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Borsa Italiana

Che cosa si sussurra in Borsa su Conte, Savona, Bce e dazi di Trump

Il Taccuino di Gianfranco Polillo fra mercati e politica con gli operatori di Borsa che scrutano le mosse del premier incaricato Giuseppe Conte con un occhio alla Bce e alla Casa Bianca A metà giornata sembrava fatta. Mercati finanziari in positivo. La borsa che dopo giorni di sofferenza vestiva le vesti se non del toro,…

A metà giornata sembrava fatta. Mercati finanziari in positivo. La borsa che dopo giorni di sofferenza vestiva le vesti se non del toro, almeno del torello. Mentre lo spread sui titoli italiani dava, finalmente, un cenno di cedimento. Più 0,9 a Piazza Affari e meno 10 punti base sugli spread: quota 177.

DOSSIER TESORO

Merito soprattutto del conferimento dell’incarico a Giuseppe Conte e del “tono conciliante”, secondo gli analisti di Barclays, delle sue dichiarazioni programmatiche. Restavano le incognite relative alla nomina del ministro dell’Economia considerate “cruciali” dal Credit Suisse, nella speranza, secondo Nomura, che alla fine potesse imporsi “un candidato meno euroscettico” che “potrebbe dare un po’ di sollievo nel breve termine ai bond italiani” mentre “nel medio termine la questione resta come l’Italia possa confermare la sua posizione in Europa”. Intanto le altre piazze finanziarie volgevano al peggio.

FRA ASIA E AMERICA

Negative le borse asiatiche nel timore che l’Amministrazione americana potesse imporre dazi sulle automobili importate, secondo un’indiscrezione del Wall Street Journal. Sebbene la Fed americana avesse deciso di non accelerare le operazioni di tapering. Vale a dire impostare una politica monetaria più restrittiva di fronte al pericolo di maggiori tensioni inflazionistiche. Ugualmente in calo le quotazioni del petrolio, con il prezzo del barile che torna ad essere inferiore ai 72 dollari. In una notte relativamente buia, sembrava quindi che nella piazza di Milano potesse accendersi una luce.

LA DIATRIBA FRA SALVINI E BRU

All’ora di colazione, invece, il brusco risveglio. Di nuovo profondo rosso e crescita degli spread che recuperavano quota 190, andando progressivamente oltre. Intanto Matteo Salvini in riposta alle osservazioni di Bruxelles sulla necessità di una manovra da 10 miliardi di euro, aveva detto la sua: “Intendo fare l’opposto di quello che l’Ue ha minacciato ai governanti italiani negli ultimi anni”. Stuzzicando il can che fino allora aveva sonnecchiato. Immediato il rialzo degli spread a 193 punti, per poi oscillare, fino a chiusura, su questo valore centrale.

L’ESITO IN BORSA

Non andava meglio per la borsa, imprigionata in un trend in discesa che la portava a perdere fino ad un punto percentuale, per poi risalire di poco nell’ultima mezz’ora per effetto delle ricoperture. La giornata chiude con una flessione dello 0,71 per cento. In un sentiero che vede coinvolte tutte le altre piazze finanziarie a causa delle incertezze non solo economiche, ma politiche, della situazione internazionale. Magra consolazione se si considerano le perdite dei giorni precedenti in cui Milano veleggiò in solitaria.

SPETTRO DAZI

Poche mosse le blue chip, salvo qualche significativa eccezione come Brembo (più 4,5 per cento), Moncler (più 2,3 per cento), StmicroelettronicS (più 1,76 per cento) e Campari (più 1,51 per cento). Cedono, invece, Saipem, Italgas, Mediobanca, Tenaris e Salvatore Ferragamo con una flessione compresa tra il 2 e il 3 per cento. Dopo una lunga serie di risultati positivi, battuta d’arresto per FCA. I titoli che fanno capo a Sergio Marchionne perdono l’1,84 per cento. Colpa della sindrome Donald Trump che potrebbe imporre dazi sulla importazione di automobili. Rischio mortale per l’Italia, considerato che il mercato statunitense vale circa 25 miliardi di attivo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti. Un monito per chi vorrebbe cambiare pagina, abbracciando Vladimir Putin, senza pensare alle eventuali conseguenze.

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