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Spesa Pensioni

Ecco come M5S e Lega pensioneranno le pensioni stile Fornero. L’analisi di Brambilla

Idee, numeri e proposte dell’esperto Alberto Brambilla, il tecnico vicino alla Lega di Salvini, su come modificare la Legge Fornero sulle pensioni Tra i dossier governativi più caldi – anche alla luce degli annunci in campagna elettorale – c’è certamente quello delle pensioni. Un tema sul quale ieri in Parlamento, relativamente alla Fornero, il presidente del…

Tra i dossier governativi più caldi – anche alla luce degli annunci in campagna elettorale – c’è certamente quello delle pensioni.

Un tema sul quale ieri in Parlamento, relativamente alla Fornero, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato cauto.

Lo schema sul quale lavora comunque il governo è quello della Quota 100 (o quota 41) che però, con il ricalcolo contenuto nello schema della Lega – con il contributivo – includerebbe una leggera flessione nell’assegno finale.

Al momento le indiscrezioni circolate dal fronte Lega ipotizzano l’introduzione della quota 100 tra eta’ e contributi con un’età minima di 64 anni e la possibilità di andare in pensione a qualsiasi età avendo 41 anni e mezzo di contributi, requisiti però che dovranno tenere conto di altri paletti, soprattutto sul fronte dei contributi figurativi.

Per il governo (così è scritto nel Contratto per il cambiamento) questa proposta dovrebbe costare cinque miliardi mentre secondo altri studi la misura potrebbe lievitare fino a nove miliardi.

“Le nostre misure – ha spiegato Alberto Brambilla, esperto di previdenza e estensore della proposta leghista, oltre che fondatore e animatore del centro studi Itinerari Previdenziali  – costano anche meno di cinque miliardi. Pensiamo a una quota 100 con 64 anni almeno di età e l’utilizzo al massimo di due anni di contributi figurativi. Saranno considerate la maternità e l’anno di militare ma penso che per quanto riguarda la cassa integrazione, la disoccupazione, la malattia, i permessi e le altre questioni vadano considerati al massimo due anni di contribuzione figurativa”.

Al momento dell’accesso anticipato – ha spiegato – anche nel caso che il pensionando sia nel sistema retributivo (abbia quindi cominciato a lavorare prima del 1978, ndr) l’assegno andrà ricalcolato per la parte tra il 1996 e il 2012 con il contributivo. “Adesso – sottolinea – il sistema e’ disarticolato. Si puo’ andare in pensione con 66 anni e sette mesi a(67 dall’anno prossimo, ndr)vendo solo 20 anni di contributi e non si puo’ andare a 64 avendo lavorato per 36 anni o 41. Dovremmo cercare di riequilibrarlo senza scassare i conti. Penso invece che l’Ape sociale e l’aumento della quattordicesima li abbiano scassati”.

“Sulle pensioni d’oro se tutto va bene si recuperano 160 milioni perché su 16 milioni di pensionati la misura riguarda meno di 27 mila pensionati”. Lo ha detto il presidente del Centro studi itinerari previdenziali, Alberto Brambilla, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, secondo quanto riporta una nota della trasmissione. Brambilla ha collaborato alla stesura del programma della Lega relativo alla previdenza, conosciuto ormai come Quota100.

“Da questi numeri – ha aggiunto Brambilla – forse è il caso che ci occupiamo di povertà educativa sociale, educazione dei minori o contrasto della dispersione scolastica. Quello che non mi fa stare in accordo con alcuni punti di questo programma sono proprio queste cose: tagli la pensione a quelli che la prendono alta, perché? Perché pensi che l’abbiano rubata? E quegli altri 8 milioni che prendono la pensione senza aver mai pagato un contributo gliela lasciamo? La morale e l’etica devono entrare anche in queste cose. Una volta fatto il taglio delle pensioni d’oro si ritroveranno e perderanno su tantissimi ricorsi”.

Brambilla ha spiegato che “la Quota 100 prevede che per coloro che hanno 64 anni di età e 36 anni di contributi, con una serie di paletti, due anni massimo di contribuzione figurativa, possono andare in pensione, oppure altro canale, con 41 anni e mezzo di anzianità contributiva si può andare in pensione. Non è possibile immaginare di andare in pensione oggi a 60 anni quando l’aspettativa di vita media è di circa 84 anni, quindi non riusciremmo ad avere le risorse necessarie per poter andare in pensione in età giovane”.

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