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Covid Germania

Perché il manifatturiero in Germania arranca. Report Intesa Sanpaolo

Che cosa succede all'indice Ifo sul manifatturiero in Germania. Il commento di Anna Maria Grimaldi, senior economist della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, sull’indice Ifo di novembre

L’indagine Ifo di novembre ha fatto peggio delle attese scivolando a 102,0 da un precedente 102,9. A peggiorare sono in particolare le attese per i prossimi mesi (98,7 da 99,7) che ormai sono circa in linea con la media di lungo periodo.

L’indice sulla situazione corrente è passato a 105,4 da 106,1 (rivisto al rialzo da 105,9). In linea con le indicazioni dai Pmi, pubblicati venerdì, l’indagine Ifo conferma che il rallentamento del manifatturiero tedesco prosegue ininterrotto, con l’indice sintetico per il comparto in calo a 17,6 da 19,3, il livello più basso dall’inizio del 2017.

Al di là di fenomeni transitori, quali l’introduzione della nuova normativa Ue sui gas di scarico che ha pesato sulla produzione (di auto) nei mesi estivi, è evidente che il manifatturiero tedesco patisce il rallentamento del commercio mondiale e l’apprezzamento del cambio, fenomeni che sono in parte ciclici ma in parte strutturali. Il rallentamento del manifatturiero tedesco non farà certo bene alle prospettive per l’industria italiana dati gli stretti legami tra i due settori.

Nei servizi il morale tiene meglio ma comune cede 1,5 punti a 30,1.

Nel commercio al dettaglio, la fiducia ha recuperato parte dei cali passando a 2,4 da 0,6.

Peggiora il quadro nel commercio all’ingrosso (13,9 dal 15,9), anche se si parte da livelli ancora assai elevati storicamente.

Dopo circa nove mesi di miglioramenti ininterrotti, il morale presso le imprese di costruzioni è leggermente meno euforico anche se rimane sui massimi storici e segnala che il boom del comparto non si esaurirà a breve.

Il quadro per l’economia tedesca rimane positivo ma è indubbio che una combinazione di fattori temporanei e più strutturali hanno determinato un ritorno a tassi di crescita più normali in tempi più brevi rispetto alle nostre attese di qualche mese fa.

L’indice Ifo è circa cinque punti al di sotto del picco di fine 2017 ma rimane su livelli ancora elevati. I cali recenti riportano l’indice Ifo su di un trend più allineato con i Pmi che da più tempo segnalavano un rallentamento dell’economia tedesca.

Riteniamo che dopo la contrazione dei mesi estivi, dovuta a fattori temporanei, il Pil crescerà di 0,5% t/t a fine 2018 per poi stabilizzarsi intorno a 0,4% t/t a inizio 2019.

Pensiamo che i rischi siano circa bilanciati anche se l’indagine Pmi indica tassi di crescita più vicini a 0,3% t/t che non a 0,4% t/t (v. fig.4): Va ricordato che con un mercato del lavoro a pieno impiego.

Profitti in crescita e condizioni finanziarie ancora ultra accomodanti le prospettive per la domanda interna restano più che solide.

Si confermano i timori di qualche mese fa ovvero che il principale rischio per l’economia tedesca è il rallentamento del commercio mondiale e l’escalation delle tensioni su dazi e politiche commerciali nei prossimi mesi.

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