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Ecco i benefici della separazione della rete e di Telecom Sparkle da Tim. Parola di Elliott

Si dimezzerà il debito, i dividendi aumenteranno, non ci saranno duplicazioni con la rete di Open Fiber. Sono alcuni degli effetti che oggi il fondo americano Elliott – che punta a scalzare i francesi di Vivendi dal comando di Tim – illustra in un report su presente e futuro dell’ex Telecom Italia. Non solo: per…

Si dimezzerà il debito, i dividendi aumenteranno, non ci saranno duplicazioni con la rete di Open Fiber. Sono alcuni degli effetti che oggi il fondo americano Elliott – che punta a scalzare i francesi di Vivendi dal comando di Tim – illustra in un report su presente e futuro dell’ex Telecom Italia.

Non solo: per la prima volta si indica anche la controllata di Tim, Telecom Italia Sparkle, che possiede i cavi sottomarini per le telecomunicazioni, nel progetto di separazione societaria per una rete unica con Open Fiber. Mai Vivendi, invece, aveva delineato una prospettiva del genere per Telecom Sparkle.

Ecco tutte le ultime novità del report odierno di Elliott a partire dall’aggiornamento sulle quote azionarie detenute nel gruppo capitanato dall’ad, Amos Genish.

IL LIVELLO DI PARTECIPAZIONI DI ELLIOTT

Elliott oltre ad aumentare la partecipazione in azioni ha rivisto le sue opzioni che ora corrispondono a una partecipazione potenziale del 4,93%. E’ quanto si legge anche questo nella documentazione depositata alla Sec. La partecipazione complessiva sale così al 13,73 per cento.

I SOGGETTI IN CAMPO

La partecipazione del fondo di Paul Singer in azioni ordinarie Tim è costruita attraverso Elliott, Elliott International e Elliott International Capital advisor che complessivamente detengono circa l’8,8% dei diritti di voto in Tim. In particolare il 2,8% è detenuto da Elliott e il 6% da Elliott International. Il fondo ha in portafoglio anche azioni di risparmio pari al 2,8% del capitale di risparmio, corrispondente allo 0,8% del capitale totale di Tim.

LE CONTROPARTI

Le opzioni, invece, che hanno come controparte Jp Morgan, sono le cosiddette Call Option con scadenza tra febbraio e giugno 2019 e possono essere regolate in azioni rispettivamente per 240 e 510 milioni di azioni ordinarie. La documentazione della Sec precisa che il prezzo di esercizio delle call option è di 0,895 euro (le corrispondenti put option hanno invece uno strike price di 0,81 euro).

L’IDEA DI ELLIOTT SULLA RETE

Il fondo Usa per la prima volta mette nero su bianco giudizi sulla rete di Tim. La separazione delle rete ex Telecom Italia realizzerebbe “fino a 7 miliardi di euro” in valore, che adesso è “inespresso”, è scritto infatti nella relazione del fondo statunitense. Elliott ricorda che il valore nascosto dovuto al mancato scorporo dell’infrastruttura di Tim rappresenta il 41% della capitalizzazione di mercato. “Il modo in cui le attività sono presentate al mercato influisce sulla loro valutazione”, precisa la relazione nelle slide diffuse da Elliott.

ECCO GLI EFFETTI DELLA SEPARAZIONE

L’operazione di scorporo dell’asset porterebbe a un “re-rating delle azioni”, afferma il fondo statunitense. “Riteniamo che il deconsolidamento di NetCo e Sparkle potrebbe consentire a Tim di massimizzare il valore delle sue attività e portare un effetto leva in linea con i competitor”, prosegue Elliott che sottolinea ancora che “non ha senso per Tim competere con un altro network”, riferendosi a Oper Fiber, la società avviata sotto gli auspici del governo Renzi da Enel e Cassa depositi e prestiti.

L’AUSPICIO DELL’UNIFICAZIONE DELLA RETE

Non solo, aggiungono gli uomini del fondo Elliott: “Se Tim saprà essere proattiva nell’affrontare questo obiettivo del governo” di investire nella fibra riducendo il digital devide, “l’unificazione della rete potrebbe generare una grande creazione di valore per gli azionisti e invertire la minaccia competitiva creata dalla precedente mancanza di volontà della società di aiutare il Paese a rispettare l’impegno dell’Ue”.

LA PROSPETTIVA DEL DIVIDENDO SECONDO IL FONDO USA

Infine, si legge ancora nella relazione preparata dal fondo attivista per convincere gli azionisti in vista dell’assemblea del 24 aprile a votare contro Vivendi, la separazione della rete permetterebbe a Tim di tagliare il debito da 25 a 12 miliardi di euro e di garantire “un dividendo stabile” agli azionisti ordinari, con una cedola complessiva da 1,2 miliardi di euro nel 2019. Elliott continua a ribadire che non si terrà l’assemblea del 4 maggio perché il cda sarà integrato il 24 aprile.

IL GIUDIZIO DEI CONSULENTI DEI FONDI

Intanto anche i grandi consulenti dei fondi, dopo l’appoggio implicito o esplicito del governo Gentiloni, si schieranno dalla parte del fondo americano. Dopo Glass Lewis anche i proxy advisor Iss e Friontis, altri grandi consulenti dei fondi nelle assemblee delle società quotate, suggerisce agli azionisti di Tim di votare per la rimozione dei consiglieri di Vivendi e la loro sostituzione con quelli proposti da Elliott. Il fondo Usa “ha dimostrato la necessità di un cambiamento nella società” mentre l’elezione dei suoi sei candidati “probabilmente si dimostrerà benefico per il valore a lungo termine degli azionisti”, si legge nel report. Frontis, il proxy advisor italiano, sostiene la posizione di Elliott e invita i fondi suoi clienti a votare a favore della revoca dei consiglieri Vivendi e per la nomina dei sei nuovi indipendenti proposti dagli americani, riconoscendo che i francesi “sono in conflitto di interesse”. E Iss, l’altro grande consulente dei fondi nelle assemblee delle società quotate, suggerisce agli azionisti di Tim di votare per la rimozione dei consiglieri di Vivendi e la loro sostituzione con quelli proposti da Elliott. Il fondo Usa “ha dimostrato la necessita’ di un cambiamento nella societa’” mentre l’elezione dei suoi sei candidati “probabilmente si dimostrerà benefico per il valore a lungo termine degli azionisti”, si legge nel report.

(CDP IN TIM, ECCO PAROLE E CAPRIOLE DI GOVERNO E CASSA. IL COMMENTO DI START MAGAZINE)

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