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Bcc, ecco come e perché Visco (Bankitalia) incalza le capogruppo di Iccrea e Cassa centrale banca

Se nell’arco di due mesi il governatore della Banca d’Italia è dovuto intervenire tre volte per ricordare e specificare i doveri e i poteri delle due capogruppo, sembrerebbe ovvio concludere che Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca non stiano ancora adempiendo alle funzioni per le quali sono state costituite. L'intervento di Marco Bindelli, vice presidente e consigliere delegato ai rapporti con il credito cooperativo e le capogruppo del Banco Marchigiano-Credito Cooperativo

Da quando si sono costituiti i due Gruppi bancari cooperativi (Gbc), il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è intervenuto per la terza volta sulle Bcc e, in particolare, sui poteri e doveri delle due capogruppo (Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca).

Dopo aver richiamato le capogruppo ai gravosi impegni che attendono i neocostituiti Gbc nelle Considerazioni finali della propria Relazione annuale del 31 maggio scorso e nel corso del dibattito del 2 giugno tenuto al Festival dell’Economia di Trento, il Governatore è intervenuto nuovamente nel corso dell’assemblea annuale dell’Abi (Associazione bancaria italiana) del 12 luglio 2019 per ricordare le azioni che, in tempi brevi, dovranno essere intraprese dai Gbc per portare a compimento (con successo) la riforma delle Bcc.

IL RIFERIMENTO ALLE PICCOLE BANCHE DIVERSE DALLE BCC

Ancora volta i riferimenti al credito cooperativo ed ai Gbc vanno ricercati non solo nella parte in cui Visco ha richiamato espressamente gli impegni delle due capogruppo ma anche quando ha tratteggiato la situazione degli intermediari creditizi meno significativi diversi dalle Bcc.

Per queste banche il Governatore ha fatto presente che:

  • il legame con il territorio non può rappresentare l’unico fattore di sviluppo. Alla conoscenza dei mercati e degli operatori è necessario associare un utilizzo intenso delle nuove tecnologie per accrescere l’efficienza gestionale e rendere più competitiva l’offerta dei servizi alla clientela;
  • le banche devono sfruttare i vantaggi che una maggiore dimensione può apportare in termini di economie di scala e di solidità patrimoniale,

e, di conseguenza, ha sollecitato:

  • il consolidamento delle stesse banche;
  • la definizione di progetti di interesse comune in materie quali l’innovazione tecnologica, la condivisione delle attività di supporto e dei relativi costi e lo sviluppo di sinergie nell’offerta dei servizi;
  • un assetto di governance equilibrato, in grado di evitare conflitti di interesse e rispondente all’obiettivo di finanziare l’economia reale in condizioni di piena efficienza e di adeguata redditività.

Le analogie con le esigenze riscontrate nelle Bcc e con la soluzione adottata per il credito cooperativo attraverso l’originale modello dei Gbc (vds. la soluzione più volte avanzata per le Banche Popolari) sono talmente evidenti che non necessitano di ulteriori approfondimenti, posto che, peraltro, gran parte delle citate questioni sono state riprese espressamente da Visco trattando specificatamente dei Gbc.

IL RIFERIMENTO ESPRESSO ALLE BCC E ALLE CAPOGRUPPO DEI GBC

A detta del Governatore, “il pieno conseguimento dei benefici della riforma delle Bcc dipenderà in larga misura dall’efficacia dell’interazione tra le capogruppo e le singole Bcc nell’innalzare i livelli di efficienza e di redditività (ndr. la redditività non può che essere intesa come competitività, altrimenti risulterebbe in contrasto con il principio mutualistico che deve caratterizzare sia le Bcc che i Gbc), nello sfruttare le economie di scopo e nel migliorare i processi di gestione del credito, anche sulla base dell’esercizio di valutazione dei bilanci da parte della vigilanza unica (Comprehensive assessment)”. In altre parole, come già evidenziato in più occasioni, le capogruppo devono dare attuazione a quanto previsto nella legge di riforma ed indicato nei contratti di coesione sottoscritti con le Bcc e, più specificatamente – come indicato chiaramente nelle disposizioni attuative di Bankitalia del 2 novembre 2016 – promuovere la competitività e l’efficienza delle banche affiliate attraverso un’offerta di prodotti, servizi, soluzioni organizzative e tecnologiche adeguata alle esigenze del mercato.

Sempre secondo Visco, “gli interventi di razionalizzazione necessari andranno condotti tempestivamente, con riferimento in particolare alla redditività delle reti di sportelli e alle loro dimensioni”, mentre “la capacità delle Bcc di continuare a operare al servizio dei territori di insediamento richiede che i sistemi di gestione e controllo dei rischi convergano in tempi brevi verso standard elevati, anche al fine di prevenire il sorgere di relazioni d’affari improprie o situazioni di conflitto di interesse”. L’analogia con quanto enunciato in riferimento alle banche non significative diverse dalle Bcc è sin troppo evidente. Quello che risalta agli occhi è la fretta posta dal Governatore alle capogruppo nell’attuazione degli interventi citati (non a caso Visco ha utilizzato prima l’avverbio tempestivamente e poi la locuzione in tempi brevi); interventi che, peraltro, nel momento in cui saranno attuati, evidenzieranno anche i conflitti di interesse insiti nella governance delle due capogruppo e che sono ben disciplinati dalle Linee guida della Bce (si pensi agli amministratori della capogruppo che dovranno decidere le fusioni o la razionalizzazione degli sportelli delle aree territoriali in cui operano le proprie Bcc).

Le capogruppo, infine, sempre secondo il massimo esponente di Palazzo Koch, “devono esercitare con determinazione i poteri di intervento che il nuovo quadro normativo gli riconosce, affrontando in modo incisivo le problematiche delle Bcc con debolezze strutturali”. In sostanza, dopo aver trattato i doveri delle capogruppo, il Governatore ha posto l’attenzione sui poteri ad esse conferite con la legge di riforma e, in special modo, dando priorità a quello di risolvere situazioni di Bcc che versano in situazioni di inadeguatezza patrimoniale (tenuto conto anche dei nuovi strumenti offerti dalla riforma; si pensi ad esempio alle azioni di finanziamento di cui all’art. 2526 del codice civile disciplinate dall’art. 150-ter del Testo unico bancario).

IN SINTESI

Se nell’arco di due mesi il Governatore della Banca d’Italia è dovuto intervenire tre volte per ricordare e specificare i doveri e i poteri delle due capogruppo, sembrerebbe ovvio concludere che Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca non stiano ancora adeguatamente adempiendo alle funzioni per le quali sono state costituite.

A parziale – ma non giustificabile – discolpa di questo ritardo si potrebbe addurre che il ministro dello Sviluppo economico (Mise), di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze (Mef) e sentita la Banca d’Italia, non ha ancora emanato il decreto (la cui scadenza era fissata al 31 marzo scorso) che disciplina i controlli finalizzati a verificare che l’esercizio del ruolo e delle funzioni delle capogruppo risultino coerenti con le finalità mutualistiche delle Bcc.

Va in ogni caso rilevato, senza ombra di dubbio, che Bankitalia ha ben chiaro ruolo e funzione delle due capogruppo e non perde occasione per ricordarli in modo esplicito agli operatori.

 

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