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Bce

Claudio Borghi (Lega): perché la Bce non compra bond in caso di spread eccessivo?

Perché la Bce non può intervenire a difesa di uno Stato e del suo debito sovrano in caso lo spread superi una certa soglia? Perché con la fine del Quantitative easing, gli Stati devono essere lasciati alla mercé di fake news che possono nuocere alle finanze pubbliche? Sono alcune domande che si è posto oggi…

Perché la Bce non può intervenire a difesa di uno Stato e del suo debito sovrano in caso lo spread superi una certa soglia? Perché con la fine del Quantitative easing, gli Stati devono essere lasciati alla mercé di fake news che possono nuocere alle finanze pubbliche?

Sono alcune domande che si è posto oggi l’economista Claudio Borghi, esponente di spicco della Lega di Matteo Salvini e presidente della Commissione Bilancio della Camera dei deputati.

Ecco che cosa ha detto Borghi.

LA PROPOSTA DI BORGHI

“Se si volesse mantenere la situazione così com’è, cosa che non mi piace, uno potrebbe dire che la banca centrale interviene oltre un certo livello di spread”. E’ questa in sostanza l’idea del presidente della Commissione bilancio della Camera, Claudio Borghi, per il post-QE.

I COMPITI AUSPICABILI DELLA BCE

Borghi ha spiegato che “così facendo se l’Europa vuole mantenere lo stesso un sistema di segnalazione di uno Stato che qualcosa non va lo si può vedere perché oltre un certo livello di spread, tipo 150 punti tra due Paesi qualsiasi, interviene la Banca centrale. E’ lo stesso una penalizzazione per lo Stato che ha lo spread a suo svantaggio, ma il Paese mantiene l’accesso ai mercati, altrimenti avremmo il paradosso che per una notizia falsa, anche per un cataclisma o una speculazione ben orchestrata, la gente vende i titoli, scatena il panico e nessuno si muove”.

LA SOLUZIONE OTTIMALE

Per Borghi, “la cosa migliore se si volesse mantenere l’Eurozona così com’è sarebbe la garanzia totale della banca centrale che dice ‘non tollero che ci sia uno spread che significa rischio di fallimento di uno Stato che non dovrebbe esserci’. Uno Stato sovrano non dovrebbe rischiare di non avere accesso ai mercati per il debito”.

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