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Casse previdenziali, perché giornalisti e infermieri non devono stare troppo sereni. Parola della Corte dei Conti

Che cosa ha detto la Corte dei Conti sullo stato delle casse previdenziali e in particolare su quelle dei giornalisti (Inpgi) e degli infermieri (Enpapi)

 

“Il bilancio tecnico attuariale dell’Inpgi1, gestione sostitutiva Ago (gestione obbligatoria, ndr), reca una previsione di esaurimento del patrimonio già dal 2028″. E’ quello che scrive la sezione di controllo sugli enti della Corte del conti, nell’audizione nella commissione parlamentare sugli Enti gestori previdenziali.

I giudici contabili segnalano che mentre la “quasi totalità delle Casse presenta “proiezioni attuariali in sostanziale equilibrio” tra contribuzioni e prestazioni, nel caso dell’Istituto di previdenza dei giornalisti, “per il quale è stato recentemente approvato il referto della Corte per l’esercizio finanziario 2017, sono stati riscontrati notevoli peggioramenti dei risultati patrimoniali abbinati al saldo negativo tra contribuzioni e prestazioni previdenziali erogate”.

Non solo giornalisti, anche gli infermieri non possono dormire sonni tranquilli dal punto di vista previdenziale. E’ quello che di fatto è emerso dalle parole del presidente della sezione di controllo sugli enti, Enrica Laterza, in audizione davanti alla commissione parlamentare competente. Per “alcuni enti si registrano risultati negativi”, ha rilevato.

Quanto all’Inpgi, l’Istituto nazionale dei previdenza dei giornalisti, la Corte parla di “notevoli peggioramenti dei risultati patrimoniali abbinati al saldo negativo tra contribuzioni e prestazioni previdenziali erogate”. Tanto che, sottolinea, “nel caso della gestione dell’Inpgi 1, “il bilancio tecnico attuariale reca una previsione di esaurimento del patrimonio già dal 2028”.

Anche per l’Enpapi, la cassa degli infermieri, la Corte ha evidenziato “problematiche relative alla regolamentazione delle convenzioni di investimento, alla valutazione in bilancio degli asset, alla struttura dei sistemi di controllo”.

“Qualunque tentativo di spingere le casse previdenziali verso il crinale” degli investimenti “in attività caratterizzate da alti livelli di rischio/rendimento finirebbe per contraddire la loro funzione”, ha anche segnalato la Corte dei conti nel corso dell’audizione della sezione del controllo sugli enti nella commissione parlamentare sugli Enti gestori previdenziali.

La gestione del risparmio previdenziale, fanno rilevare i giudici contabili, “presenta numerosi aspetti in comune con altre forme di gestione del risparmio, tra questi emerge il dato di fatto per cui le scelte sbagliate si ripercuotono, piu’ che su chi le compie, su coloro che hanno affidato le proprie risorse alla gestione”.

Da qui la sollecitazione, rivolta al legislatore ancora alle prese con il regolamento del settore previsto dal decreto legge 98 del 2011, a “tenere a mente la natura peculiare del risparmio previdenziale” e a fornire, in tempo breve, un “assetto normativo uniforme degli investimenti delle casse previdenziali anche sotto il profilo dei documenti illustrativi dei criteri e delle metodologie adottate”.

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