo del contratto. Il tempo delle compensazioni mascherate è concluso perché le banche sono tornate agli utili, distribuiscono importanti dividendi agli azionisti e perché l’emergenza economica del settore è terminata”, dice Sileoni su uno degli aspetti al centro della trattativa per il rinnovo del contratto dei bancari.

LE CRITICHE A UNICREDIT

Sileoni poi non esita a criticare nuovamente i vertici del gruppo Unicredit, come ha già fatto altre volte per la questione esuberi e anche per la politica dei tassi negativi e per le dismissioni. Domanda di Mf: “C’è chi sostiene che con il web, il digitale e il nuovo contratto tramonterà l’ultimo bancario e in più, qualcuno aggiunge, che lo sportello è “vuoto””. Risposta di Sileoni: “Prendo atto che è iniziata la campagna elettorale a favore del gruppo Unicredit che presenterà il piano industriale il prossimo 3 dicembre. Me lo aspettavo, non è stata per me una sorpresa che qualcuno cerchi di creare le condizioni per far digerire un piano industriale lacrime e sangue. Dovrebbero, oltre al sindacato, anche i rappresentanti della politica sia nazionale sia nei territori avere un colpo di reni e reagire. Ma non credo che siano nelle condizioni di poterlo fare”, ha detto Sileoni sul contratto dei bancari.

LA BACCHETTATA ALLA BCE

Infine, il numero uno della Fabi non esita a mandare un siluro anche alla Vigilanza europea che spinge per nuove aggregazioni bancarie in Italia: “Fanno benissimo gli amministratori delegati dei principali gruppi a prendere tempo. Se le fusioni nascono solo per partorire esuberi e tagli del costo del lavoro, non ha nemmeno senso prenderle in considerazione, a meno che qualcuno in Europa e in Italia abbia già deciso di smontare il nostro settore, creando così le condizioni per dipendere da altre nazioni e da altri centri di potere. Non credo che sia solo il mercato a dettare le regole del gioco, credo che dietro al mercato ci sia la regia di interessi molto più specifici”.

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GLI APPROFONDIMENTI DI START SUL RINNOVO DEL CONTRATTO DEI BANCARI:

COME SI MUOVERANNO LE BANCHE SUL RINNOVO DEL CONTRATTO. IDEE E PROPOSTE DELL’ABI

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PROPOSTE E BACCHETTATE DELLA FABI DI SILEONI IN VISTA DEL RINNOVO DEL CONTRATTO

TUTTI I SUBBUGLI SINDACALI SUL RINNOVO DEL CONTRATTO

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