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Anima, Azimut, Generali, Mediolanum, Fineco e Poste. Come stanno le sgr secondo Mediobanca

Ecco che cosa sostiene un report di Mediobanca Securities sui principali titolo del risparmio gestito italiano come Anima, Azimut, Banca Generali, Banca Mediolanum, Fineco e Poste In vista della stagione dei conti del secondo trimestre, che si aprirà dalla settimana prossima a Piazza Affari, Mediobanca Securities ha messo sotto la lente i titoli del risparmio gestito…

In vista della stagione dei conti del secondo trimestre, che si aprirà dalla settimana prossima a Piazza Affari, Mediobanca Securities ha messo sotto la lente i titoli del risparmio gestito italiano. Per l’investment bank il contesto attuale, che ha visto un andamento non brillante di Piazza Affari e un forte recupero del dollaro, favorirà Banca Mediolanum e Fineco. Ma ecco in dettaglio le previsioni.

Anima. Secondo Mediobanca, il gruppo guidato dall’ad Marco Carreri avrà «un trimestre tranquillo, ma non così buono come il primo». Il broker prevede che la società registrerà nel secondo trimestre 10 milioni di euro di commissioni di performance, mentre i margini dovrebbero restare stabili a circa 30 punti base. Ciò dovrebbe portare a 85,4 milioni di ricavi, +43% anno su anno ma l’8% in meno rispetto al primo trimestre 2018. «Prevediamo un ebit di 57 milioni rispetto ai 39 milioni del secondo trimestre 2017 e un utile netto di 37,2 milioni, +44% anno su anno.

Azimut. «Le nostre stime indicano un livello simile di profitti operativi rispetto a quello visto nel primo trimestre 2018», afferma Mediobanca. I profitti operativi del secondo trimestre sono visti a 45 milioni dai 6 milioni del primo, ma dovuti soprattutto a un maggiore contributo delle commissioni di performance. Senza queste l’ebit è visto a 30,2 milioni, non lontano dai 29,2 milioni del primo trimestre. L’utile netto è atteso a 29,6 milioni, a fronte dei 26,4 milioni del primo trimestre.

Banca Generali. Mediobanca si attende un debole secondo trimestre, ma già prezzato nella quotazione di borsa. «Banca Generali ha mantenuto un solido livello di raccolta quest’anno, con una media di 500 milioni al mese. Ma il secondo trimestre molto probabilmente non sarà particolarmente forte per via di performance fee basse e la stagionalità nei costi di distribuzione», spiega Mediobanca confermando il rating outperform «per via del rilevante sconto rispetto ai concorrenti».

Banca Mediolanum. «Dopo tutto non ci attendiamo un trimestre deludente», afferma Mediobanca perché prevede che il gruppo guidato dall’ad Massimo Doris «sarà riuscito a trarre vantaggio dal recupero dei mercati in aprile e dall’apprezzamento del dollaro nell’intero trimestre». Quindi gli analisti si attendono ricavi in crescita del 9% anno su anno guidati dal rialzo del 13% nelle commissioni lorde. «In generale prevediamo che i profitti operativi dalle attività domestiche si attestino sui 102 milioni, dai 56 milioni del secondo trimestre 2017 con un utile netto consolidato a quota 101 milioni, rispetto ai 112 milioni dello stesso periodo 2017».

Fineco. «La società è l’unica tra quelle che copriamo che ha avuto un incremento della raccolta netta anno su anno nel semestre. Inoltre ci aspettiamo che il secondo sarà un buon trimestre con utili in rialzo del 17% anno su anno e del 4% sul primo trimestre 2018», sottolinea Mediobanca . La principale ragione «di tale performance è rappresentata dal solido aumento atteso delle commissioni nette, pari a 73,8 milioni, il miglior risultato di sempre, grazie a maggiori commissioni di gestione e di intermediazione».

Poste. La mancanza di capital gain non comprometterà la trimestrale di Poste. Le sue previsioni indicano 863 milioni di ricavi nel secondo trimestre, il 4% in meno rispetto allo stesso periodo 2017, come conseguenza di un aumento del 5% nel comparto pacchi e di un calo del 6% nelle attività postali. La perdita operativa è vista a quota -61 milioni dai -60 milioni del secondo trimestre 2017 con i ricavi totali in calo del 6% nel trimestre. «Prevediamo un ebit di 327 milioni, +2% anno su anno, e un utile netto di 235 milioni (+48%).

Articolo pubblicato su Mf/Milano finanza

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