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Cassa depositi e prestiti, che cosa sta succedendo sul futuro vertice

Entra nel vivo la partita politica per i nuovi vertici di Cassa depositi e prestiti, controllata dal Tesoro e partecipata dalle fondazioni bancarie. Oggi il presidente in scadenza di Cdp, Claudio Costamagna, in un comunicato irrituale, ha annunciato che non farà un secondo mandato alla Cassa. Ma, come si fa notare in ambienti delle fondazioni…

Entra nel vivo la partita politica per i nuovi vertici di Cassa depositi e prestiti, controllata dal Tesoro e partecipata dalle fondazioni bancarie.

Oggi il presidente in scadenza di Cdp, Claudio Costamagna, in un comunicato irrituale, ha annunciato che non farà un secondo mandato alla Cassa. Ma, come si fa notare in ambienti delle fondazioni che esprimono la presidenza di Cdp, l’Acri di Giuseppe Guzzetti avrebbe deciso di indicare Massimo Tononi, già sottosegretario all’Economia nel governo, è presidente di Mps e ora alla presidenza di Prysmian.

Appuntamento ora al 20 giugno quando si terrà l’assemblea della Cassa: entro il 16 saranno presentate le liste per il consiglio di amministrazione e dunque si comprenderanno le scelte delle fondazioni e del socio forte, il Tesoro, che esprimerà l’amministratore delegato.

Quello attuale, Fabio Gallia, uscirà di scena secondo le indiscrezioni che si rincorrono da tempo: tanto che lo stesso Costamagna, in un altro passaggio irrituale del comunicato stampa, augura buon lavoro al futuro presidente e “al nuovo ad”.

Al momento sulla presidenza gli scenari sono due: quello più probabile, come detto, vede Tononi, gà in Goldman Sachs come Costamagna, presidente su indicazione e gradimento del numero uno dell’Acri. Un altro scenario vede in ballo per la presidenza sia Tononi che Dario Scannapieco, già al Tesoro ai tempi di Mario Draghi direttore generale e ora alla vicepresidenza della Bei (Banca europea per gli investimenti).

Scannapieco, comunque, è ritenuto in corsa anche per il ruolo di amministratore delegato. Così come l’attuale cfo di Cassa, Fabrizio Palermo, che incontra i favori anche di settori del Movimento 5 Stelle.

Poiché sarà il partito capitanato da Luigi Di Maio a voler dire la sua in particolare sul nome dell’ad, negli ultimi giorni sta crescendo il nome di Flavio Valeri, ora numero uno di Deutsche Bank Italia.

Chi spinge su Valeri ritiene che sulla scorta dell’esperienza nel ramo italiano del gruppo tedesco potrà avere un rapporto costruttivo con la Germania a differenza di umori e malumori della maggioranza e dice che Valeri sia sponsorizzato o comunque gradito a Mario Draghi (ma circolano anche versioni diverse, che accreditano una atarassia di fondo del presidente della Bce su questa partita).

Su Valeri, peraltro, ci sarebbe il sì pesante anche di Davide Casaleggio, che con tutto il Movimento di Di Maio punterebbe ad accelerare i tempi (entro domenica) per chiudere accordi e nomi anche su Rai e direzione generale del Tesoro. Ma da alcuni ambienti pentastellati al corrente del dossier nomine si dice che nulla è sicuro su Cdp e nulla è deciso al momento sui vertici della Cassa.

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