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Carige, Ubi Banca, Apollo e l’ipotesi Mediocredito Centrale di Invitalia per il Sud (Genova è nel Mezzogiorno?)

Fatti, indiscrezioni e contraddizioni sul dossier Carige

 

Ieri sera è arrivata ai commissari di Carige dal fondo americano Apollo Global Management una proposta di intervento a supporto della banca.

La proposta prevede la partecipazione del Fondo interbancario di tutela dei depositi, che proprio ieri però si è espresso negativamente sull’intervento prospettato da Apollo, e la partecipazione degli attuali azionisti di Carige a partire dalla famiglia Malacalza, che ha già bocciato l’ipotesi del private equity americano.

Vi pare tutto chiaro? Ovviamente no: c’è contraddizione tra proposta di Apollo e posizione del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Ma le cronache su Carige vivono da tempo di queste contraddizioni e di molti ballon d’essai, come quello gonfiato e lanciato dalla stampa per settimane, anzi mesi, sulla proposta di Blackrock, mai giunta e formalizzata in verità.

Lo stato dell’arte sui rapporti fra Fitd (costituito dalle maggiori banche come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi Banca, Banco Bpm e non solo) l’ha sintetizzato oggi il capo azienda di Banco Bpm.

“C’è stata una chiusura totale sulla proposta di Apollo. Chiunque può fare proposte ma l’ideale sarebbe se qualcuno ne facesse una interessante”, ha detto papale papale l’ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, a margine della Ceo Conference di Mediobanca, circa la vicenda di Carige. “Il fondo c’è – ha aggiunto – per evitare che ci siano operazioni troppo speculative. Se si può intervenire si interviene”.

Intanto stamattina Ubi Banca ha precisato che “è assolutamente destituita di fondamento qualsiasi ipotesi aggregativa con Banca Carige”, come ipotizzato in ricostruzioni di stampa. “Non sono a conoscenza di una ipotesi di salvataggio di Banca Carige con lo stesso sistema delle ex Venete – ha detto poi il ceo Victor Massiah -. Non mi sembra ci siano le condizioni per farlo ma questo bisogna chiederlo al governo'”.

Tutto tace, invece, su un’altra indiscrezioni giornalistica – scritta oggi in primis dal Corriere della Sera e dal Messaggero – su un intervento dello Stato nel capitale sociale di Carige tramite il Mediocredito centrale, che fa parte del gruppo Invitalia (controllato dal ministero dell’Economia) guidato dall’ad, Domenico Arcuri.

Dunque l’istituto guidato dall’ad, Bernardo Mattarella, contribuirà con il Fondo interbancario al salvataggio di Carige? Bocche cucite nel gruppo Invitalia, anche se alcuni tecnici del settore sottolineano perplessità per l’idea che circola.

Un fatto è certo, come si evince guardando soltanto la home page del sito del Mediocredito centrale (senza scomodare statuti sociali o altro). L’istituto – si legge – ha questa missione: “All’interno del Gruppo Invitalia abbiamo consolidato il nostro ruolo istituzionale, rivolto ad accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno”.

A meno che non si voglia ricomprendere anche Genova nel Mezzogiorno. Anche se, fonti governative, sottolineano come da tempo anche Invitalia operi oramai non solo nel Sud.

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